LA IL JUVE E MAX IL SUPERPOTERE
L’ultimo record di Allegri: la quarta Panchina d’oro tra i complimenti dei colleghi «Lo show non serve, contano i risultati, grazie a CR7 c’è più autostima Nei vivai largo alla creatività o si sfornano impiegati»
L’uomo dei record ha l’aria più sbarazzina del solito. Sarà per il primato in classifica, sarà perché lo aspettano i suoi amici di Livorno, sarà perché nella palestra di Coverciano ha incontrato tanti cari compagni di viaggio. Colleghi che ha conosciuto quando cercava di farsi strada in serie C. Max Allegri tiene stretta la quarta Panchina d’oro. Nessuno ne ha vinte di più. Capello e Conte, per il momento, si sono fermati a tre. «Un trofeo che dedico alla società, ai giocatori, al mio staff - ripete per l’ennesima volta -. Io ho votato per Simone Inzaghi». Simone si è piazzato al secondo posto a pari merito con Sarri. Otto voti «i rivali», diciassette Max. Allegri torna subito serio quando gli ricordano l’altro record che ha centrato battendo il Milan. La Juve ha conquistato 34 punti in 12 gare. Anche su questo fronte nessuno ha fatto meglio. «Volete dire che abbiamo già vinto? Errore. Certo, noi vogliamo conquistare l’ottavo scudetto consecutivo. E’ il nostro primo obiettivo. Ma ancora non abbiamo vinto nulla. Il Napoli di Carlo è una rivale vera. E poi, anche se non vuole sentirselo dire, c’è la squadra di Luciano. Abbassa il testone per non farsi vedere ma l’Inter di Spalletti resta in corsa».
Conte sostiene che la Juve è imbattibile.
«Abbiamo appena perso contro il Manchester United. In maniera rocambolesca, è vero. Ma abbiamo perso. E da quella gara dobbiamo imparare che non dobbiamo perdere la nostra identità. Nel calcio non conta essere divertenti. Bisogna essere efficaci. Per questo non dobbiamo smettere di avere voglia di migliorarci. Di sicuro, non dobbiamo pensare di poter gestire il campionato».
La vittoria contro il Milan è stata una risposta importante.
«All’inizio eravamo un po’, come dire, “tramortiti”. Avevamo addosso la sconfitta contro il Manchester. Poi ce la siamo tolta di dosso. La mia Juve è una bella squadra che vuole crescere».
Avrebbe fatto calciare il rigore a Higuain?
«Io gli ho fatto calciare due rigori contro il Tottenham. I rigori non li sbaglia solo chi non li tira. A fine gara ho incrociato Gonzalo ed era già più sereno».
Cosa sta dando CR7 alla Juve?
«Ha alzato l’asticella della nostra autostima in Europa. Lui è diverso dagli altri. Ed è un cecchino incredibile, avete visto contro il Milan? Una palla giusta, un gol. In più si è integrato a meraviglia con la squadra. Spero che vinca il Pallone d’oro. Se lo merita».
Lei ha allenato tanti grandi calciatori.
«Mi emoziona pensare che ho lavorato con fenomeni come Ibra, Ronaldinho, Seedorf, Nesta, Pirlo, Buffon. E sicuramente ne scordo altri. I campioni sono speciali. CR7 è impressionante per quanto è concentrato sul suo lavoro».
Nella Juve cresce Bentancur.
«È un ’97, alti e bassi per un talento così sono inevitabili. Non è ancora pronto a reggere da solo
«Noi fortissimi ma non imbattibili Lo show è inutile contano i risultati» ●Allegri con la 4a Panchina d’oro è al top:
GRAZIE A RONALDO ABBIAMO PIÙ AUTOSTIMA IN EUROPA
MASSIMILIANO ALLEGRI SUGLI OBIETTIVI
il peso di un centrocampo importante come quello della Juve. Ha bisogno di Pjanic e Pjanic con Bentancur al fianco diventa ancora più forte».
Cancelo ha conquistato tutti.
«È molto bravo quando attacca ma deve ancora crescere in fase difensiva. Il problema è che certi stranieri non accettano di pensare a difendere. Non è nella loro cultura»
La Juve è una delle favorite per la vittoria in Champions.
«La Champions vera inizia a marzo. Non ora. Intanto, però, dobbiamo passare il turno. Per me eravamo pronti per vincere anche quando abbiamo affrontato il Barcellona. Rispetto alle finali con Barca e Real posso dire che tutto il mondo Juve è cresciuto. Ha preso consapevolezza della propria forza in Europa. Viviamo la Champions con meno ansia. E questo è importante ma quest’anno ci sono tante squadre che possono vincere. C’è un livellamento in alto».
Cosa pensa della Var?
«Che è utile. Ci fosse stata nell’ultimo turno di Champions ci sarebbero stati sicuramente meno errori arbitrali».
Un giorno andrà ad allenare all’estero?
«Perché no? Sarebbe una bella esperienza. Però, per il momento, spero di restare a lungo alla Juve. Ho alle spalle una società forte che programma con abilità presente e futuro».
Le piacerebbe diventare c.t. dell’Italia?
«Certo. Ma non ora. Mancini sta svolgendo un ottimo lavoro. Magari potrebbe essere l’ultimo atto della mia carriera. Il problema è che tutto dovrebbe coincidere al momento giusto. C’è tempo».
Un collega di Firenze gli chiede spiegazioni sulla frase rivolta qualche settimana fa a Bernardeschi: «Qui non sei alla Fiorentina». Allegri spiega: «Mi sono reso conto che molti fiorentini si sono offesi. Firenze è una città fantastica e quando posso ci vengo in vacanza. Però è diverso giocare in squadre di medio alta classifica o nella Juve. Un errore può costare scudetto o Champions». L’uomo dei record chiude il blitz a Coverciano con una battuta: «Allenatori toscani sempre protagonisti? Forse perché veniamo dal mare, il salmastro ci tiene svegli. E tutti noi abbiamo fatto la gavetta».