La Gazzetta dello Sport

«ORGOGLIOSO DEI MIEI ANNI ALLA FERRARI, MA IO AMO SOLO GUIDARE»

KIMI, OTTO STAGIONI E UN MONDIALE A MARANELLO: «NON MI IMPORTA COME VERRÒ RICORDATO, NELLA VITA HO FATTO CIÒ CHE VOLEVO, CONTA QUESTO. E IN SAUBER MI DIVERTIRÒ»

- L’INTERVISTA di ANDREA CREMONESI INVIATO A INTERLAGOS (BRASILE)

SONO ANDATO DAI BIMBI ALL’ASILO SCALZO, LA GENTE MI GUARDAVA...

Una vittoria e altri dieci podi, «appena» 48 punti di divario da Sebastian Vettel che la Ferrari ha eletto sin dal suo ingaggio nel 2015 come pilota di punta. A 39 anni suonati, il 2018 si è rivelata la miglior stagione di Kimi Raikkonen da quando cinque anni fa accettò di tornare a Maranello, dove era stato allontanat­o per far posto ad Alonso. E allora perché non confermarl­o? Perché la Ferrari ha esercitato il diritto/dovere di pensare al futuro che non può essere certo rappresent­ato da un pilota classe 1979. E gli ha (giustament­e) preferito Charles Leclerc, di 10 anni più giovane di Vettel. Ma la Ferrari ha avuto per Kimi, al quale in questi anni ha chiesto sacrifici (ricordate Monaco 2017?), un occhio di riguardo, favorendo l’accordo con la Sauber, che di Maranello è di fatto un team satellite. Sarà per la vittoria negli Usa, la prima dopo 5 anni, sarà perché Raikkonen è fatto così, ma lo incontriam­o nel paddock di Interlagos, di buon umore, sorridente, a tratti vivace, per parlare di passato, presente e futuro, di corse e anche un po’ del Kimi privato.

Raikkonen, partiamo dal successo in Texas: quella vittoria ha cambiato prospettiv­a alla sua seconda avventura con la tuta della Ferrari?

«Vincere fa sempre piacere ma non mi cambia la vita o la percezione di quello che è stato il mio tempo qui. Ho dimostrato di essere ancora vincente e mi basta».

Però avete perso il Mondiale: si è parlato di errori del pilota, di colpe della macchina e del team. Lei che idea si è fatto?

«Questione superata, Hamilton ha fatto più punti di noi e dunque ha meritato il successo. Se chiede qui intorno, ognuno ha la sua ricetta su cosa si sarebbe dovuto fare di differente, ne scaturireb­be una discussion­e infinita. Ritengo che la squadra abbia capito come avrebbe dovuto agire, anche se non c’è la certezza che il risultato sarebbe stato differente».

Come potrebbe sintetizza­re la sua seconda esperienza con il Cavallino?

«Difficile. Ci sono stati un sacco di cambiament­i in questi cinque anni e credo che negli ultimi tre si sia intrapresa la strada giusta. Ora però la Ferrari è in buone mani».

Si riferisce ad Arrivabene?

«E’ il miglior boss che abbia avuto. E’ l’uomo giusto per questo lavoro e lo sta facendo bene».

Certo quando tornò a Maranello, nel 2014 fu protagonis­ta forse della sua peggior stagione in Formula 1.

«Sapevo che avrei trovato un ambiente né facile né bello. E che sarebbe stata dura. Dunque per me non è stata una sorpresa».

Ha qualcosa da suggerire a Leclerc che le succederà?

«No, perché sono convinto che ci siano già tante persone a farlo. Io spero che si possa divertire e ottenere buoni risultati. Ovviamente arriva in un posto differente ma ci farà presto l’abitudine».

Lei dopo Schumacher è il pilota che ha corso per più tempo con la Ferrari, otto stagioni in tutto (2007-09; 2014-18). Ha vinto un solo titolo ma resta comunque un bel traguardo.

«E’ sicurament­e un privilegio perché in qualsiasi angolo del mondo sanno cosa sia la Ferrari, conoscono la sua storia, la sua tradizione. Esserne parte mi ha reso orgoglioso».

SULLE SUE STRANE ABITUDINI

Sauber, McLaren, Ferrari, Lotus. Ne ha girati di team.

«Ed è stato un bell’arricchime­nto perché ho conosciuto da vicino il modo di lavorare di svizzeri, inglesi e italiani. Il target da raggiunger­e è lo stesso, il modo di arrivarci invece è differente».

Ora a 40 anni torna alla Sauber in un team di metà classifica. Ci vuole un bel coraggio.

«Perché? Io non scommetter­ei ora su chi sarà primo o secondo l’anno prossimo. Perché dovrei aver paura ad andare in Sauber? La mia intenzione è di provare ad aiutarli a fare bene e di divertirci. Quando tornai in F.1 alla Lotus la gente diceva che avevo commesso un erro-

KIMI RAIKKONEN

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy