La Gazzetta dello Sport

«Mancini e Palacio i miei veri maestri Col Palermo in A, poi nessun limite»

●«Adoro questa città per la passione che trasmette La mia laurea? Così dopo il calcio sarò autonomo»

- Fabrizio Vitale

L’attrazione fatale per il gol è anche un appuntamen­to con il destino. Un tema ricorrente nella giovane carriera di George Puscas. I due gol vincenti allo scadere contro Lecce e Cosenza sono la continuazi­one di un percorso intrapreso. A Benevento, dopo una stagione con tre infortuni, ai playoff piazza tre reti che valgono la A. Anche lo storico primo punto nel massimo campionato dei campani ha la sua firma, nel rocamboles­co

2-2 con il Milan acciuffato nei secondi finali con la rete epica di Brignoli, suo compagno oggi a Palermo. Il romeno a giocare con la sorte ci ha preso gusto. «E’ vero, diciamo che mi sento fortunato per il lavoro che faccio. Se metti passione e sacrificio è giusto che tutto ritorni. Ringrazio Dio, per i risultati che stanno arrivando, ma so che ne arriverann­o di più importanti».

Dall’Inter al Palermo, ci ha pensato un po’ in estate, poteva sembrare un passo indietro...

«E’ stata la scelta giusta, l’ho pensato anche i primi giorni che ero qui, ho visto una società che mi ha voluto a tutti costi. Sono venuto per dimostrare il mio valore e andare in A».

La panchina potrebbe deprimere, invece lei entra e decide.

«Ho sempre avuto questa voglia di dimostrare, so che ho tanto da far vedere. Non importa quanto gioco, dieci, cinque minuti, la partita si può sempre risolvere».

Quanto conta avere un ex attaccante come allenatore?

«Stellone ci spiega tanto, ci trasmette il suo vissuto, per noi attaccanti è importante, perché abbiamo sempre da imparare».

All’Inter ha avuto un vero e proprio fuoriclass­e?

«Mancini è stato fondamenta­le, mi ha fatto capire che potevo diventare un giocatore importante, mi ha voluto in prima squadra, mi ha fatto esordire in A e in Europa League. Restava dopo gli allenament­i a insegnarmi movimenti davanti alla porta. Ora applico questi insegnamen­ti».

Come ha convinto l’Inter?

«Giocavo in B nel Bihor Oradea, avevo 15 anni, feci due gol in dieci partite ed entrai nel giro dell’Under 17, mi facevano stare con quelli più grandi. A 16 anni mi chiamò l’Arsenal per un provino a Londra, andò benissimo. Feci anche un allenament­o con Wenger. Fino a quell’età in Inghilterr­a o si vive con in genitori o si va in una famiglia. Io ero solo, mi dissero che avrebbero aspettato un anno. Nel frattempo l’Inter mi volle a Milano senza nemmeno un provino. Dissi all’Arsenal che non volevo aspettare e venni in Italia».

E lì con chi ha legato?

«Zanetti e Cambiasso sono stati un esempio, Palacio mi ha dato molti consigli, sono cresciuto con lui».

Ha trovato il tempo anche di laurearsi.

«Sì, in Economia Aziendale, ho fatto per tre anni avanti e indietro dalla Romania, sto finendo il 2° anno del master».

Cosa vuol fare da grande?

Puscas davanti a uno storico lido di Mondello, spiaggia di Palermo VITALE Con la Romania dopo la qualificaz­ione a Euro U21 2019 ●3 Ancora George a Mondello VITALE

«Prima livello, posso dipendere diventare poi, avendo da un me». giocatore la laurea, di Con «Puskas una si è K entra stato al posto un nella mito della legenda. per C nel l’Ungheria. cognome, per Voglio la Romania, diventare entrando importante nella adesso storia, con la come prima abbiamo qualificaz­ione fatto a un Europeo Under 21». Cosa «La passione l’ha colpita per di il Palermo? calcio». Ma «I tifosi lo stadio verranno, è semi specie deserto. con la A. Bari Il e Sud Benevento. già lo conoscevo La gente è dopo gentile ma non invadente». Oltre a pensare in grande, cosa fa Puscas nel tempo libero? «Guardo calcio, film e serie tv. Ora mi sono fissato con La casa di carta. E stando a Mondello mi godo il mare, la tranquilli­tà e il caldo di questa terra». Una fidanzata?

«No, sto bene così, una relazione toglierebb­e energie ai miei obiettivi. Quando stacco dal calcio mi piace divertirmi, adoro i vestiti, a rischio di sembrare un tamarro, e andare alle feste con gli amici». Social preferito?

«Solo Instagram». Il suo “nick” è Puski...

«Ah, è solo un soprannome che ho da piccolo». Idoli?

«Fernando Torres e Deco da bambino, poi Ibrahimovi­c». Un aggettivo per il Palermo.

«Emozionant­e, per quello che stiamo facendo e pensando all’obiettivo finale. Ho i brividi». Paragoni con il suo Benevento?

«Il Palermo è più forte. Lì c’era un grande gruppo, ma non si pensava alla promozione. Qui si respira l’aria di una squadra che vuole il salto, per il calcio che giochiamo e per il tipo di allenament­i che facciamo». Se lo ritroverà di fronte in un trittico che inizia con il Pescara e proseguirà con il Verona. «Lotteranno con noi per la Serie A. Dobbiamo imporre la nostra forza già da domani sera». Dieci gol tra Serie A e B la scorsa stagione. E ora? «Li supero, voglio sempre di più».

LE PASSIONI «Adoro vestirmi, anche a costo di sembrare un tamarro...»

«Guardo tanto calcio, impazzisco per le serie in tv e il mare di Mondello»

SI FERMAVA DOPO L’ALLENAMENT­O PER INSEGNARMI I MOVIMENTI

SU MANCINI

SUO ALLENATORE ALL’INTER

PUSKAS MITO DELL’UNGHERIA, PUSCAS MAGARI LO SARÀ IN ROMANIA

SUI COGNOMI

UNA LETTERA DI DIFFERENZA

SI PUÒ CAMBIARE UNA PARTITA ANCHE GIOCANDO CINQUE MINUTI

I GOL NEL RECUPERO FAME DI SUCCESSO

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