La Gazzetta dello Sport

E il capitano si toglie gli anni «Alla mia età c’è chi vince il Tour»

●Presa la fascia da Lulic, segna un gol per il futuro: «Possiamo arrivare in finale»

- Nicola Berardino

Ci pensa il capitano. Marco Parolo prende la fascia di Lulic rimasto ai box e lancia la Lazio verso il passaggio ai sedicesimi di Europa League. Il quarto gol stagionale del 33enne centrocamp­ista sblocca la partita col Marsiglia al termine di un primo tempo con più apprension­i del previsto per la squadra di Inzaghi. Il lancio di Cataldi ispira l’assist di Immobile. E nell’esultanza di Parolo si nota quel ghigno che ricorda tanto la gioia dopo un gol dello stesso Immobile, ormai una sorta di manifesto della Lazio che segna. Secondo gol di fila all’Olimpico per Parolo che domenica aveva chiuso la vittoria contro la

Spal. Aveva deciso il successo di Empoli e aveva colpito anche a Francofort­e nel provvisori­o pareggio contro l’Eintracht.

QUELL’ERRORE È stata piena la gioia di Parolo sotto la Curva Nord. Ma lui stesso sapeva che non sarebbe finita lì col Marsiglia. Neanche dopo il raddoppio di Correa. Una delle tante lezioni che la vita gli ha dato in una lunga gavetta si è mascherata da presentime­nto nella serata dell’Olimpico. Perché al 15’ della ripresa proprio da un pallone sfuggito dal suo radar è partita la trama che Sanson ha indirizzat­o verso Thauvin per andare a segnare quel gol che ha tenuto in sospeso la gara sino all’ultimo respiro. Un macigno per Parolo quel pallone perso e finito alle spalle di Strakosha. Ma guai a pensarci troppo, meglio riprendere a correre e a lottare. Ed ecco Parolo toccare quella bordata di Strootman diretta nell’angolo e invece smistata in angolo. Non si ferma mai il centrocamp­ista arrivato alla Lazio nel 2015 dal Parma. O meglio ha saltato per turnover la prima di Europa League contro l’Apollon, poi sempre titolare. Come in campionato: presente in tutte le partite. «Passare il turno era il nostro obiettivo, ora con l’Eintracht vogliamo giocarci il primo posto. Siamo contenti. Stiamo ripercorre­ndo quanto fatto nella passata stagione. Dobbiamo essere bravi nell’andarci a prendere quello che vogliamo. C’è stata la cattiveria giusta, anche sul 2-1: in quell’azione ho sbagliato. Siamo stati però più vicini noi al 3-1 che il Marsiglia al pareggio. Sono contento anche per chi ha giocato poco fin qui. Dopo l’Inter l’ho detto: bisogna migliorare e fare l’ultimo step per diventare definitiva­mente una grande squadra». Progetti a largo raggio: «La Lazio doveva arrivare in finale l’anno scorso al posto del Marsiglia? Paghiamo quei dieci minuti contro il Salisburgo. Forse è stato il destino. La rosa della Lazio è piena di qualità: possiamo arrivare in finale. L’Europa League è bella, ci teniamo».

TOUR DE FRANCE E per finire ecco la sua strategia per restare protagonis­ta: «Cerco sempre di farmi trovare pronto. Quando si va avanti con l’età bisogna sempre curarsi in ogni dettaglio. Vedo i ciclisti che vincono a 34 anni il Tour de France. Anche nel calcio dovrebbe essere così, non siamo mica vecchi…».

LE PAROLE «Dopo l’Inter ho detto: serve fare l’ultimo step per diventare una big»

«Quando si... invecchia bisogna sempre curarsi in ogni dettaglio»

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LAPRESSE Marco Parolo, 33 anni ROMA

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