La Gazzetta dello Sport

DOLOMITI FERITE CASSANI IN BICI TRA LA GENTE DEL GIRO D’ITALIA

- IL RACCONTO di ANDREA BERTON INVIATO A FELTRE (BELLUNO)

Davide Cassani respira ciclismo da quando era alto così. Vive di ciclismo. Lo mastica e lo risputa fuori levigato, modellato, sotto forma di storie, aneddoti e leggende che sanno incantare. Di lavoro oggi rappresent­a l’Italia: è il ministro del ciclismo, il responsabi­le di tutte le Nazionali e dopo aver vissuto il ciclismo pedalato e quello raccontato, ora passa il suo sapere ai giovani. Come c.t. azzurro rappresent­a idealmente tutto il ciclismo italiano nel viaggio che la Gazzetta ha voluto fare sulle montagne più belle del mondo, lungo le strade su cui il Giro d’Italia ha dipinto gli affreschi più emozionant­i. Una testimonia­nza d’affetto nella quale ci siamo fatti accompagna­re anche dall’olimpionic­o dello sci di fondo Cristian Zorzi, moenese della Val di Fassa, da Davide Malacarne, l’ex profession­ista più rappresent­ativo del ciclismo bellunese negli ultimi anni, e da Andrea Peron, già campione italiano a cronometro, che queste zone le frequenta per lavoro e per passione. «La mia prima volta sulle Dolomiti fu nel 1977 – racconta Davide –. Venni in vacanza a Moena: ero un bimbo al luna park. Provai tutte le salite della zona: San Pellegrino, Pordoi, Sella, Fedaia, Costalunga e me ne innamorai».

PARADISO E INFERNO LA MARMOLADA DI PANTANI Davide ci guida ai Serrai di Sottoguda, nel comune di Rocca Pietore. Qui inizia il tratto più duro della salita della Marmolada. Fu qui che Marco Pantani spiccò il volo verso la sua prima maglia rosa, 20 anni fa. Il ciclismo a volte è inferno, ma sa essere paradiso. «Questa è la strada più bella che io abbia mai percorso in bici», dice Cassani soppesando le parole, per far capire che non le ha scelte a caso. Ora quella strada non c’è più. La gola scavata nella roccia dal torrente Pettorina, che l’inverno trasforma in una cattedrale di ghiaccio, è sommersa dai detriti: percorrerl­a è impossibil­e. «Qui c’era un’atmosfera unica. Era un paradiso, in poche ore si è trasformat­a in inferno» dice Davide. Il viavai dei mezzi della Provincia di Belluno è incessante. Camion carichi di detriti, roccia, fango, pietrisco che la violenza degli elementi ha scaraventa­to giù fino in paese, vengono portati via. Tappa importante del nostro viaggio di solidariet­à.

FEDERICO E MICHELE SONO GLI ANGELI

Federico Dell’Antone ha 24 anni. Il suo sudore è linfa, il suo sorriso è speranza. È uscito dalla Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo da poche ore, sei mesi dopo l’ultima libertà, e ha già la pala in mano. «Ho superato l’esame per diventare finanziere e questo è il premio» dice Federico. Poi si china e ricomincia a spalare il fango che gli ha invaso la casa. Mentre ci parla, sorride. E mentre sorride, guarda Michele. Anche lui ha 24 anni e una pala in mano. Anche lui non usciva dalla caserma da mesi, ma a differenza di Federico, Michele De Bettin non abita ai piedi dei Serrai di Sottoguda, viene dal Comelico, e la sua famiglia e la sua casa hanno avuto un po’ più di fortuna. «Sei mesi che non

IN VENETO E TRENTINO, SULLE STRADE DISTRUTTE DALL’URAGANO, ABBIAMO PEDALATO CON IL C.T. CHE HA PORTATO L’AFFETTO DEL CICLISMO. MANGHEN: CROLLATI 7 KM DI STRADA. SPUNTANO GLI «ANGELI DELLA MARMOLADA»

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 ??  ?? L’INCUBO: 29 E 30 OTTOBRE DANNI PER 1 MILIARDO Un’apocalisse: è quella che ha investito Bellunese e Trentino il 29 e il 30 ottobre. Danni ingenti a tutto l’ecosistema: e il vento a oltre 200 km/h ha schiantato intere foreste. Il Giro d’Italia 102 vivrà uno dei giorniclou nelle stesse zone: ci siamo andati per dare e ricevere speranza
L’INCUBO: 29 E 30 OTTOBRE DANNI PER 1 MILIARDO Un’apocalisse: è quella che ha investito Bellunese e Trentino il 29 e il 30 ottobre. Danni ingenti a tutto l’ecosistema: e il vento a oltre 200 km/h ha schiantato intere foreste. Il Giro d’Italia 102 vivrà uno dei giorniclou nelle stesse zone: ci siamo andati per dare e ricevere speranza
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