Uno stadio per due Il patto di Inter e Milan Si riparte da San Siro
●Intesa tra i club: rinnovare il Meazza prima opzione, non esclusi altri progetti. «Vogliamo un impianto moderno, all’avanguardia»
La nuova strada è tracciata: Inter e Milan si mettono al lavoro insieme per avere uno stadio di proprietà in comune. Dopo anni di tira e molla, avvicinamenti e silenzi, ultimatum e progetti naufragati, i club hanno finalmente trovato un punto d’accordo firmando un protocollo d’intesa che dà l’avvio al nuovo progetto. «Le due società ritengono che uno stadio condiviso sia di primario interesse per tutti gli stakeholder da un punto di vista finanziario, amministrativo e tecnico – si legge nel comunicato congiunto uscito ieri mattina –. I due club stanno valutando una serie di opzioni possibili, inclusa la ristrutturazione dello stadio San Siro, e hanno riavviato le attività di analisi delle diverse alternative attraverso la costituzione del gruppo di lavoro congiunto». In soldoni: San Siro per due resta, quindi, l’opzione primaria, ma Inter e Milan non vogliono escludere a priori altre eventuali soluzioni, perché in ballo ci sono tanti milioni. Comunque, come primo passo in coppia, due giorni fa l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni hanno incontrato il sindaco Beppe Sala, «riaprendo un dialogo costruttivo e proficuo con la finalità di approfondire l’opzione di riammodernamento dell’area di San Siro».
LE POSIZIONI Il Comune, si sa, spinge per la soluzione Meazza: già due anni fa il sindaco Sala aveva elaborato l’idea di uno stadio di San Siro condiviso, individuando le aree esterne da assegnare all’Inter (tra lo stadio e il Trotto) e al Milan (sul versante opposto). Il piano prevedeva ingressi separati e la possibilità di una gestione, anche commerciale, separata. Suning era d’accordo, si aspettava un passo dal Milan ma la vecchia proprietà cinese non ha mai sposato l’idea della comproprietà. Al momento è prematuro parlare di nuovi progetti, però le idee dei due club per sfruttare al meglio e al massimo un impianto in comune sono note e anche la tempistica è chiara: la prima fase esplorativa si vuole chiudere entro fine 2018 per «procedere rapidamente con le attività progettuali e amministrative richieste per consegnare ai tifosi uno stadio moderno nel minore tempo possibile». Oggi Inter e Milan sono in affitto e a luglio è stato approvato un piano di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria da 15 milioni da realizzare entro giugno 2020: i club potrebbero ottenere una concessione
>I contatti erano stati interrotti durante la gestione cinese dei rossoneri
>Zhang e Gazidis considerano lo stadio un punto chiave nelle loro strategie
per 99 anni dell’area dello stadio e soprattutto attorno allo stadio, acquisendo – come confermato da Sala – il diritto di superficie per un rinnovo del Meazza rossonerazzurro.
LE PROPRIETÀ Ed è qui che si gioca il futuro del nuovo impianto di Inter e Milan: le società chiedono un ripensamento di tutta la zona di San Siro, con la possibilità di far diventare il Meazza un’attrazione 365 giorni all’anno. Stadio moderno, quindi, ma anche e soprattutto attività commerciali strettamente collegate all’impianto, che possano far lievitare i guadagni. Suning ci crede e il presidente Steven Zhang è convinto che con 150 milioni si potrebbe mettere mano a San Siro e ottenere un grande rientro economico. Lo stesso vale per Elliott: forte dell’esperienza all’Arsenal, il nuovo a.d. Ivan Gazidis ben conosce la centralità dello stadio nei piani di valorizzazione del brand. E la presenza diretta di Scaroni la dice lunga sull’attenzione che il Milan riserverà al progetto, nell’ottica di aumentare un fatturato fermo da troppi anni.