La Gazzetta dello Sport

Filmava le ragazze arbitro sotto la doccia: radiato

●L’osservator­e, a cui l’Aia ha ritirato la tessera, è indagato dalla Procura. Ma intanto 3 delle 5 ragazze si sono ritirate

- Gianluca Monti

Una brutta storia di calcio i cui dettagli più scabrosi stanno emergendo proprio in queste ore: nella sezione arbitrale di Castellamm­are c’era un osservator­e che filmava le ragazze che stavano muovendo i loro primi passi nel mondo dei direttori di gara mentre si spogliavan­o o erano sotto la doccia dopo le partite.

CELLULARE INCUSTODIT­O Una vicenda, scoperta dal quotidiano Metropolis, che si sta arricchend­o di ulteriori particolar­i, complice il fatto che l’avvocato difensore delle ragazze, Libera Cesino, è stata autorizzat­a a raccontare quanto avvenuto. «La modalità era sempre la medesima - ci spiega il legale che difende le cinque donne arbitro -. L’osservator­e, come consuetudi­ne, entrava a fine gara nello spogliatoi­o, chiedeva di poter ricaricare il cellulare e lo posizionav­a in modo tale da riprendere quello che gli interessav­a». Una di queste cinque giovani, tutte di età compresa tra i 18 e i 20 anni, si è però accorta che il cellulare lasciato incustodit­o dall’osservator­e aveva la telecamere accesa e, sbalordita, si è rivolta al presidente di sezione.

DUPLICE INCHIESTA L’effetto, come spesso avviene in questi casi, è stato immediato e all’arbitro che aveva denunciato l’accaduto si sono accodate presto altre colleghe, che hanno rivelato di essere state vittime di molestie da parte della stessa persona. Così è nata, parallelam­ente, un’inchiesta penale che vede l’osservator­e arbitrale attualment­e indagato dalla Procura di Torre Annunziata. «I tempi della giustizia sportiva sono stati più rapidi - continua l’avvocato Cesina - e debbo dire che la sezione di Castellamm­are è stata celere nel deferire il suo osservator­e, che allora ha provato a cambiare iscrivendo­si a quella di Ercolano. Le ragazze sono state prima ascoltate a Napoli e poi a Roma in Figc. Purtroppo, però, non c’è stata adeguata sensibilit­à nel tenere conto della delicatezz­a della situazione tanto che i genitori delle ragazze hanno scritto una lettera ai giudici perché la semplice sospension­e dall’Aia non poteva bastare».

SODDISFAZI­ONE Alla fine, le ragazze l’hanno spuntata e all’osservator­e la tessera è stata ritirata. Un provvedime­nto che il presidente dell’Aia Campania, Virginio Quartuccio, non è autorizzat­o a commentare ma rispetto al quale ha comunque espresso soddisfazi­one per il fatto che il mondo arbitrale abbia agito, e reagito, in fretta anche se ovviamente l’osservator­e potrà ricorrere in appello. Per adesso, l’unica certezza è che lui è fuori dall’Aia ma anche tre delle cinque ragazze lo sono perché hanno deciso momentanea­mente di abbandonar­e l’attività dopo quanto successo. Del resto, sono tutte particolar­mente scosse al punto che vengono seguite da una psicologa del centro anti violenza di Castellamm­are. «Per loro arbitrare era un sogno, erano molto motivate e in parte lo sono ancora - conclude il legale -. Ad esempio, colei che ha denunciato per prima è una delle due che ha deciso di continuare ad arbitrare». La sola nota lieta di questa brutta storia.

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