La Gazzetta dello Sport

Quando Montoya venne eliminato da un doppiato Era il padre di Max...

- Gianluca Gasparini

La più spiritosa, ma in modo sottile ed educato, è stata Connie Montoya, moglie dell’ex pilota di F.1 Juan Pablo. Ha twittato «So come ci si sente...» insieme alla foto del marito buttato fuori pista da un doppiato quando era al comando del GP del Brasile 2001. Chi era il doppiato? Jos Verstappen, padre di Max... Una nemesi incredibil­e, a pensarci bene, addirittur­a sulla stessa pista. Si escludono parentele tra Ocon e la famiglia del colombiano, ma quanto successo due giorni fa a Interlagos non è il primo e non sarà l’ultimo episodio che vede gente in viaggio nelle retrovie capace di rovinare il pomeriggio al leader di un GP. Così come non sono mancate, in F.1, occasioni in cui due piloti si sono messi le mani addosso. O sono stati fermati un attimo prima che succedesse.

CAZZOTTI In passato i commissari non erano così reattivi nel comminare penalità in caso di scorrettez­ze. Perciò, di tanto in tanto, capitava che qualcuno si facesse giustizia da solo. Famosa, perché avvenuta sotto gli occhi delle telecamere, la scazzottat­a di Nelson Piquet ai danni di Eliseo Salazar reo di avergli fatto perdere la gara di Hockenheim nel 1982. Il cileno, colpevole e conscio di cosa stava arrivando, tenne il casco ben allacciato in testa... Ma, non documentat­e dalle immagini, ci sono state scintille anche tra Mansell e Senna a Spa nel 1987 (Nigel prese per il collo Ayrton che lo aveva spedito fuori) e, nel dopo gara di Suzuka 1993, tra lo stesso brasiliano e un Eddie Irvine appena arrivato in F.1 e poco propenso a farsi doppiare. Forse, a condiziona­re Senna, fu l’episodio del 1988 a Monza quando da dominatore della corsa fu urtato a due giri dalla fine dalla Williams del francese JeanLouis Schlesser e perse una vittoria certa. Ayrton era piuttosto caldo: ebbe un paio di scontri nel 1992 anche con Michael Schumacher, in un test a Hockenheim e quando il tedesco lo speronò al via del GP di Francia a Magny-Cours.

SPAVENTI E siccome la ruota gira, lo stesso Schumi nel 1998 irruppe nel box della McLaren per mettere le mani addosso a Coulthard accusato di non essersi spostato, nella fitta pioggia di Spa, causando un botto con ritiro di entrambi. Capita, quando si rischia la vita a 300 orari. Difficile contare fino a 10 e stare calmi, se ti sei appena preso uno spavento biblico. A distanza di tempo, e consideran­do che nessuno si è fatto male davvero, ricordando certi momenti si può anche sorridere. Come quella volta che, nelle prove di Hockenheim 1978, James Hunt si «prese» con Vittorio Brambilla e lo strinse all’entrata dei box rompendogl­i il musetto della Surtees. Il monzese non ci pensò due volte: si slacciò le cinture, uscì dall’auto, si avvicinò alla McLaren e iniziò a tempestare di pugni in testa l’inglese...

La moglie di Juan Pablo ironica su Twitter: «So come ci si sente...»

Quella volta che Brambilla tempestò di pugni sul casco un certo Hunt

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LAPRESSE Verstappen si allontana dopo le spinte a Ocon (alle sue spalle), un uomo Fia li separa

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