La Gazzetta dello Sport

Luciano: «Ora niente presunzion­e Brozo super»

●«Con l’Atalanta un’estensione della Champions La Juve è forte, però a volte...»

- Carlo Angioni INVIATO AD APPIANO GENTILE

Le sette vittorie di fila come punto di partenza. L’Atalanta come prosecuzio­ne della Champions. La Juve come sfidante quasi imbattibil­e. E poi Mourinho, Nainggolan, Brozovic, Perisic, Lautaro. Luciano Spalletti ritorna sul pianeta Serie A e non si ferma: «La striscia di vittorie rappresent­a quello che dovevamo fare – dice l’allenatore nerazzurro –. All’inizio ce la siamo presa comoda, poi abbiamo dovuto galoppare più forte. Le tante vittorie riempiono il serbatoio di convinzion­e ma non dobbiamo essere presuntuos­i perché vincere non dà vantaggi nelle partite successive: ora dobbiamo vedere che livello di maturità abbiamo raggiunto». Bergamo è un campo difficile: l’Atalanta è rimasta imbattuta in 8 delle ultime 9 sfide interne con l’Inter e un anno fa finì 0-0. Ecco perché Spalletti non può abbassare la guardia: «La forza dell’Atalanta è indubbia, loro ti montano addosso. Questa partita è come un’estensione della Champions, un match ad altissimo tasso di difficoltà: il fatto che l’Atalanta non sia tra le primissime in classifica non conta, paga il fatto che a inizio stagione non ha capitalizz­ato il suo gioco. Hanno numeri importanti, in casa si esaltano. E poi Gasperini fa bene al calcio, lo rende più bello e moderno».

COLLEGHI Dall’elogio del Gasp al gesto di Mourinho ai tifosi Juve. Spalletti aggiunge: «José stesso ha detto che a freddo non lo rifarebbe e siamo d’accordo. Però poi ci sono pressioni emotive, soprattutt­o in certe partite, e il rischio di cadere in una piccola reazione c’è. Poi se stuzzichi un leone... il leone ruggisce. La reazione dei tifosi interisti al gesto di Mou fa capire che i risultati fatti insieme portano un amore infinito. Deve essere da stimolo anche per noi poter entrare a far parte di un sentimento così». Spalletti, che alla Roma nel 2005/2006 ha vinto 11 partite di fila in A, guarda anche alla Juve, distante 6 punti: «Secondo me sono i più forti e forse vinceranno lo scudetto – dice Luciano –, però ci sono squadre e difficoltà durante la A che possono minare certezze o qualità. Per cui tutte le altre squadre dovranno essere impeccabil­i e cercare di fare l’impossibil­e. A volte si è verificato l’impossibil­e e spesso ci hanno messo mano le persone, credendoci fino in fondo». ALLENATORE INTER GETTY GIOCATORI Serve la testa e servono gli uomini, insomma. Come Brozovic: «Marcelo ha il piede con la bussola, lui lega il gioco da metà campo fino alla Curva Nord. Per arrivare in cima alla classifica servono tanti giocatori importanti come lui». Poi Nainggolan: «Col Barça ha fatto bene per le sue possibilit­à, è tornato un po’ indietro nella condizione: sarà difficile che ci sia per l’Atalanta, però va apprezzata la disponibil­ità per la squadra». Poi Perisic: «Lui si trova dentro tutti i numeri che fanno la classifica dell’Inter: non contano solo gol e assist». Poi Joao Mario, Gagliardin­i e Dalbert: «A loro vanno fatti i compliment­i, dopo l’uscita dalla lista Champions sono rimasti con la mente solida». Infine Lautaro: «Sta bene, questo periodo lo sta vivendo come Keita, Candreva, Ranocchia, Joao Mario, Miranda, come qualche volta Politano, come me in alcune partite...».

IL GESTO DI MOU? QUANDO STUZZICHI IL LEONE, POI LUI RUGGISCE

LUCIANO SPALLETTI

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Luciano Spalletti, 59 anni, seconda stagione alla guida dell’Inter

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