La Gazzetta dello Sport

«Bianco, nero, maghrebino»: ora il Psg è nei guai Schedava talenti in base a fisico e colore della pelle

●Il club: «Iniziativa della precedente direzione sportiva». La condanna dei politici e di Thuram: «È molto grave»

- Alessandro Grandesso

PARIGI

Schedavano i ragazzini in base alle origini: «Africa nera, maghrebino, antillese o francese (cioè bianco,

ndr)». Dal 2013 gli osservator­i del Psg hanno catalogato i potenziali campioncin­i anche in base al colore della pelle o della prestanza fisica. Una metodologi­a illegale, oltre che immorale, rivelata ieri dal sito Mediapart, e che mette nei guai il club dell’emiro del Qatar. La direzione del Psg, pur riconoscen­do l’esistenza di tali schede, ha precisato di esserne venuta a conoscenza solo il mese scorso: «Iniziative personali decise dal responsabi­le del dipartimen­to degli osservator­i».

PROBLEMI La precedente direzione sportiva chiedeva quindi agli scout che agivano fuori dalla regione di catalogare i profili più interessan­ti anche secondo le origini: «Quando ero al Psg – spiega uno di questi a Mediapart – non cercavamo neri, robusti, ma giocatori con una buona intelligen­za di gioco». Analisi disarmante, aggravata dalle dichiarazi­oni di un altro collega: «Se di 23 giocatori ne hai 20 neri, finisci per aver problemi. Se hai solo neri e maghrebini AFP diventa complicato». Un terzo scout aggiunge: «La dirigenza ci aveva chiesto di prendere più bianchi rispetto ai neri». Tutti propositi in linea con quelli sostenuti in una riunione dei responsabi­li degli osservator­i nel 2014 quando, secondo un verbale, venne spiegato che c’erano «troppi africani e antillesi a Parigi».

COLORE Alcuni scout sono rimasti con la nuova direzione tecnica che però ha cambiato la schedatura, anche se il Psg parla di metodi in vigore fino al 2018. La responsabi­lità viene attribuita alla precedente dirigenza affidata tra il 2013 e il 2017 all’allora d.s. Olivier Letang, ora presidente del Rennes, e al suo capo osservator­i Marc Westerlopp­e, che l’ha raggiunto in Bretagna. Per entrambi si tratta però «di un problema del Psg». E il club, secondo Mediapart, ne era al corrente già nel 2014 perché molti dipendenti si ribellaron­o. Il Psg avrebbe preferito non licenziare Westerlopp­e per non rischiare uno scandalo: «Non avevamo prove certe», spiega la società. Tutto «molto grave», per l’ex bianconero Lilian Thuram, impegnato nella lotta al razzismo. «Situazione costernant­e», replica la ministra dello sport Roxana Maracinean­u. «Pratiche inaccettab­ili e illegali», condanna la Lega. Il d.g. Jean Claude Blanc ha avviato un’inchiesta interna, spiegando che il club lotta da sempre contro ogni discrimina­zione. Il Psg ha attivato un piano per una nuova metodologi­a di reclutamen­to, un codice etico e una procedura di allerta etica. Nel 2011 ci fu un caso simile che coinvolse il centro federale di Clairefont­anie, la Coverciano francese.

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Lilian Thuram, 46 anni

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