La Gazzetta dello Sport

Mea culpa Spalletti «Ho sbagliato pure io ma il gap è ampio» NON RIUSCIAMO A TENERE SEMPRE ALTA LA CONCENTRAZ­IONE LUCIANO SPALLETTI SUI LIMITI DELL’INTER

●Il tecnico: «I blackout si sono diradati ma non sono spariti Stiamo facendo un percorso: oggi Juve e Napoli sono avanti»

- Vincenzo D’Angelo

L’analisi era già stata lucida a caldo, figuriamoc­i ventiquatt­rore dopo, e con una notte insonne alle spalle. Luciano Spalletti non si nasconde, non lo ha mai fatto e continuerà così: questione di indole, di carattere. Ieri sera ha organizzat­o una cena a Montelupo Fiorentino con alcuni Inter Club della Toscana per l’associazio­ne Neri-Ferramosca, di cui è il motore. Al mattino invece aveva partecipat­o a Coverciano alla cerimonia per la Panchina d’Oro 2018, tornando sulla disfatta contro l’Atalanta. «L’analisi parte da me, se ho fatto il mio lavoro in maniera corretta. E in base a come è andata vedo scelte sbagliate – ha ammesso —, il risultato della partita dice questo. Poi però va anche tenuto conto dell’emotività, del dispendio mentale e fisico di martedì che ha pesato per noi come per il Barcellona, che ha fatto una prestazion­e al di sotto del suo solito livello».

BLACKOUT DA ELIMINARE Giusto, come è condivisib­ile la critica alla sua squadra. «Dopo questo filotto di partite avevamo abituato i nostri tifosi ad un comportame­nto differente — ha ricordato Spalletti —. Ma questa partita dice che i nostri blackout si sono diradati, non sono scomparsi. Ecco, rimane questo difetto e dobbiamo impegnarci e metterci l’anima per migliorare. Va analizzato soprattutt­o quello che fai te, non quello che fanno gli altri. E noi potevamo fare di più». Prima della Spal e all’indomani del secondo successo di fila in Champions, col Psv, Spalletti aveva usato la famosa musichetta come strumento per tenere alta l’attenzione sempre, anche nelle gare contro le medio-piccole. E pure ieri l’ha ritirata fuori, a suo modo: «Non riusciamo a mantenere sempre alta la concentraz­ione, e questa alternanza è successa anche a Bergamo – ha riconosciu­to —. Non è facile perché quando chiedi ai calciatori di essere sempre attenti su alcune cose, perdono un po’ di creatività. Quelli che sentono la musica, che sembrano prendere le cose con leggerezza, ci mettono poi più creatività in campo. Quando ho detto che il Barcellona si scalda pochi minuti mentre se lo facessimo noi perderemmo è perché loro sono più veloci a prendere subito quello che serve per la partita. Pure noi dobbiamo abituarci a questo doppio salto dall’essere più scanzonati e leggeri al metterci il ghigno e di traverso per non far passare l’avversario. Noi facciamo una o l’altra fase, dobbiamo farle entrambe: rilassarsi con la musica ma poi entrare in campo col massimo della concentraz­ione».

GAP DA COLMARE Spalletti dà merito poi a Gasperini, capace con la sua Atalanta «di saltarci addosso e toglierci il palleggio. Quando succedono certe cose devi trovare altre soluzioni, poi se perdi fai compliment­i e torni a casa». Dall’avversario recente a quelli da tenere come punti di riferiment­o per migliorare ancora, come Juve e Napoli: «Il confronto da dove siamo partiti e cosa stiamo facendo ha un valore. Cercheremo di migliorarl­o per dare ai tifosi una squadra con un carattere definito in cui riconoscer­e il marchio Inter. Rispetto alla Juve siamo partiti troppo indietro e abbiamo fatto poco percorso per colmare il gap; il Napoli ha lavorato tre anni con Sarri e lo sta facendo anche ora. Questione di mentalità acquisita a livello struttural­e, caratteria­le, ambientale, di abitudine». Un passo alla volta, dunque. Con le big nel mirino.

LORO CI SONO SALTATI ADDOSSO, TOGLIENDOC­I IL PALLEGGIO

I COMPLIMENT­I A GASPERINI ALLENATORE DELL’ATALANTA

 ??  ?? Luciano Spalletti, 59 anni, seconda stagione alla guida dell’Inter GETTY IMAGES
Luciano Spalletti, 59 anni, seconda stagione alla guida dell’Inter GETTY IMAGES

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy