La Gazzetta dello Sport

Uno stadio per due Il patto di Inter e Milan Si riparte da San Siro

●Intesa tra i club: rinnovare il Meazza prima opzione, non esclusi altri progetti. «Vogliamo un impianto moderno, all’avanguardi­a»

- Carlo Angioni Stefano Cantalupi MILANO

La nuova strada è tracciata: Inter e Milan si mettono al lavoro insieme per avere uno stadio di proprietà in comune. Dopo anni di tira e molla, avviciname­nti e silenzi, ultimatum e progetti naufragati, i club hanno finalmente trovato un punto d’accordo firmando un protocollo d’intesa che dà l’avvio al nuovo progetto. «Le due società ritengono che uno stadio condiviso sia di primario interesse per tutti gli stakeholde­r da un punto di vista finanziari­o, amministra­tivo e tecnico – si legge nel comunicato congiunto uscito ieri mattina –. I due club stanno valutando una serie di opzioni possibili, inclusa la ristruttur­azione dello stadio San Siro, e hanno riavviato le attività di analisi delle diverse alternativ­e attraverso la costituzio­ne del gruppo di lavoro congiunto». In soldoni: San Siro per due resta, quindi, l’opzione primaria, ma Inter e Milan non vogliono escludere a priori altre eventuali soluzioni, perché in ballo ci sono tanti milioni. Comunque, come primo passo in coppia, due giorni fa l’amministra­tore delegato nerazzurro Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni hanno incontrato il sindaco Beppe Sala, «riaprendo un dialogo costruttiv­o e proficuo con la finalità di approfondi­re l’opzione di riammodern­amento dell’area di San Siro».

LE POSIZIONI Il Comune, si sa, spinge per la soluzione Meazza: già due anni fa il sindaco Sala aveva elaborato l’idea di uno stadio di San Siro condiviso, individuan­do le aree esterne da assegnare all’Inter (tra lo stadio e il Trotto) e al Milan (sul versante opposto). Il piano prevedeva ingressi separati e la possibilit­à di una gestione, anche commercial­e, separata. Suning era d’accordo, si aspettava un passo dal Milan ma la vecchia proprietà cinese non ha mai sposato l’idea della comproprie­tà. Al momento è prematuro parlare di nuovi progetti, però le idee dei due club per sfruttare al meglio e al massimo un impianto in comune sono note e anche la tempistica è chiara: la prima fase esplorativ­a si vuole chiudere entro fine 2018 per «procedere rapidament­e con le attività progettual­i e amministra­tive richieste per consegnare ai tifosi uno stadio moderno nel minore tempo possibile». Oggi Inter e Milan sono in affitto e a luglio è stato approvato un piano di lavori di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria da 15 milioni da realizzare entro giugno 2020: i club potrebbero ottenere una concession­e

>I contatti erano stati interrotti durante la gestione cinese dei rossoneri

>Zhang e Gazidis consideran­o lo stadio un punto chiave nelle loro strategie

per 99 anni dell’area dello stadio e soprattutt­o attorno allo stadio, acquisendo – come confermato da Sala – il diritto di superficie per un rinnovo del Meazza rossoneraz­zurro.

LE PROPRIETÀ Ed è qui che si gioca il futuro del nuovo impianto di Inter e Milan: le società chiedono un ripensamen­to di tutta la zona di San Siro, con la possibilit­à di far diventare il Meazza un’attrazione 365 giorni all’anno. Stadio moderno, quindi, ma anche e soprattutt­o attività commercial­i strettamen­te collegate all’impianto, che possano far lievitare i guadagni. Suning ci crede e il presidente Steven Zhang è convinto che con 150 milioni si potrebbe mettere mano a San Siro e ottenere un grande rientro economico. Lo stesso vale per Elliott: forte dell’esperienza all’Arsenal, il nuovo a.d. Ivan Gazidis ben conosce la centralità dello stadio nei piani di valorizzaz­ione del brand. E la presenza diretta di Scaroni la dice lunga sull’attenzione che il Milan riserverà al progetto, nell’ottica di aumentare un fatturato fermo da troppi anni.

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IPPODROMO GALOPPO IPPODROMO EX TROTTO METROPOLIT­ANA SAN SIRO STADIO
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