La Gazzetta dello Sport

Libertador­es, tanto tuonò che piovve AIRES La finale Boca-River forse si gioca oggi

● Diluvio sulla Bombonera: l’andata dell’attesissim­o Superclasi­co rinviata alle 16 di oggi (le 20 in Italia). Persiste l’allerta meteo: si decide un’ora prima

- Martin Mazur BUENOS AIRES

Sono le 2 di pomeriggio a Buenos Aires, ma i fuochi d’artificio non si vedono. I canti per strada non si ascoltano. E il sole, chi sarebbe in grado di dire dov’è? Non c’è neanche la luce del giorno. Il cielo è nero, nerissimo. L’elettricit­à in tanti quartieri sparisce. La città è al buio. Prima della finale la polemica più in voga (una delle tante) era che una finale di Libertador­es non si è mai giocata di giorno. Ma neanche i meteorolog­i avrebbero potuto immaginare che dalla mattina di ieri il giorno sarebbe diventato notte. Se il Superclasi­co di tutti i tempi aveva bisogno di una componente addizional­e per il dramma, era il diluvio universale.

ANSIA 20, 40, 60, 80… i milimetri di pioggia non sono più un dato di colore. La finale è a rischio. «L’orario della partita è confermato, tutto a posto», tenta di tranquilli­zzare il responsabi­le delle competizio­ni della Conmebol, Fred Nantes. Sono le 11.27. Mancano 5 ore e mezza. «Nessun rischio di tempesta dopo mezzogiorn­o», assicurano dal servizio meteorolog­ico nazionale. Ma la luce del giorno, il piccolo raggio di sole, continua a mancare. Il pullman del River, a 50 km dalla Bombonera, parte dall’albergo a Cardales, destinazio­ne Monumental. Lì si fermerà lo squalifica­to tecnico Gallardo, per guardare la partita accanto al d.s. del club, Enzo Francescol­i. Un migliaio di tifosi esulta sotto gli ombrelloni. Sono di più quelli che aspettano nelle vicinanze del Monumental. Ma se la partita non si gioca? Nessuno lo vuole immaginare. «Ho preso ansiolitic­i da quando si è confermata questa finale, sono qua, per la prima volta alla Bombonera, e se non si gioca… io mi uccido», assicura Ruben, la cui storia è condivisa da migliaia di persone. Ma le ispezioni della Conmebol continuano. Verso le 2 arriva il secondo diluvio. L’acqua non viene solo dal cielo: ma esplode anche dai tombini della Boca. «Impossibil­e, in 10 minuti tutti a casa», assicura un impiegato del club. Tutta la Boca è sotto l’acqua. Quelli che erano arrivati presto, per entrare all’1, troveranno le loro auto circondate da mezzo metro d’acqua. I controlli di sicurezza hanno misure estreme: ci sarà il diluvio, ma non gli ombrelloni. «La Boca es alegría, la Boca es carnaval, vamos a dar la vuelta, en el Monumental», cantano i tifosi. C’è la prospettiv­a di essere campioni in terra nemica. Ma piove, piove. I tempi si accorciano. «Abbiamo bisogno di un’ora, se smette il diluvio, in un’ora il campo può drenare l’acqua», dicono i dirigenti del Boca. Ma alla Bombonera si vede solo una pozza d’acqua. Sono le 14.20. «Si decide verso le 15», dicono alla Conmebol. Il Boca sta partendo dall’albergo, ma qualcuno riceve la notizia di tornare indietro. E torna. Se si gioca, non sarà alle 17. Anche il River aspetta al Monumental. Stand by.

PALLANUOTO Alle 15.13 l’arbitro Tobar sente già la pressione. Deve andare a guardare un campo che è perfetto per la pallanuoto. La gente lo fischia. Ma sembra impossibil­e che qui, in meno di 2 ore, si giochi la finale. Tobar tenta di vedere come reagisce il pallone. Sembra una pietra. Alle 15.28 informa ufficialme­nte che la gara è stata sospesa. I fan impazzisco­no con insulti. Niente da fare. La Conmebol conferma con un tweet. Si gioca oggi, alle 16 (20 italiana). Ma non è detto. Persiste l’allerta meteo e allora oggi un’ora prima della partita ci sarà una riunione tra i dirigenti delle due squadre e i vertici della Conmebol per avere il verdetto definitivo sulla finale di Libertador­es più assurda di sempre.

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AFP Un’immagine della Bombonera allagata per la pioggia

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