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●●rosso si affida al Pazzo per rialzare l’Hellas «Si è allenato benissimo, è un esempio per tutti»
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L’emergente sfida a distanza il capitano, il nuovo che avanza contro il vecchio che sfida il passare del tempo. Alfredo Donnarumma e Giampaolo Pazzini: il derby Brescia-Verona, delicato di suo per storia e classifica, vive anche sui momenti opposti dei due centravanti.
GIA’ LEADER Vice capocannoniere l’anno scorso a Empoli con 23 gol, è rimasto in Serie B e a Brescia ha capito subito come giocare con Torregrossa, che proprio con l’Hellas aveva cominciato la carriera senza però essere compreso del tutto. Il Donnarumma che non para ma segna (e molto) è già arrivato a quota 7 in 606 minuti (con una tripletta contro il Padova), uno a partita, non male come media. E’ in testa nella classifica cannonieri con Mancuso del Pescara e promette di non fermarsi, perché l’intesa con il nuovo partner è già buona e le cifre confermano che lui ha saputo esprimersi al meglio quando a emergere erano anche i compagni di reparto: è success o con Lapad ula al Teramo, con Coda alla Salernitana e con Caputo all’Empoli la scorsa stagione. La sua stagione migliore, culminata con la promozione in A, poi lasciata agli altri: l’onda lunga di quell’ottimo campionato è arrivata fino a Brescia.
UN MESE IN PANCHINA Pazzini sta invece attraversando un momento complicato (eufemismo). Giocava poco con Pecchia, ha giocato poco con Grosso. Che però, per la partita più difficile dell’andata, ha deciso di scaldare il capitano. Il tecnico del Verona ha bisogno di punti per rinsaldare una posizione che, in caso di sconfitta, si farebbe fragile. Dopo un mese in panchina, la chiamata per il capitano è nell’aria. Gli ultimi minuti in campo risalgono alla gara da titolare con il Lecce. Era il 5 ottobre: l’Hellas perse 2-0 e, da quel momento, le certezze gialloblù si incrinarono. Poi il pari di Venezia, la vittoria di lotta con il Perugia, la sconfitta ammaccante di Ascoli e l’1-1 tra i fischi con la Cremonese. Pazzini è rimasto fuori, adesso può rientrare: «Giampaolo è un esempio per tutti. In settimana si è allenato benissimo. Prima non ha giocato per mia decisione, ma confermo quanto ho sempre detto: le sue qualità sono e saranno utili. Già dalla partita col Brescia». Arriva così, l’endorsement di Grosso a Pazzini. Il tecnico ha avuto dal centravanti le risposte che si attendeva, è pronto a dargli spazio. Dall’inizio? Gli indizi portano a questa conclu- sione: Pazzini ha segnato finora tre gol (più uno in Coppa Italia), quanto gli basta per essere il capocannoniere dell’Hellas. Tutti firmati con il Carpi: due rigori, più un tocco di destrezza sull’assist di Matos. Per tre volte è stato titolare, dopo ha raccolto un paio di spezzoni da subentrato, con il Padova e a Salerno, mentre a Crotone non c’era, bloccato da un affaticamento. Le scelte di Grosso si sono orientate in diverse direzioni: Tupta dal 1’ con la Salernitana e la Cremonese. Di Carmine a Venezia, con il Perugia e ad Ascoli. Ma la rotazione delle punte escludeva Pazzini. Adesso Grosso ne stuzzica l’orgoglio, quello del giocatore più acclamato dal pubblico. Un Pazzo in rampa di lancio, dunque, per un Verona che, Grosso non lo nasconde, vive delle difficoltà da cui deve tirarsi fuori alla svelta. Niente alibi per l’Hellas: «I fischi dopo il pareggio con la Cremonese sono il termometro di quanto stiamo facendo. L’obiettivo è lavorare per cambiare rotta».
GARANZIA L’attaccante di Corini ha trovato subito l’intesa con Torregrossa: è capocannoniere insieme a Mancuso