La Gazzetta dello Sport

GIUSTE LE NOVITÀ MA NON SCORDIAMO IL GALLO

Il tecnico americano di Torino e un avvio difficile

- Di LUCA CALAMAI

Quando l’Auxilium-Fiat Torino ha ingaggiato Larry Brown come allenatore ho detto su queste pagine: grandissim­o colpo! Ovvio, è nella Hall of Fame. È l’unico coach ad aver vinto un titolo Ncaa e un titolo Nba. Ha pure allenato gli Stati Uniti in un’Olimpiade, nel 2004, ad Atene. Ha avuto successo ad ogni fermata della sua lunga carriera. È considerat­o un genio del basket, un insegnante dei fondamenta­li, del gioco, del dettaglio che fa la differenza. È anche una figura carismatic­a, anche se preferisce interpreta­re la parte del nonprotago­nista. Poi, il suo arrivo, ha rappresent­ato un colpo per tutto il basket italiano. Ma ho anche detto che lui, come qualsiasi allenatore che viene da fuori, avrebbe avuto bisogno di tempo per capire esattament­e in quale mondo cestistico è capitato. E la sua assenza di un mese per motivi di salute ha ovviamente rallentato questo processo.

In ogni caso, la qualità più importante di Brown è un’intelligen­za fuori da comune. Quindi, in breve tempo, capirà tutto: arene, avversari, allenatori, giocatori, trasferte, gioco, arbitri, pubblico, stampa. Parlo per esperienza personale perché, come lui, sono arrivato qui dall’America, senza conoscere il basket italiano e il basket Fiba. Ho dovuto imparare, e tanto. Poi ogni allenatore deve conoscere la propria squadra e come farla giocare nel contesto di un campionato come quello di Serie A. Quindi la domanda è: da dove può cominciare Larry Brown per far volare Torino? Per me la prima cosa riguarda il tiro da tre. La sua squadra tenta pochi tiri da dietro l’arco e, di conseguenz­a, segna pochi canestri «pesanti». Nell’ultima partita di campionato, domenica scorsa contro l’Olimpia è stato così: Milano ha segnato 14 canestri da tre e Torino solo 3. Quindi la prima ha messo in cassaforte 42 punti, la seconda 9: la differenza di 33 punti diventa non indifferen­te in una partita che l’Auxilium ha perso di 22. Anche per questo penso che Brown cercherà qualche cecchino sul mercato.

Lui vuole giocatori giovani per plasmarli. Ma in Serie A sono tutti già «plasmati». Quindi cercherà qualche veterano, un leader, per dare esperienza alla squadra. Tornando alla partita contro Milano, il terzo quarto si è chiuso 57-57, poi, 36-14 per l’AX nel quarto periodo. Motivo? Tiro da tre? Mancanza di esperienza? Panchina corta? Condizione fisica? Certamente, Larry Brown sta cercando le risposte a questi interrogat­ivi. Conoscendo la sua storia, le troverà in tempi brevi.

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