Parola ai maest «CORAGGIO PIÙ PRESSING: MILAN, VAI OLTRE I LIMITI»
LO STADIO STRAPIENO È BENZINA PER I GIOCATORI
LA SQUADRA PROPONE, IL PROBLEMA È IL NON-POSSESSO
ARRIGO SACCHI EX ALLENATORE MILAN LAVORO ENORME, HA RIDATO DIGNITÀ A UNA SQUADRA CHE L’AVEVA PERSA
ARRIGO SACCHI SU RINO GATTUSO
L’EX TECNICO ROSSONERO: «RIDURRE GLI ASSIST A CR7, COME FACEVAMO NOI CON MARADONA. E IL PIPITA VA SERVITO RASOTERRA, NON COI CROSS»
Prego, Sacchi, si accomodi: quella è la panchina del Milan. Come si affronta la Juve?
«Faccio una premessa: non mi avete mica dato un lavoro semplice, il Milan ha una montagna di infortunati e deve affrontare la partita della vita in condizioni precarie».
Verissimo, ma domani sera si va in campo: non ci si può tirare indietro.
«Per carità, una squadra impaurita è il miglior regalo che si possa fare all’avversario. Allora io dico che si deve guardare negli occhi la Juve, non ci si deve spaventare e si deve giocare con coraggio».
Alla garibaldina, intende?
«Non esageriamo. Non pretendo che il Milan pressi là in attacco, ma non vorrei nemmeno vederlo difendersi nella sua area. Mi accontenterei di una via di mezzo. L’equilibrio in fase di non possesso può essere la chiave della sfida».
I rossoneri sono reduci da una partita massacrante in Europa League. Quanto peserà?
«Tantissimo. Giocare il giovedì sera, per di più in trasferta, è un handicap. Pensate: dopo la gara di Siviglia, i ragazzi sono saliti in aereo e rientrati a Milanello, saranno andati a dormire alle quattro di notte, come volete che si recuperino le energie? Ci sono soltanto 48 ore per preparare la partita con la Juve: poco, pochissimo».
Anche la Juve è stata impegnata in Champions League.
«Sì, ma il mercoledì sera e ha giocato in casa. Sono situazioni diverse. E poi Juve e Milan mica hanno gli stessi organici».
Il pubblico può aiutare la squadra di Gattuso.
«Dal punto di vista delle motivazioni, non ci sono problemi. Queste sfide sono speciali, lo stadio strapieno è benzina per i giocatori. Quello che mi chiedo è: fisicamente il Milan riuscirà a reggere il confronto? Gattuso finora ha compiuto un lavoro enorme, soprattutto a livello psicologico: ha ridato dignità a una squadra che l’aveva smarrita, ha fatto capire ai giocatori che cosa significa essere al Milan. Però...».
Dica, ha qualche perplessità?
«Però la Juve ha un potenziale enorme. Ha uomini che, in un lampo, possono decidere il risultato. Non soltanto Cristiano Ronaldo, ma anche Dybala, Cuadrado, Mandzukic, e scusate se me ne dimentico qualcuno. Campioni fantastici».
E come si fermano questi campioni?
«Per mettere sotto la Juve servono organizzazione, grande fisicità, velocità nella distribuzione del pallone e aggressività. Il pressing diventa fondamentale e purtroppo, finora, il Milan non pressa molto bene. Però io credo che sia determinante tenere gli avversari lontani dalla porta. Dalle mie parti si dice: se ti porti il beccamorto in casa, è un brutto segnale. Sottoscrivo. La Juve, a settanta metri dall’area rossonera, è pericolosa ma si può arginare. Se invece si avvicina a Donnarumma, cominciano i guai».
Quindi: pressing, pressing e ancora pressing?
«Se si potesse, sì. Ma non so se il Milan è attrezzato per farlo. Dei rossoneri apprezzo la volontà di giocare, sempre e comunque. Il difetto sta quando la palla ce l’hanno gli altri: va recuperata in zona più offensiva. Gli attaccanti dovranno infastidire i difensori bianconeri poco prima che questi superino la metà campo».
E Ronaldo come si marca?
«Con la squadra. Quando il mio Milan giocava contro il Napoli di Maradona, io dicevo: l’importante è fargli arrivare pochi palloni, meno di quelli che gioca di solito. E si può arrivare a questo risultato soltanto attraverso il pressing. Se fai in modo che Cristiano non sia alimentato, lo togli dalla partita perché lui è un terminale».
Il Milan come deve attaccare?
«Partiamo da un dato di fatto: la Juve è superiore come individualità, dunque il Milan dovrà cercare di vincere attraverso il gioco, il collettivo e le idee. Le azioni offensive dovranno essere alternate: si va sulle fasce per allargare gli avversari e poi li infila al centro. E Higuain, se avrà recuperato, può essere determinante per applicare questa soluzione».
Come si serve il Pipita?
«Non con i cross, e il Milan ne fa ancora troppi. Lui ha bisogno del pallone rasoterra, è abituato a venire incontro al compagno, dialoga volentieri».
Gattuso starà studiando e, conoscendolo, sarà già in clima partita.
«Ringhio è un fenomeno, credetemi. Ha dato un’anima al Milan, ha portato orgoglio, senso di appartenenza. E poi fa praticare un buon calcio, propositivo: al Milan mancano soltanto un po’ di velocità e un po’ di pressing. Però questi ragazzi non mollano mai, vincono le partite anche all’ultimo secondo. E Rino è uno che dà la vita per il calcio e per i suoi giocatori».
Pronostico secco?
«Sulla carta la Juve è favorita, perché il Milan è in precarie condizioni. Però il calcio è come la vita: non sai mai che cosa ti può succedere».