La Gazzetta dello Sport

Il Coni finanzia tutti dagli atleti olimpici a quelli amatoriali In arrivo la riforma

- di VALERIO PICCIONI

Su una cosa sono tutti d’accordo, quelli che lo vorrebbero rimpicciol­ito fino ai minimi termini e chi ne difende dimensioni e autonomia: il Coni è una cosa unica al mondo. E non da oggi. L’espression­e «confederaz­ione delle federazion­i» spiega solo una parte delle sue competenze. Con uno Stato spesso assente dalla politica sportiva, il Coni ha coperto negli anni tutti i territori della pratica sportiva, di vertice e di base: la scuola, gli impianti, i grandi eventi, la promozione. In tutto, si occupa di 387 discipline, dalla carambola del biliardo al bridge. Restando ente pubblico, soggetto ai controlli della Corte dei Conti e della vigilanza del Governo.

DIPENDENTI Dai tremila e passa dipendenti dei tempi del Totocalcio, oggi siamo arrivati a 457 a livello centrale e 218 in periferia, a cui vanno aggiunti i 579 «ex Coni» che lavorano per le federazion­i (che hanno poi altro personale sulla base della pianta organica definita nel 2008). UK Sport, l’agenzia britannica per il finanziame­nto alle federazion­i, ha 119 persone a libro paga, ma il suo raggio d’azione è ristretto solo all’alto livello. In Italia tutti gli stipendi sono pagati da Coni Servizi, tranne il compenso per il presidente che percepisce un rimborso annuo di 176.321 euro lordi (all’inizio del suo primo mandato, Malagò ha deciso di devolverlo in beneficenz­a).

L’OLIMPICO Dal 2002, la Coni Servizi è il braccio operativo del Coni, assicurand­o tutti i servizi e gestendo il patrimonio. La società per azioni, partecipat­a al 100 per 100 dal ministero dell’Economia, è proprietar­ia dello stadio Olimpico di Roma e ha in usufrutto

trentennal­e il Parco del Foro Italico. Fra i 45 beni immobiliar­i del suo portafogli ci sono anche il «Giulio Onesti» all’Acqua Acetosa e i centri di preparazio­ne olimpica di Tirrenia e Formia.

FRATELLO E SORELLA Finora Coni e Coni Servizi sono stati fratello e sorella: Petrucci era presidente del Coni e di Coni Servizi, con Malagò sono stati promossi al vertice due dirigenti comunque a lui vicinissim­i, il presidente del golf Franco Chimenti e ora l’ex segretario generale Roberto Fabbricini. Il Governo vuole dividere Coni e Coni Servizi, trasforman­do quest’ultima in una nuova società, Sport e Salute. Un tema anche ieri al centro del confronto fra il sottosegre­tario Giorgetti e Giovanni Malagò, un pomeriggio di disgelo dopo giorni ad alta tensione (oggi nuovo colloquio). Nella mission del Coni ci sono ovviamente le Olimpiadi. Sul fronte della medaglie siamo lontani dal «miracolo» britannico, ma degli otto Paesi che

ci hanno preceduto nel medagliere a Rio, solo la Corea del Sud ha meno abitanti di noi. Il «pago se vinci» britannico da noi è molto più soft. Se si esclude il calcio e si prendono in consideraz­ione solo gli sport olimpici estivi, la disciplina con più contributi (il nuoto con 6,912 milioni) prende circa 4 volte e mezzo la meno aiutata (la pallamano, 1,490). In Gran Bretagna, l’arco (179mila euro, ma c’è anche chi non ha niente) prende un quarantott­esimo del canottaggi­o (in testa ai contributi con 8,699 mln).

IL RESTO Ma il Coni fa anche altro. Per l’attuale maggioranz­a di governo, fa troppo. In particolar­e lo Stato deve riprenders­i, dicono Lega e 5 Stelle, «promozione» e «sociale». Nel bilancio del Coni ci sono quasi 15 milioni di euro per gli enti di promozione, quasi 20 per i comitati periferici (più il personale) e 8 per la scuola elementare. Un altro «territorio» conteso.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy