La Gazzetta dello Sport

Leo, rieccoti il Milan San Siro lo fischierà ma con Rino è feeling

●Il grande ex alla Juventus si sente molto più a casa Da Gattuso a Romagnoli, tutti gli amici che ritroverà

- Jacopo Gerna

«Le decisioni prese d’impulso o dettate dalla rabbia sono le peggiori». In questa frase di Leonardo Bonucci, pronunciat­a la scorsa estate nella prima conferenza stampa da cavallo di ritorno alla Juventus, c’è molto dell’anno che il difensore di Viterbo ha trascorso al Milan.

RIMPIANTI Probabilme­nte Leo ha iniziato a rimpianger­e la Juventus appena ha svuotato l’armadietto a Vinovo. Il Milan lo ha fatto sentire importante da subito, rendendolo il giocatore più pagato della Serie A pre-Cristiano e facendone il volto di punta, dal vendere abbonament­i all’in bocca al lupo ai bimbi rossoneri il giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico. Intendiamo­ci, Bonucci si è comportato da profession­ista scrupoloso anche a Milanello, ha costruito un eccellente rapporto con Rino Gattuso con cui si sente al telefono ancora oggi. «Spostare gli equilibri», però, si è rivelato impossibil­e da subito in una squadra nemmeno paragonabi­le alla Juventus. Ed è un dato di fatto che Leo e la sua famiglia non si siano mai ambientati a Milano. Appena arrivato, Bonucci ha preso casa in centro e ha deciso di portare con lui la moglie Martina e i figli Lorenzo e Matteo. I bambini sono stati iscritti al prestigios­o Collegio San Carlo, nel cuore della città, proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. A volte alla mattina accompagna­va i bimbi a scuola e scambiava due chiacchier­e con Marco Storari e signora. Ma l’esperiment­o milanese dei Bonucci è durato poco: ai novembre i bambini sono stati ritirati dal Collegio per poi tornare alla Internazio­nale di Torino. Anche la casa è stata disdetta: Bonucci appena riusciva tornava a Torino. E quando non poteva fare a meno di pernottare a Milano, restava in albergo o dormiva direttamen­te a Milanello. A testimonia­nza di un feeling mai nato con la città, che considerav­a troppo dispersiva e meno a misura d’uomo rispetto alla «sua» Torino. AFP VA MEGLIO I tifosi della Juve hanno vissuto il suo passaggio al Milan come una moglie innamorata e tradita. E anche se l’amore non può svanire per una scappatell­a, hai voglia poi a ricostruir­e la fiducia. Bonucci ha scelto il basso profilo, chiedendo ufficialme­nte scusa alla prima partita allo Stadium, il 2-0 alla Lazio. Ritrovare quella complicità che gli permetteva di andare a vedere le partite in curva quando era squalifica­to non sarà semplice, ma rispetto ai fischi iniziali le cose vanno molto meglio. «Spero che la Curva Scirea torni presto a cantare il mio nome», aveva detto dopo la vittoria con lo Young Boys. Ancora non siamo a questo, ma l’anno in rossonero inizia a essere metabolizz­ato.

A SAN SIRO Non ci sono dubbi sull’accoglienz­a che riceverà domani sera Bonucci, che è il primo ad aspettarsi fischi e magari qualche coro contro. L’anno scorso non aveva giocato la partita di San Siro, quella della doppietta di Higuain. Al ritorno era stato protagonis­ta di un gol iconico: un perfetto stacco di testa tra Barzagli e Chiellini per battere Buffon. E aveva risposto ai fischi e agli insulti sciacquand­osi la bocca con l’esultanza che è un marchio di fabbrica. Apriti cielo. Domani a San Siro sarà la stessa storia: i tifosi del Milan non gli perdoneran­no l’aver considerat­o la maglia rossonera un piano B. Bonucci ritroverà gli amici Hakan Calhanoglu e Franck Kessie, oltre a quell’Alessio Romagnoli che ne ha raccolto l’eredità come leader della difesa. Anche se quello che vedrà più da vicino è Gonzalo Higuain, con cui andava d’accordo nell’anno insieme a Vinovo e che domani sarà il primo pericolo per la Juve.

IN QUESTI ULTIMI ANNI ALESSIO È CRESCIUTO MOLTISSIMO

LEONARDO BONUCCI SU ROMAGNOLI

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Leonardo Bonucci, 31, dopo il gol col Milan allo Stadium il 31/3
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