TORMENTO PIPITA Higuain non si sente protetto
Già ai tempi del Napoli il bomber si riteneva poco tutelato Il Milan fa quadrato, lui punta a un solo turno di stop
●La rabbia dell’argentino nella sfida con la Juve è montata dopo l’episodio del rigore e la mancata espulsione di Benatia: ha rivissuto i fantasmi di Udine
Ha ripensato a quel pomeriggio lì, quando ha abbandonato le speranze di scudetto con il Napoli a Udine. Condizioni diverse, certo, modi diversi. Quella volta la reazione dell’espulso Gonzalo Higuain era stata molto più violenta, ma la sensazione di frustrazione è più o meno la stessa e resta appiccicata addosso, come l’idea di essere stato meno tutelato rispetto a quello che è accaduto in altre situazioni. Higuain ha digerito il rigore sbagliato, raccontano gli amici, anche perché ne ha sbagliati altri, anche molto importanti. Con il Napoli, con l’Argentina. Ma non ha metabolizzato il pensiero dell’arbitro Mazzoleni che non voleva neppure andare a controllare sul video l’esistenza di un fallo da rigore. Ha avuto bisogno di essere sollecitato parecchio e quando ha mandato il Milan a tirare dal dischetto Gonzalo era soddisfatto, ma anche perplesso e frustrato, con una sensazione di disparità di trattamenti che gli è rimasta appiccicata addosso anche quando è rientrato nello spogliatoio dopo aver fallito il gol del pareggio. Nella sua testa, quella era una cosa importante, ma non fondamentale. Gli sarebbe piaciuto segnare, però ci sono cose più importanti. Higuain, dicono quelli del suo entourage, ha scoperto che c’è qualche falla nel sistema. CIBO LEGGERO E TV Higuain è uscito tardi dallo stadio, dopo essersi scusato davanti alle telecamere, urbi et orbi. Si è diretto verso la casa sul lago di Como dove vive con la compagna Lara e la figlia Alma. C’erano gli amici più stretti oltre ai familiari, la cena è stata semplice. Higuain non ha voluto vedere immagini di MilanJuve, non era tanto interessato alla notte di commenti. Ha scelto la replica del Superclasico Boca-River e intanto ha parlato con gli amici di tante cose. Tranquillo, soddisfatto delle scuse immediate all’arbitro, ai compagni di squadra, all’allenatore, alla società che lo ha voluto, ai tifosi che gli hanno voluto bene subito. Non cova rancore nei confronti della Juve, che in fondo potrebbe anche riprenderselo a fine stagione, e ha apprezzato i gesti di affetto dei bianconeri. Ha riflettuto sull’espulsione, inevitabile, ma non è stato quel cartellino rosso a fargli male. Quello che gli è pesato di più sono stati i minuti che hanno preceduto il rigore, ed è lì che è uscita fuori la sua rabbia. L’erosione dell’autocontrollo è cominciata lì, in quel tempo concitato con l’arbitro davanti al monitor. E’ il punto chiave della serata, perché l’idea di essere stati trattati in modo diverso è rimasta incollata ai suoi piedi e alla sua testa. Higuain è per sua stessa ammissione una persona emotiva. La tensione ha fatto il resto.
SERENITÀ Agli amici ha detto, con un sorriso, che tutto sommato alla fine a parole si è trattenuto, mentre era stato molto più violento prima, quando c’era da discutere del rigore e della possibile espulsione di Benatia. Ma il pensiero del marocchino che restava in campo mentre, per Gonzalo, avrebbe dovuto chiudere la partita quando tutto ancora sarebbe potuto accadere, non gli usciva dalla testa. Con un uomo in meno, anche con l’errore sul rigore, magari Allegri avrebbe dovuto togliere una punta, avrebbe dovuto aggiustare qualcosa, c’era tanto tempo per rimediare. E nella notte ce n’è stato per rimuginare su episodi passati, Higuain ha ripensato a tante battute degli amici napoletani sul sistema. Dal racconto di chi ha trascorso ore con lui a ragionare sulla partita emerge il ritratto di una persona serena, che sa di aver sbagliato, ma che pensa di aver percepito qualcosa di più grande del suo errore. E non lo dimenticherà tanto presto.
(ha collaborato G.Monti)
DOPO LA GARA Domenica notte Gonzalo ha cenato con la famiglia e gli amici, poi ha guardato la replica di Boca-River
L’EX SQUADRA Non cova nessun rancore verso i bianconeri e ha apprezzato i gesti di affetto di chi era in campo