La rincorsa senza il vero Perisic E Spalletti prova ad accentrarlo
●>ispetto alle prime 11 giornate dello scorso campionato il croato ha realizzato meno gol e assist, ma è anche sotto nelle occasioni create, nei tiri e nei dribbling
Non una faccia triste, ma nemmeno il ritratto della felicità. È un periodo particolare per Ivan Perisic, l’uomo chiave secondo Spalletti per l’assalto alle big del campionato. Un’investitura importante fatta in estate, mentre l’esterno volava con la sua Croazia verso la finale del Mondiale in Russia e l’Inter respingeva in tutti i modi gli assalti dei miglior club europei per Perisic: «Non mi sorprendono le parole di stima di Mourinho – disse Spalletti nel giorno della prima conferenza stagionale – però noi Ivan ce lo teniamo stretto. Lui quest’anno sarà il nostro Cristiano Ronaldo: per caratteristiche fisiche e di resistenza e l’unico giocatore che si può accostare al portoghese». Parole forti, che sottolineano l’enorme stima che il tecnico di Certaldo nutre per il suo esterno, non a caso uno dei tre giocatori sempre in campo in questa prima parte di stagione insieme ad Handanovic e Politano. Eppure il rendimento di Perisic stenta a decollare, forse anche influenzato da una preparazione iniziata molto tardi a causa dello straordinario secondo posto mondiale. Fin qui due reti e due assist in campionato ma zero acuti in Champions. CONFRONTO Il momento difficile di Perisic è fotografato dai numeri. Rispetto alle prime undici partite dello scorso campionato il croato ha fatto meglio soltanto per i cross effettuati su azione (63 di quest’anno contro i 54 del 2017-18), merito anche di una manovra interista nettamente migliore nelle idee e nella fluidità, dove l’amico Brozo ha finalmente trovato i tempi da vero regista. Ma il resto del bilancio è in rosso, a cominciare dai gol realizzati: Perisic non segna in campionato da due mesi (1 settembre, 0-3 a Bologna) e il conto delle reti è fermo a 2, contro le 4 delle prime 11 dello scorso torneo. In più, ha giocato meno minuti (779 contro 990) ed è dietro negli assist (2 contro 5), nei tiri in porta (8 a 12), nei tiri complessivi (31 a 37), nelle occasioni create (19 a 27) e nei dribbling riusciti (8 a 11).
NUOVO SISTEMA Forse anche per questo motivo Spalletti può sorridere. Perché prima o poi Perisic tornerà sui suoi livelli, e allora l’Inter aumenterà i giri del motore e la forza d’urto offensiva. Luciano era partito sin dall’inizio con l’idea di avvicinare Perisic alla porta, e non a caso aveva cominciato a lavorare su un 3-4-2-1 in cui il croato doveva agire sulla linea di Nainggolan, dietro a Icardi. L’intenzione era tenerlo più nel vivo del gioco, nelle zone in cui la gara spesso di decide. E il recente passaggio al 4-3-3 può essere anche visto in questa chiave: Perisic più stretto accanto a Icardi, più vicino alla porta e più disponibile al dialogo tra le linee o all’imbucata per il taglio in profondità delle mezzali. Quando la condizione migliorerà, torneranno i gol e le fiammate. E Ivan ritroverà sorriso e leadership tecnica.