La Gazzetta dello Sport

Il Verona studia il futuro Con Grosso avanti piano

●Lunga giornata in casa Hellas, non convince il ribaltone «al buio» Alla fine l’allenatore potrebbe restare per la sfida contro il Palermo

- Matteo Fontana VERONA

La stagione breve di Fabio Grosso all’Hellas per ora prosegue. Una lunga notte per decidere se andare avanti con il tecnico oppure se interrompe­re il rapporto, con un contratto in scadenza il 30 giugno 2020. Più che mai in bilico, Grosso, ma la rottura non si è consumata, anzi, il rapporto potrebbe proseguire anche se a termine. Non si è spenta la fiducia di Maurizio Setti nell’allenatore che ha voluto per rilanciare il Verona dopo la retrocessi­one in B del passato campionato, nonostante la fase più che negativa attraversa­ta dalla squadra. La crisi di risultati e di gioco scaturita nell’ultimo periodo (una sola vittoria in sette turni), con l’epilogo della lezione subita domenica a Brescia, avrebbero dovuto condurre, in chiave teorica, a un addio che, però, non è stato sancito. Oggi atteso un comunicato del club, ma Grosso dovrebbe restare sulla panchina gialloblù fino alla delicata sfida con il Palermo.

I FATTI Dopo il pareggio con la Cremonese l’umore di Setti era scuro. Non gli era piaciuto l’atteggiame­nto della squadra. Aveva preferito non parlare, all’uscita dal Bentegodi, ed era salito in macchina di fretta. Poi è arrivato il pomeriggio disastroso del Rigamonti. In questo caso, Setti ha lasciato il proprio posto in tribuna al momento del gol del 4-1, segnato da Ernesto Torregross­a, e non ha assistito alla rete, vana, di Giampaolo Pazzini. L’unica via percorribi­le, a quel punto, era il cambio. O almeno così pareva, perché in realtà, per abitudine e filosofia, Setti non è orientato ai ribaltoni in corsa. L’ha fatto, faticosame­nte, nel 2015: i 6 punti in 14 turni costarono l’addio ad Andrea Mandorlini, che pure veniva da cinque anni di successi. E Fabio Pecchia è stato in discussion­e dalla metà del campionato di B poi concluso con la promozione a quello, sventurato, che ha riportato giù l’Hellas. Che l’esito, stavolta, potesse essere differente sembrava probabile. Non è stato, perlomeno per adesso, così, ma soltanto oggi arriverann­o le conferme definitive. VALUTAZION­I I fitti colloqui di Setti con il proprio entourage e il confronto con Tony D’Amico, direttore sportivo cui ha dato piena facoltà operativa per costruire un organico ambizioso, in grado di competere per il vertice della B, hanno congelato le valutazion­i. Ma Grosso, allo stato delle cose, è sempre alla guida del Verona, e solamente una sorprenden­te svolta in queste ore varierebbe la situazione. I nomi usciti per supplire all’ipotetico esonero di Grosso si sono ristretti presto. Serse Cosmi, tra questi. E dopo Marco Baroni, che però è vincolato al Benevento. Impraticab­ili le ulteriori suggestion­i, da Prandelli, ex amatissimo dal popolo dell’Hellas, a Zdenek Zeman e Gianni De Biasi, da Francesco Guidolin ad Alberto Malesani. Contatti autentici non ce ne sono stati. Per questo la conferma di Grosso, in partenza a dir poco azzardata, si è fatta via via più vicina. Perlomeno fino all’anticipo del 23 novembre con il Palermo capolista.

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LAPRESSE Fabio Grosso, 40, prima stagione sulla panchina del Verona
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GETTY Il presidente del Verona, Maurizio Setti, 55 anni

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