Violenza sugli arbitri Interviene il Governo E nel Lazio è sciopero
●L’ultimo episodio di quest’anno a Roma: l’Aia ferma tutte le partite del Lazio dall’Eccellenza alle giovanili
Ennesima violenza a un direttore di gara domenica nella periferia romana, in Promozione al termine di Virtus Olympia-Atletico Torrenova: un giovane arbitro, Riccardo Bernardini di Ciampino, è stato colpito da due ultrà e l’Aia ha deciso per protesta di fermare tutte le gare del Lazio (dall’Eccellenza alle giovanili).
Adesso basta, stavolta il grido d’allarme ha fatto centro. L’ennesima vile aggressione ad un’arbitro sarà l’oggetto del vertice di oggi (ore 11) al Viminale tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti e il presidente degli arbitri Marcello
Nicchi. Perché il mondo dello sport è esausto di tanta violenza e il Governo vuole dare un segnale forte. Dall’inizio di questa stagione in Italia i casi di violenza nei confronti degli arbitri sono già 51. La scorsa stagione furono 451, nel 2016/17 addirittura 473.
I NUMERI Andando a ritroso, la situazione era ancora più grave, dato che prima del 2015 le aggressioni erano circa 600 a stagione. Quella data fa da spartiacque perché da lì è operativa la delibera ufficializzata
dalla Figc il 17 dicembre 2014 con il comunicato 104/A in materia di violenza sugli arbitri. Di fatto, le società considerate responsabili di episodi di violenza sono sanzionate con il pagamento delle spese arbitrali (gratuite tra i dilettanti) da calcolarsi in base al costo medio di una gara del proprio campionato per il numero di partite casalinghe. Si va per ogni gara dai mille euro della Serie A di calcio a 5 ai 35 di Giovanissimi e Allievi provinciali, passando per i 700 della Serie D, i 210 dell’Eccellenza o i 150 della Serie A femminile. E il dato qui parla in tutto di 291 club sanzionati nel 2016/17, 161 l’anno successivo e dieci in questo inizio di stagione. Dato ovviamente inglobato in quello delle violenze complessive.
LO STOP Dei 451 casi acclarati nella scorsa stagione, la parte del leone (si fa per dire) la fa il Sud: 95 in Calabria, 67 in Sicilia e 47 in Campania. Poi troviamo Lazio (43), Emilia Romagna (37), Piemonte (29) e Lombardia (24). Da applausi il Friuli Venezia Giulia, senza neanche un’aggressione. Le responsabilità degli episodi sono quasi sempre di calciatori (307), poi dirigenti (103) ed estranei (41), spesso con un’aggressione fisica, a tratti anche grave. Così l’episodio di Riccardo Bernardini ha portato l’Aia a bloccare tutte le partite dilettantistiche di questa settimana nel Lazio. Una stima di circa mille gare, con 35mila calciatori fermi e circa 1500 giacchette nere che resteranno a casa.
LE REAZIONI Salvini ieri è andato giù duro, convocando appunto un vertice al Viminale. «Quel che è successo è una follia – ha detto il ministro dell’Interno – Ogni domenica migliaia di arbitri non professionisti vanno gratis sui campi e solo quest’anno 300 sono finiti in ospedale (probabilmente Salvini si riferisce all’anno solare,
ndr). Ma che Paese è? Una cosa da quarto mondo. Saremo inflessibili e chiederemo un aumento delle pene». E se Giorgetti invoca uno stop immediato («Basta violenza, lo sport è amicizia e competizione, le aggressioni sono vergognose e inaccettabili»), Nicchi spiega la scelta dell’Aia di non inviare arbitri nel Lazio: «Serve una presa di posizione forte per sollecitare un momento di riflessione da parte di tutti». Il presidente federale Gabriele Gravina parla invece di una «cultura da cambiare, adotterò una serie di provvedimenti. Chi fa questi gesti non può più stare nel nostro mondo». Concetto ribadito anche da Damiano Tommasi, presidente dell’Aiac: «Episodi che non hanno nulla a che vedere con il calcio, una piaga che va combattuta». Al Viminale, oggi, si parlerà di questo.
Dati allarmanti, soprattutto al Sud Oggi Nicchi incontra Salvini e Giorgetti
Parla il ministro dell’Interno: «Quel che è successo è una follia»
BASTA VIOLENZA LE AGGRESSIONI SONO VERGOGNOSE E INACCETTABILI
GIANCARLO GIORGETTI SOTTOSEGRETARIO