LE PLUSVALENZE ERANO LEGITTIME, NON CONTESTABILI. I BILANCI CORRETTI LUCA CAMPEDELLI PRESIDENTE DEL CHIEVO
IL PRESIDENTE SI SFOGA PER IL CASO PLUSVALENZE E PER LA PENALIZZAZIONE: «MI TRATTANO COME UN APPESTATO, LE ISTITUZIONI HANNO GIOCATO SPORCO»
Adesso parla lui. Ultimo, deluso, penalizzato, abbattuto, ma, soprattutto, infastidito. «Sono otto mesi che buttano fango addosso al mio Chievo. Otto mesi di inferno. Mi trattano come un appestato. Non ci dormo la notte. Le istituzioni hanno giocato sporco, sputato in faccia al Chievo in tutte le maniere. In tv hanno detto che il Chievo gioca in A per un cavillo». Luca Campedelli parla al piano di sopra nella zona-uffici di Veronello, il quartiere generale gialloblù. I ragazzi si stanno allenando con Gian Piero Ventura, il tecnico rilanciato e scelto per tentare l’ennesimo miracolo. Ora è durissima. Non ha ancora vinto, due pareggi in 11 partite. E ha una penalizzazione di tre punti che la lascia ufficialmente a -1. Tutta colpa delle plusvalenze fittizie per cui il club di Campedelli ha subito due sentenze di colpevolezza, tutto nato da una segnalazione di Striscia la Notizia che ha provocato l’apertura di un’indagine della Procura federale sugli scambi con il Cesena. «Hanno ascoltato Striscia. La Covisoc non mi dice di svalutare i giocatori. E infatti la Covisoc non ha fatto una piega e mi ha iscritto alla serie A il 12 luglio. La Federazione che stava per essere commissariata ha aperto un’indagine senza avvisare il Chievo. Capito? E a noi lo comunica due mesi dopo. Le aggiungo: Striscia non mi hai interpellato, è solo venuto un inviato una volta qua fuori».
Sì, presidente, ma le plusvalenze ci sono... E tante col Cesena. Lei, che errori si imputa?
«Nessuno. Le plusvalenze erano legittime e non contestabili come testimonia la sentenza, i bilanci corretti. Non erano fittizie. Nessuna operazione è servita per iscriversi».
Vabbè, ma lei di operazioni col Cesena ne ha fatte e tante. Qualche dubbio viene.
«Le società amiche ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma il Milan quante operazioni ha fatto col Genoa? Ai tempi le abbiamo fatte anche noi. Ci sono cicli, hai dei buoni rapporti, è il mercato. Non è una colpa avere società amiche. Pensi che ho venduto Parolo al Cesena che con noi non aveva giocato nemmeno un minuto. Abbiamo un forte settore giovanile, crediamo nelle prospettive e diamo una valutazione. Alcuni come Inglese, Bani, Acerbi escono alla grande, altri no».
Dirà che le plusvalenze le fanno tutti. Ma ha pagato il Chievo.
«Voglio che quello che c’è scritto nella sentenza venga applicato a tutti i club per garantire un’equa competizione».
In questi mesi come si sono comportati gli altri club e le istituzioni?
«Non mi ha mai chiamato nessuno. Nessun club, nessun dirigente federale. Qualcuno che sembrava amico mi ha voltato le spalle. Uno mi ha chiamato: il presidente della Federazione scherma (Campedelli tira di scherma, è la sua passione ndr) Giorgio Scarso. L’unico, non dimentico il suo gesto. Capisco che nel calcio sia mors tua vita mea, ma nessuno nessuno...».
Fare il mercato è stata dura. Si parlava di retrocessione in B, penalizzazione di 15 punti e nessun giocatore voleva venire.
«Esatto. È’ stato impossibile. Non c’è stato molto fair play, le altre società dicevano male di noi. Chi è venuto lo ha fatto con coraggio e lo ringrazio».
Anche perché poi una penalizzazione è arrivata: tre punti.
«La sentenza viene fuori da un concetto nuovo che è quello di svalutazione successiva del giocatore. In particolare il Tribunale ritiene come riferimento indiziario per la sua svalutazione la differenza tra il valore del giocatore rispetto al valore proposto da alcuni siti specializzati. Uno di questi ha poi chiuso l’accesso immediatamente dopo essere stato coinvolto dalla Procura. Ma si può sanzionare una squadra con riferimento alle valutazioni di un paio di siti internet? Allora dovremo fare causa a questi siti. Il Chievo porterà questa valutazione nel ricorso al Collegio di garanzia del Coni».
Intanto la penalizzazione.
«In avvio è stata devastante. Ha spaventato tutti. Certo è stato duro l’attacco mediatico in estate. Il Chievo è abituato a non aver paura. Ritroverà lo spirito di sempre».
La squadra non gira.
«Dobbiamo recuperare la nostra identità di squadra che non molla mai. La sfrontatezza, darci una sveglia».
Avete pagato un inizio duro con D’Anna. Poi vi siete affidati a Ventura, il ct che non ha portato l’Italia al Mondiale.
«È’ stata dura separarsi da D’Anna, forse ancora più che da Maran. Ho pensato a Ventura a Milano, giocavamo col Milan. Ha l’entusiasmo e la voglia di uno di 20 anni. Ha pagato anche troppo per il Mondiale. Vedo come lavora. E con lui siamo d’accordo di costruire qualcosa di importante: è l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo. Anche da parte sua è stata una scelta coraggiosa».
Quindi resterebbe anche in B?
«Noi pensiamo solo alla salvezza. E’ l’obiettivo mio e di Ventura. Le scelte che saranno fatte saranno sempre volte alla salvezza e alla crescita del club».
È ancora contrario alla Var?
«Resto non favorevole. Deresponsabilizza gli arbitri. Che si stanno brutalizzando. E si perde troppo tempo».
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