«Non cambio idea Il futuro dell’Italia è il nuovo 4-3-3 E nessuno è fuori»
●Mancini: «Col Portogallo noi all’attacco. Malati? No, solo un momento difficile»». Ancora formazione senza il 9: se «Berna» non ce la fa, tocca a Berardi
Indietro non si torna. O meglio: Roberto Mancini non torna indietro. I giocatori invece potranno, se lo meriteranno. Indietro a Coverciano, si intende: in questa Nazionale non ci sono bocciati, non ci sono esclusioni per sempre, «e chi fa bene sarà chiamato sicuramente». C’è una nuova filosofia di gioco, quella sì: il resto, copione definitivo e interpreti, sono ancora da scrivere. Ma senza cancellare quello che è stato già messo nero su bianco.
PRIMATO E SISTEMA Il doppio play e il «tridente rotante», dunque. Anche contro il Portogallo, sabato. Perché l’obiettivo è chiaro: «Noi speriamo ancora nel primo posto — dice Mancini — come facciamo dalla prima partita e abbiamo continuato a fare anche dopo la sconfitta di Lisbona. Per farlo non c’è molta scelta: provare a battere il Portogallo. Dunque giocare per vincere, impostare una partita d’attacco, essere molto propositivi. Oggettivamente è un traguardo difficile, anche perché non dipende solo da noi. Ma ci proveremo». È chiaro anche «come» cercare quella vittoria. Con quale sistema di gioco, anzi quale sfumatura di 43-3: «La strada da seguire è quella e su quella vogliamo continuare a camminare. Cercando di migliorare, molto, perché si possono fare meglio molte cose. Anzitutto: cercare di fare gol prima, senza essere costretti a soffrire fino alla fine. E, poi, evitare certi errori: ad esempio palle perse e contropiede regalati all’avversaria, come in Polonia intorno al 70’».
BERNA O BERARDI «Quel» 43-3 è vissuto anzitutto sul feeling Jorginho-Verratti e sugli interscambi Insigne-Bernardeschi. E se lo juventino, reduce da una distorsione alla caviglia, non dovesse dare tutte le garanzie del caso? Mancini sembra ottimista: «Federico non è stato rischiato in Champions, ma contro il Milan era disponibile al 100%. Ma qualcun altro che può fare quel tipo di lavoro c’è, e c’è anche chi può farlo in modo un po’ diverso». Traduzione: il c.t. farà di tutto per replicare — è probabile integralmente — la formazione e il tipo di gioco che a metà ottobre hanno portato svolta e vittoria in Polonia. In caso di rinuncia a Bernardeschi, l’attaccante che meglio degli altri potrebbe galleggiare da esterno a «falso nove» sembra essere Berardi.
GLI ESCLUSI Uno che, fra parentesi, prima di ritrovare la fiducia di Mancini è stato «bocciato» molte volte in Nazionale. Ma nessuno dei non convocati deve sentirsi così. Non Balotelli, una scommessa che il c.t. non sente già persa: «C’è ancora molto tempo prima dell’Europeo e tutti possono essere chiamati in qualunque momento: chi è già venuto, e chi non ancora». Non Belotti: «Credo possa dare molto di più, migliorare ancora e tornare quel giocatore che due anni fa fu straordinario». Non El Shaarawy: «Lo conosciamo da anni: mi premeva vedere giocatori che invece non conosco ancora bene». I NUOVI Giocatori come Grifo, dunque: «Un’ala che può giocare a destra e a sinistra». Come Sensi: «Tecnicamente è bravo, gioca a buoni livelli da anni e ha caratteristiche simili agli altri nostri centrocampisti». Come il baby Tonali: «L’ho seguito nell’Europeo Under 19: ha qualità, tecnica ed è difficilmente superabile. Può giocare sia da play che da interno». E magari arriverà anche il momento in cui Mancini convocherà Mancini: «Ora serve all’Under 21, poi forse qualcuno di loro ci raggiungerà dopo la partita con il Portogallo». Che a un anno dal disastro della mancata qualificazione al Mondiale sta per richiamare nello stesso stadio più di sessantamila spettatori (già venduti 52.000 biglietti): «Dire che l’Italia sta guarendo è un’espressione forte: non credo sia mai stata malata, semplicemente nel calcio esistono sconfitte dolorose, momenti difficili. Bisogna lavorare ancora di più per tirarsene fuori e San Siro, anche in momenti così, ha sempre risposto alla grande. Cercheremo di fare una grande partita anche per ringraziare chi ci sarà».
PUÒ TORNARE IL GIOCATORE STRAORDINARIO DI DUE ANNI FA SU ANDREA BELOTTI ATTACCANTE TORINO
HA QUALITÀ, TECNICA ED È DIFFICILMENTE SUPERABILE SU SANDRO TONALI CENTROCAMPISTA BRESCIA