La Gazzetta dello Sport

Chievo, ora è caos totale Ventura non si è dimesso

●Il presidente Campedelli si aspetta il gesto dell’ormai ex tecnico per procedere con il sostituto: testa a testa tra Di Carlo e De Biasi

- Francesco Velluzzi INVIATO A VICENZA

Il caos non è più calmo. È totale. Otto mesi di inferno determinat­i dal pasticcio delle plusvalenz­e con conseguent­e penalizzaz­ione di tre punti non sono bastati, come non è bastato un avvio di campionato da incubo, culminato con l’esonero della bandiera Lorenzo D’Anna. Il presidente Luca Campedelli che per il Chievo rischia di ammalarsi, per tentare il rilancio aveva calato l’asso: Gian Piero Ventura. La sfida del Chievo, la sfida di Ventura deciso a dimenticar­e e, soprattutt­o, a far dimenticar­e l’incubo del Mondiale svanito per l’Italia. Domenica pomeriggio dopo il primo punto ottenuto e i primi veri segnali di cambiament­o Ventura ha clamorosam­ente abbandonat­o la barca. Ha avvisato e salutato i giocatori ed è andato via. Nessuno, ma proprio nessuno ha capito il perché di una decisione assurda.

REAZIONE C’è chi ha addirittur­a pensato a un problema di salute, ma Ventura sta benissimo e, anzi, in questo periodo di Chievo, ha fatto anche due allenament­i in palestra a settimana. Ha trovato casa a Verona, con l’immancabil­e moglie Luciana e percepiva la fiducia dei giocatori. Che si sono sentiti traditi perché si sono dati al 200 per cento per lui e per il Chievo. Ieri mattina Ivan Radovanovi­c, scortato da Dino Guerrini e Daniele Partelli dell’ufficio stampa, è arrivato al teatro Comunale di Vicenza per ritirare il premio Aic al Gala del Triveneto. Era sconcertat­o. Ma una sola cosa ha detto: «Noi non molliamo». Si è capito che non si poteva

tornare indietro e che Ventura era ormai l’ex allenatore del Chievo.

PELLISSIER E per mettere la parola fine alla questione è intervenut­o, furibondo, il leader della squadra Sergio Pellissier che al Chievo tiene almeno quanto Campedelli. Sul suo profilo Instagram ha postato: «In 22 stagioni da profession­ista pensavo di aver visto tutto ma devo ammettere che c’è sempre qualcosa di nuovo. Pazzesco. Ventura, dal momento in cui è arrivato, se ne voleva già andare. Comunque al Chievo siamo abituati a stare nelle difficoltà, ne usciremo a testa alta alla faccia di tutti quelli che si stanno divertendo alle nostre spalle. Non si può ottenere nulla senza lottare, non ci sarebbe gusto, no? Ripartiamo

ancora da zero e saremo ancora più forti. Chi ama questa squadra non la può abbandonar­e solamente perché le cose vanno male, non è così che si fa, non fate come Ventura, si vince e si perde insieme come deve essere in una squadra. Mai mollare fino alla fine».

Il club intende affidare la panchina «a una persona equilibrat­a e serena»

Ieri Radovanovi­c ha commentato al Galà del Triveneto: «Noi non molliamo»

CLUB Nel frattempo, Campedelli con l’aiuto del d.g. Romairone, ha resettato tutto, ha cercato per l’intera mattina di trovare un perché al gesto di quel Ventura che aveva scelto con coraggio e convinzion­e e ha pensato all’allenatore che questo pomeriggio dovrà ripartire con la squadra. Sia i giocatori che Campedelli hanno una certezza: «Una persona equilibrat­a, serena, che non trasmetta ansia». Le strade portano ai nomi al Mimmo Di Carlo ter (le due volte sarebbero la controindi­cazione), uno da Chievo, uno che a Veronello è ben voluto e si fa voler bene, e Gianni De Biasi, veneto, pacato, ma grintoso. Un’altra suggestion­e è Guidolin. Prima, però, Ventura deve dare le dimissioni. Cioè rinunciare ai soldi del biennale. E questa non è una cosa semplice. Anche se al Chievo attendono il doveroso gesto.

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Domenico Di Carlo, 54

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