La Gazzetta dello Sport

I ragazzi di Calderon «Pipita con CR7, il mio sogno infranto»

●Il presidente che portò entrambi i fuoriclass­e a Madrid lasciò il Real prima di vederli giocare insieme «Florentino spinse Gonzalo ad andarsene troppo presto. E vendere Cristiano alla Juve è stato un errore»

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID @filippomri­cci

Un sogno mai realizzato, quello di Ramon Calderon. Il presidente del Real Madrid dall’estate del 2006 al gennaio 2009 ha preso prima Gonzalo Higuain e poi Cristiano Ronaldo, però non è riuscito a vederli giocare insieme.

Un grande rammarico, provocato dalle sue dimissioni dalla

Casa Blanca per irregolari­tà in un’assemblea, col ritorno di Florentino Perez nell’estate del

2009 e la faraonica campagna acquisti che ne seguì, con gli arrivi tra gli altri dello stesso Ronaldo, di Kakà, Benzema, Xabi Alonso, Albiol.

Andiamo per gradi, e iniziamo da Higuain.

«Lo prendemmo insieme a Gago e a Marcelo per una cifra che ora con i prezzi assurdi che circolano può sembrare ridicola: 9 milioni di euro. Io non lo conoscevo però Franco Baldini e Pedja Mijatovic mi assicuraro­no che sarebbe diventato un grande giocatore, e non si sbagliavan­o. Il Madrid da Gonzalo ha avuto tantissimi gol e poi l’ha venduto bene».

La sorprese?

«In pieno, perché arrivò da noi quando aveva appena compiuto 18 anni e s’inserì subito bene, cosa non scontata. Fabio Capello non riteneva compatibil­e Ronaldo, il Fenomeno, con Ruud van Nistelrooy, mi convinse a cederlo al Milan in gennaio e Higuain ebbe più spazio, contribuen­do in maniera importante alla grande rimonta sul Barcellona che ci portò alla vittoria della Liga all’ultimo respiro. Segnò un gol importanti­ssimo nel derby con l’Atletico e uno decisivo nel 4-3 all’Espanyol nell’incandesce­nte finale di stagione. Poi progredì al meglio negli anni successivi, con noi crebbe tantissimo».

Intanto però lei voleva Cristiano Ronaldo.

«Sì. Impiegai quasi due anni per prenderlo. Era legatissim­o allo United, e lo United a lui. Alla fine mi diede il suo sì però nell’agosto del 2008 quando eravamo a Bogotà per un’amichevole mi chiamò e mi chiese di farlo restare un altro anno a Manchester, per un debito di riconoscen­za nei confronti del club e di Sir Alex Ferguson. Acconsenti­i e in dicembre firmammo il contratto per l’estate successiva».

Furono Perez e il Madrid a goderselo.

«No, io sono madridista e in *Nel Real Madrid in tutte le competizio­ni da agosto 2009 a giugno 2013 questi 9 anni me lo sono goduto, eccome. Insieme a Di Stefano è stato lo straniero più importante della storia del Madrid, e non solo per i 450 gol. La sua mentalità ha trascinato la squadra ai trionfi di questi anni. Non ho mai conosciuto un giocatore così, uno che a un talento enorme unisce una forza di volontà ferrea, guidato dall’ossessione di migliorars­i giorno dopo giorno».

Con Higuain hanno convissuto 4 anni.

«E in maniera più che positiva a mio avviso. La nostra idea era quella di formare un attacco con Robben, Higuain e Ronaldo, però Perez aveva altre idee. Florentino ha fatto grandi cose per il Madrid, però ha sempre avuto una grande difficoltà nel gestire i giocatori che non ha preso lui. È stato così con Casillas e Raul, con Robben e Sneijder. Stava per rinunciare anche a Marcelo e persino a Ronaldo, però nel caso del portoghese se non l’avesse preso avrebbe dovuto pagare la penale da 30 milioni di euro che avevamo fissato con lo United in dicembre in caso di rinuncia da parte del Madrid. Una cosa che Ronaldo seppe e che non gradì, la considerò come un insulto. Perez prese Benzema (e Kakà, del quale a noi avevano detto che aveva un problema al ginocchio di difficile risoluzion­e) e da lì cominciò una convivenza che ha terminato col logorare Higuain, che alla lunga ha deciso di andar via perché avvertiva che non aveva spazio. E mi dispiace, perché in Italia con Napoli e Juventus ha fatto bene in Serie A ma meno in Europa».

Ora è andato via anche Ronaldo.

«Un errore storico, determinat­o sempre da quella difficoltà di Perez nell’accettare giocatori ereditati. Ronaldo è un calciatore impossibil­e da sostituire che farà ancora più grande la Juve: ha davanti a sé ancora diversi anni al massimo livello. La Juve vincerà sicurament­e lo scudetto ed è la massima candidata al trionfo in Champions, perché la fame di Ronaldo è inesauribi­le e contagiosa. Il Madrid in questo inizio di stagione è stato 9 ore senza far gol, è evidente che la cosa ha a che fare con la partenza di Cristiano. Ripeto, uno così è insostitui­bile. Sono contento che stia facendo bene con la Juve, la cosa mi riempie d’orgoglio».

E Milan-Juventus?

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L’AFFARE i milioni spesi dai blancos nel gennaio 2007 per acquistare Gonzalo Higuain dal River Plate

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LA PENALE i milioni che il Real avrebbe dovuto dare allo United in caso di rinuncia all’acquisto di Cristiano Ronaldo

«La registrerò e la guarderò dopo, perché è in contempora­nea a Celta-Real Madrid. Spero che Higuain e Ronaldo segnino entrambi, e che vinca il migliore».

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AFP Ramon Calderon, 67 anni, è stato presidente del Real Madrid dal 2006 al 2009, vincendo 2 volte la Liga e conquistan­do anche una Supercoppa di Spagna
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