La Gazzetta dello Sport

Higuain di fuoco CR7 di ghiaccio Milan-Juventus la galassia del gol

●Il Diavolo in emergenza si affida all’orgoglio ferito del Pipita. Cristiano cerca il primo gol a San Siro

- Luigi Garlando

La differenza più vistosa tra Cristiano Ronaldo e Gonzalo Higuain è che il primo in campo sorride spesso, anche quando sbaglia, mentre il secondo appare sempre arrabbiato, anche quando segna. Come se CR7 consideras­se l’errore uno scherzo del destino completame­nte assoggetta­to alla sua volontà, un’eccezione da riderci sopra, appunto. Il Pipita invece cova l’eterno sospetto che il destino gli stia tramando contro, dopo tante finali amare, perciò ogni pallone che scaraventa in rete è un urlo di rivincita. È qui, nella testa, nella gelida gestione delle proprie potenziali­tà, nella forza di volontà, che si è scavato il baratro tra i due; è qui che il portoghese ha staccato l’argentino per 5 Palloni d’oro a zero, perché quanto a talento puro non c’è tutta questa differenza. Anzi, arriviamo a dire che per qualità tecnica e varietà di colpi, Higuain è attaccante più completo. Stanotte si guarderann­o negli occhi, sono i totem di Milan e Juve che accenderà San Siro. Il Pipita, scaricato dalla Signora, brucia d’orgoglio. Gattuso, non a caso, ha detto: «Per il carattere che ha deve stare tranquillo. E godersi la partita». Anche Rino lo sa: la testa è tutto.

VESUVIO E TORINO Cristiano arrivò a Manchester e decise: «Diventerò bello e il più forte di tutti». Lo ha fatto. Ha piegato il futuro alla sua volontà come un cucchiaino. Era un nerd con i denti storti e gialli. Si è messo l’apparecchi­o, oggi ha un sorriso bianco da spot. Cominciò a segnare, non ha più smesso. Tra United e Real ha sollevato 5 Champions. Nel 2009 lo sbarco a Madrid dove Higuain lavora già da 3 anni. Alla prima Liga il Pipita resta avanti: 27 gol a 26. Nel 2011-12 il tridente Cristiano-Higuain-Benzema ammassa un bottino record: CR7 ne fa 46, il Pipita 22, ma ormai è chiaro che il portoghese vede in Higuain un rivale da gol e in Benzema un cameriere di spazi. Infatti nel 2013 Gonzalo salpa per Napoli dove non a caso, segna 36 gol in un torneo solo. Perché, anche se ha giocato in club di governo (River, Real, Juve) ha l’anima all’opposizion­e, è diventato il capopopolo ideale di un Sud affamato di rivincite. Al Real e in nazionale ha dovuto sempre sgomitare. Lotta continua. Il Pipita è il Vesuvio, un vulcano di tormenti, rimorsi e rivincite sempre sul punto di esplodere. Nell’Argentina e nel Napoli ha sbagliato rigori traumatici. Ha un cuore di lava che nelle grandi occasioni tradisce: 7 finali vinte, 8 perse, solo 4 gol segnati. Cristiano invece è molto torinese. Amministra affari e sentimenti con la gelida meticolosi­tà di un antico funzionari­o sabaudo. Produce gol in serie, come Mirafiori ai bei tempi. Nessuno gli ha mai conteso il posto fisso. Non ha rimorsi.

Al Portogallo ha regalato il primo trionfo storico: l’Europeo 2016. Più il cuore degli altri si fa lava, più il suo diventa ghiaccio: 17 finali vinte, 8 perse, 18 gol fatti. Notato lo spread col Pipita? Tutto gli è sempre riuscito facile e felice. Ma non per grazia ricevuta, sia chiaro. Si è imposto una disciplina maniacale di diete e palestra, ha trasformat­o il suo corpo in una macchina da gol. Difficilme­nte Higuain festeggerà mostrando gli addominali, più facile che li nasconda tornato dalle vacanze. Negli anni i paparazzi hanno campato più sul Pipita che su CR7.

UN E IL Ieri Allegri spiegava: «Higuain è uno dei migliori centravant­i del mondo». E poi: «Cristiano è il migliore centravant­i del mondo».

Nella differenza tra «uno» e «il» c’è tutto. La Juve voleva quello che vince la Champions perché decide di vincerla. Higuain, ferito, lo ha detto chiaro: «Mi hanno cacciato». E stanotte il suo cuore di lava medita un trattament­o-Napoli: la prima volta che da juventino ritrovò la sua ex, il Pipita la stese con il gol decisivo allo Stadium; un anno dopo gelò il San Paolo. Ma non sarà facile perché un Milan, falciato dalle assenze, sarà costretto a una partita d’attesa e Higuain, persi tanti rifornitor­i (Biglia, Bonaventur­a...) rischia la solitudine del derby. Anche perché la Juve, dopo la beffa di Mou, vorrà reagire con una prova di forza, pur senza Bonucci, messo al riparo dai fischi, pare. Il cannibale Cristiano, che a San Siro ha segnato solo (si fa per dire) nella serie dei rigori contro l’Atletico Madrid nella finale di Champions ‘16, vuole timbrare entro il 90’.

LAVA E GHIACCIO Quanto sia coccolato CR7 da una squadra più forte, lo spiegano certe cifre. Il miglior rifornitor­e del Pipita è Suso: 40 passaggi. Oltre quella soglia, CR7 conta Pjanic (50), Matuidi (73), Alex Sandro (96). Forte di tanta assistenza, Cristiano vanta una produttivi­tà nettamente superiore. Gol: 7-5. Tiri in porta: 32-11. Occasioni create: 1910. Falli subiti: 17-8. Un dato apparentem­ente secondario come quello delle sponde fatte (34-10) evidenzia bene quanto lo juventino sia più convolto nel gioco. Il Pipita non sta più con i più forti. È tornato all’opposizion­e, dove però dà il meglio. Vuole trascinare il Milan oltre la Juve e farlo crescere, come ha fatto al Napoli. Con l’orgoglio ferito e il cuore di lava.

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