La Gazzetta dello Sport

Parola ai maest «CORAGGIO PIÙ PRESSING: MILAN, VAI OLTRE I LIMITI»

- L’INTERVISTA di ANDREA SCHIANCHI

LO STADIO STRAPIENO È BENZINA PER I GIOCATORI

LA SQUADRA PROPONE, IL PROBLEMA È IL NON-POSSESSO

ARRIGO SACCHI EX ALLENATORE MILAN LAVORO ENORME, HA RIDATO DIGNITÀ A UNA SQUADRA CHE L’AVEVA PERSA

ARRIGO SACCHI SU RINO GATTUSO

L’EX TECNICO ROSSONERO: «RIDURRE GLI ASSIST A CR7, COME FACEVAMO NOI CON MARADONA. E IL PIPITA VA SERVITO RASOTERRA, NON COI CROSS»

Prego, Sacchi, si accomodi: quella è la panchina del Milan. Come si affronta la Juve?

«Faccio una premessa: non mi avete mica dato un lavoro semplice, il Milan ha una montagna di infortunat­i e deve affrontare la partita della vita in condizioni precarie».

Verissimo, ma domani sera si va in campo: non ci si può tirare indietro.

«Per carità, una squadra impaurita è il miglior regalo che si possa fare all’avversario. Allora io dico che si deve guardare negli occhi la Juve, non ci si deve spaventare e si deve giocare con coraggio».

Alla garibaldin­a, intende?

«Non esageriamo. Non pretendo che il Milan pressi là in attacco, ma non vorrei nemmeno vederlo difendersi nella sua area. Mi accontente­rei di una via di mezzo. L’equilibrio in fase di non possesso può essere la chiave della sfida».

I rossoneri sono reduci da una partita massacrant­e in Europa League. Quanto peserà?

«Tantissimo. Giocare il giovedì sera, per di più in trasferta, è un handicap. Pensate: dopo la gara di Siviglia, i ragazzi sono saliti in aereo e rientrati a Milanello, saranno andati a dormire alle quattro di notte, come volete che si recuperino le energie? Ci sono soltanto 48 ore per preparare la partita con la Juve: poco, pochissimo».

Anche la Juve è stata impegnata in Champions League.

«Sì, ma il mercoledì sera e ha giocato in casa. Sono situazioni diverse. E poi Juve e Milan mica hanno gli stessi organici».

Il pubblico può aiutare la squadra di Gattuso.

«Dal punto di vista delle motivazion­i, non ci sono problemi. Queste sfide sono speciali, lo stadio strapieno è benzina per i giocatori. Quello che mi chiedo è: fisicament­e il Milan riuscirà a reggere il confronto? Gattuso finora ha compiuto un lavoro enorme, soprattutt­o a livello psicologic­o: ha ridato dignità a una squadra che l’aveva smarrita, ha fatto capire ai giocatori che cosa significa essere al Milan. Però...».

Dica, ha qualche perplessit­à?

«Però la Juve ha un potenziale enorme. Ha uomini che, in un lampo, possono decidere il risultato. Non soltanto Cristiano Ronaldo, ma anche Dybala, Cuadrado, Mandzukic, e scusate se me ne dimentico qualcuno. Campioni fantastici».

E come si fermano questi campioni?

«Per mettere sotto la Juve servono organizzaz­ione, grande fisicità, velocità nella distribuzi­one del pallone e aggressivi­tà. Il pressing diventa fondamenta­le e purtroppo, finora, il Milan non pressa molto bene. Però io credo che sia determinan­te tenere gli avversari lontani dalla porta. Dalle mie parti si dice: se ti porti il beccamorto in casa, è un brutto segnale. Sottoscriv­o. La Juve, a settanta metri dall’area rossonera, è pericolosa ma si può arginare. Se invece si avvicina a Donnarumma, cominciano i guai».

Quindi: pressing, pressing e ancora pressing?

«Se si potesse, sì. Ma non so se il Milan è attrezzato per farlo. Dei rossoneri apprezzo la volontà di giocare, sempre e comunque. Il difetto sta quando la palla ce l’hanno gli altri: va recuperata in zona più offensiva. Gli attaccanti dovranno infastidir­e i difensori bianconeri poco prima che questi superino la metà campo».

E Ronaldo come si marca?

«Con la squadra. Quando il mio Milan giocava contro il Napoli di Maradona, io dicevo: l’importante è fargli arrivare pochi palloni, meno di quelli che gioca di solito. E si può arrivare a questo risultato soltanto attraverso il pressing. Se fai in modo che Cristiano non sia alimentato, lo togli dalla partita perché lui è un terminale».

Il Milan come deve attaccare?

«Partiamo da un dato di fatto: la Juve è superiore come individual­ità, dunque il Milan dovrà cercare di vincere attraverso il gioco, il collettivo e le idee. Le azioni offensive dovranno essere alternate: si va sulle fasce per allargare gli avversari e poi li infila al centro. E Higuain, se avrà recuperato, può essere determinan­te per applicare questa soluzione».

Come si serve il Pipita?

«Non con i cross, e il Milan ne fa ancora troppi. Lui ha bisogno del pallone rasoterra, è abituato a venire incontro al compagno, dialoga volentieri».

Gattuso starà studiando e, conoscendo­lo, sarà già in clima partita.

«Ringhio è un fenomeno, credetemi. Ha dato un’anima al Milan, ha portato orgoglio, senso di appartenen­za. E poi fa praticare un buon calcio, propositiv­o: al Milan mancano soltanto un po’ di velocità e un po’ di pressing. Però questi ragazzi non mollano mai, vincono le partite anche all’ultimo secondo. E Rino è uno che dà la vita per il calcio e per i suoi giocatori».

Pronostico secco?

«Sulla carta la Juve è favorita, perché il Milan è in precarie condizioni. Però il calcio è come la vita: non sai mai che cosa ti può succedere».

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