«Bianco, nero, maghrebino»: ora il Psg è nei guai Schedava talenti in base a fisico e colore della pelle
●Il club: «Iniziativa della precedente direzione sportiva». La condanna dei politici e di Thuram: «È molto grave»
PARIGI
Schedavano i ragazzini in base alle origini: «Africa nera, maghrebino, antillese o francese (cioè bianco,
ndr)». Dal 2013 gli osservatori del Psg hanno catalogato i potenziali campioncini anche in base al colore della pelle o della prestanza fisica. Una metodologia illegale, oltre che immorale, rivelata ieri dal sito Mediapart, e che mette nei guai il club dell’emiro del Qatar. La direzione del Psg, pur riconoscendo l’esistenza di tali schede, ha precisato di esserne venuta a conoscenza solo il mese scorso: «Iniziative personali decise dal responsabile del dipartimento degli osservatori».
PROBLEMI La precedente direzione sportiva chiedeva quindi agli scout che agivano fuori dalla regione di catalogare i profili più interessanti anche secondo le origini: «Quando ero al Psg – spiega uno di questi a Mediapart – non cercavamo neri, robusti, ma giocatori con una buona intelligenza di gioco». Analisi disarmante, aggravata dalle dichiarazioni di un altro collega: «Se di 23 giocatori ne hai 20 neri, finisci per aver problemi. Se hai solo neri e maghrebini AFP diventa complicato». Un terzo scout aggiunge: «La dirigenza ci aveva chiesto di prendere più bianchi rispetto ai neri». Tutti propositi in linea con quelli sostenuti in una riunione dei responsabili degli osservatori nel 2014 quando, secondo un verbale, venne spiegato che c’erano «troppi africani e antillesi a Parigi».
COLORE Alcuni scout sono rimasti con la nuova direzione tecnica che però ha cambiato la schedatura, anche se il Psg parla di metodi in vigore fino al 2018. La responsabilità viene attribuita alla precedente dirigenza affidata tra il 2013 e il 2017 all’allora d.s. Olivier Letang, ora presidente del Rennes, e al suo capo osservatori Marc Westerloppe, che l’ha raggiunto in Bretagna. Per entrambi si tratta però «di un problema del Psg». E il club, secondo Mediapart, ne era al corrente già nel 2014 perché molti dipendenti si ribellarono. Il Psg avrebbe preferito non licenziare Westerloppe per non rischiare uno scandalo: «Non avevamo prove certe», spiega la società. Tutto «molto grave», per l’ex bianconero Lilian Thuram, impegnato nella lotta al razzismo. «Situazione costernante», replica la ministra dello sport Roxana Maracineanu. «Pratiche inaccettabili e illegali», condanna la Lega. Il d.g. Jean Claude Blanc ha avviato un’inchiesta interna, spiegando che il club lotta da sempre contro ogni discriminazione. Il Psg ha attivato un piano per una nuova metodologia di reclutamento, un codice etico e una procedura di allerta etica. Nel 2011 ci fu un caso simile che coinvolse il centro federale di Clairefontanie, la Coverciano francese.