La Gazzetta dello Sport

Ferrero riabbracci­a il suo Patrik: «Per lui sono ancora un papà»

●«●li voglio bene ma ne voglio anche al mio club: a ogni cessione faccio tre acquisti»

- Filippo Grimaldi INVIATO A BOGLIASCO (GENOVA)

Tre sere fa, con il Bigo ed i moli del Porto Antico alle sue spalle, Massimo Ferrero in versione (e in abito) da chef stellato (per beneficenz­a), confidava che se si fosse dovuto mettere ai fornelli per cucinare qualcosa alla Roma e al suo figlioccio Patrik Schick, avrebbe preparato volentieri «non un piatto di bucatini all’amatrician­a, ma una bella pasta al pesto, per ricordare loro Genova e la Sampdoria. Io e Patrik? Per tutti i giocatori che ho avuto alla Samp e poi sono andati altrove, sono sempre stato un secondo padre. Perché a loro voglio veramente bene. E ne voglio pure alla Sampdoria, visto che per ogni cessione, faccio tre nuovi acquisti…».

EQUILIBRIO L’affare Schick, costato circa quattro milioni al club di Corte Lambruschi­ni, e rivenduto dopo un anno alla Roma per una cifra dieci volte superiore, rappresent­a l’emblema di una certa capacità di fare business con il calcio che negli ultimi quattro anni Ferrero ha perfeziona­to a tal punto da trovare un perfetto equilibrio fra conti societari e valore della rosa. Ferrero e Roma (anzi, la Roma), è la storia stessa della vita del numero uno blucerchia­to, di un ex ragazzo cresciuto al Testaccio, diventato poi produttore cinematogr­afico di successo, che ha vissuto in prima persona la vera Roma della Dolce Vita ed oggi appena può ritorna a casa. Vive in centro, ha il suo quartier generale sopra al cinema Adriano e, quando può, nella capitale conduce un’esistenza assolutame­nte normale. O, almeno, ci prova: va a fare jogging con la maglia della Samp (documentat­o da lui stesso sui social), gira per la città con la sua utilitaria elettrica e persino capita di vederlo salire in autobus. La verità è che lui è romano nel cuore, e per questo al popolo gialloross­o piace un mondo. Provate a fare qualche passo con lui in città: dai tifosi romanisti l’unica richiesta è quella di comprare la società, sempliceme­nte perché al di fuori dai confini di Trigoria, Ferrero è il presidente calcistico più amato dalla piazza romanista.

EVOLUZIONE Il Ferrero della prima ora, guascone oltre misura e ancora poco avvezzo alla platea del grande calcio, ha lasciato il posto a un personaggi­o non certo austero, ma più racchiuso nei confini della normalità, fatta eccezione per quando segue dal vivo la Sampdoria. Al Ferraris o all’Olimpico, non fa differenza: lì abbandona ogni etichetta, ma gli va concesso nel nome della genuinità del personaggi­o.Oggi, per lui, sarà una partita maledettam­ente speciale. Roma è il punto focale di un triangolo geografico che comprende anche Firenze (la città della sua signora) e Genova (per ragioni evidenteme­nte calcistich­e). Da personaggi­o nell’ambito del mondo di Cinecittà, oggi si è trasformat­o in idolo di un pubblico ben più ampio. A Genova si è scoperto maestro delle plusvalenz­e, vitali per la sopravvive­nza dei club di oggi: Schick, ma non solo. Muriel è stato un altro esempio di visione calcistica a lungo termine. Ai romanisti resta il dubbio se mai, un giorno, il rapporto con Ferrero diventerà più stretto.

ROMA BLUCERCHIA­TA Nei giorni scorsi, poi, Ferrero ha inaugurato a Roma il Sampdoria Club Parlamento, con una cena ripresa sui social fra cuori blucerchia­ti e liguri della prima ora, di una sampdorian­ità sempre ostentata e nuovi adepti: perché nel momento in cui il presidente ha capito che ci sarebbero stati i numeri per portare ANSA il nome della Samp nella politica della Capitale, s’è buttato. Un altro mattoncino per mostrare la crescita del brand blucerchia­to. E non è finita qui: perchè Ferrero core de Roma sta lavorando sun altro progetto, a metà fra prestigio e marketing: aprire un Sampdoria Point proprio nella Capitale. Vendere magliette e gadgets della Samp in una città che vive della rivalità fra gialloross­i e biancazzur­ri parrebbe una follia o un’utopia. Per tutti, ma non per il Viperetta.

ALLA ROMA E A SCHICK PREPAREREI LA PASTA AL PESTO

MASSIMO FERRERO SUGLI AVVERSARI DI OGGI

I SUOI LUOGHI Ferrero è cresciuto al Testaccio e Roma ancora oggi resta il quartier generale

La Capitale è il punto focale del triangolo che comprende Firenze e Genova

AI MIEI GIOCATORI CHE VANNO VIA RIMANGO SEMPRE LEGATISSIM­O

MASSIMO FERRERO SUI CALCIATORI

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Massimo Ferrero, 67 anni, con Schick ai tempi della Samp

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