La Gazzetta dello Sport

Brescia, Palermo e un derby: domenica di fuoco

●La sfida contro il Verona è la più classica della B, quella contro il Pescara vale la vetta. E Litteri scalda Cittadella-Venezia

- Nicola Binda

Edopo un sabato così emozionant­e, arriva una domenica che non può essere banale. La giornata si chiude con tre sfide diverse tra di loro ma tutte di particolar­e interesse. Che potrebbero dire qualcosa di importante in zona A.

SEMPRE RIVALI La sfida più classica della B è quella tra Brescia e Verona. Pensate: le due squadre in questo campionato — a partire dal 1932-33 — si sono già affrontate 66 volte e il bilancio vede i lombardi in vantaggio di una vittoria (20 a 19). C’è il lago di Garda a legare le due province e c’è una fortissima rivalità a dividere le tifoserie. L’attesa è grande, il Brescia sembra stare meglio (8 gare utili di fila dopo il salto di qualità con Corini) e punta all’aggancio. Il Verona fuori casa non vince dalla quarta giornata (a Crotone) e nelle successive tre gare lontano dal Bentegodi ha raccolto un solo punto. Ma in generale la squadra di Grosso non ha ancora davvero convinto: i troppi cambi di formazione non sembrano aver dato molte certezze, per questo un altro passo falso potrebbe mettere ufficialme­nte in discussion­e la posizione del tecnico ex Bari. IL DERBY Certo, il Veneto regala derby ben più sentiti, ma questo Cittadella-Venezia (pur essendo solo il quinto in Serie B) ha qualità interessan­ti per essere cerchiato di rosso. Intanto bisogna valutare il processo di crescita della squadra di Zenga, che dopo il cambio di allenatore ha un rendimento da playoff, con 8 punti in 4 partite (tra l’altro per niente semplici). Verifica più probante non poteva che arrivare a Cittadella, in uno stadio sempre difficile ma che non vede esultare la squadra di Venturato dalla terza giornata: sono seguiti una sconfitta e due pareggi. E poi c’è il grande ex Gianluca Litteri, che torna al Tombolato dove sarà accolto dagli applausi dei suoi ex tifosi.

PRIMO POSTO Ma il clou è ovviamente quello di Palermo, dove arriva il Pescara deciso a difendere il primo posto: gli basterà un pareggio. Una serata che si sarebbe meritata una cornice da Serie A, ma l’ostilità dei tifosi del Palermo nei confronti di Zamparini ne terrà a casa parecchi. Peccato. Perché di fronte ci sono due squadre che in questo primo quarto del campionato hanno fatto vedere un bel calcio e meritano la promozione. Il 4-3-3 di Pillon è consolidat­o, Stellone lunedì era allo stadio a vedere la partita con il Lecce e sembra che abbia capito che per superarlo serva un 4-4-2 con due esterni d’attacco, cercando di evitare di prestare il fianco alle micidiali ripartenze di Mancuso e compagni. La chiave è tutta lì. Chi troverà quella giusta sarà al comando, chi non ce la farà dovrà guardarsi alle spalle. Perché appena sotto c’è una Salernitan­a che comincia a mettere paura.

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LAPRESSE Giuseppe Pillon, 62 anni, allena il Pescara leader della B

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