Ferrari pensa ai rinforzi Mekies sì, Smedley forse
●L’uomo venuto dalla Fia al muretto al posto di Clear. Contatti con l’ex tecnico di Massa che lascia la Williams: «Se vogliono, parliamone»
Una vittoria nelle ultime sette corse, la resa anticipata nei confronti di Lewis Hamilton e della Mercedes sul duplice fronte iridato, Sebastian Vettel che non fa risuonare l’inno tedesco dal 26 agosto, 78 giorni fa. Ma soprattutto il preoccupante passo indietro a Interlagos che ha rimesso in discussione ciò che a Maranello pareva certezza: che il successo di Raikkonen ad Austin e il 2° posto di Vettel in Messico fossero frutto di una ponderata marcia indietro nello sviluppo della SF71H, dopo aver preso una direzione sbagliata. Convinzione confermata dal risultato in qualifica con Seb
2° per soli 93 millesimi e Raikkonen 4° ma “gelata” in gara da un’auto tornata a soffrire di un male antico: l’impossibilità di sfruttare al meglio le gomme più dure (soffici e medie), quando il venerdì il problema era stato il blistering, poi scomparso in corsa. Battuta d’arresto che avrà come effetto, ora che non c’è più nulla da vincere se non l’ultimo GP del 2018, quello di spingere Maurizio Arrivabene a tradurre dalla teoria alla pratica l’intento di irrobustire il team. Aver colto 6 vittorie e 6 pole come non si faceva da 10 anni, 23 podi (più del 2007, stagione dell’ultimo mondiale) e più punti (553) di qualsiasi altra stagione da quando è stato inaugurato il nuovo punteggio, non basta a cancellare la delusione per l’ennesimo fallito assalto al mondiale.
CAMBIAMENTO Pur dando retta alla tesi ferrarista che non ci sarà alcun stravolgimento e che Mattia Binotto continuerà a dirigere il reparto tecnico, qualche pedina a Maranello si è già mossa: Jock Clear, che per sua stessa ammissione ha appena firmato un nuovo accordo «a lungo termine» con Maranello, lascerà il ruolo di coordinatore dei tecnici per concentrarsi sul neo ingaggiato Charles Leclerc. Il tecnico inglese ha una lunghissima esperienza alle spalle, avendo diretto Jacques Villeneuve alla conquista del Mondiale ’97, ed essere stato poi accanto a Schumi e Hamilton in Mercedes. Una garanzia. Verrà sostituito da Laurent Mekies, francese di 41 anni, a lungo in Toro Rosso e poi in Fia dove sino a marzo è stato vice di Charlie Withing. Dopo il consueto periodo di stop previsto dalle regole, è entrato a Maranello, che lo aveva annunciato a marzo, ai primi di settembre.
NUOVO PROFILO Ma la campagna acquisti non sarebbe finita qui: ricordate lo sfogo di Arrivabene a Suzuka? La chiara volontà di affidarsi a un «pistaiolo», ossia un tecnico in grado di sollevare gli occhi dal computer? L’identikit potrebbe corrispondere alla figura di Rob Smedley, 44 anni, inglese, che ha già annunciato l’addio alla Williams, dove era il capo degli ingegneri. Smedley è figura ben conosciuta a Maranello dove ha lavorato per 15 anni (possiede ancora un appartamento a Modena), prima alla squadra test e poi come responsabile dell’auto di Massa (toccò a lui ordinare nel 2010 a Felipe di far passare Alonso a Hockenheim). A fine anno lascerà la Williams. «Ma voglio restare in F.1, è la mia passione». In questi anni a Grove, da capo degli ingegneri, ha sviluppato competenze che coincidono con le esigenze di Maranello: «Mi sono occupato di vari aspetti — diceva a Interlagos — come lo sfruttamento delle gomme, le procedure sul campo di gara, il metodo di lavoro dei meccanici». Alla Ferrari smentiscono contatti, sostenendo che non ci sarebbe una casella per lui. Eppure qualche contatto pare ci sia stato, con Smedley che avrebbe chiesto precise garanzie per il proprio ruolo. «Se servisse (a tornare; n.d.r.) verrei in vacanza in Italia a gennaio — è stata la sua diplomatica risposta al proposito —. Sono nella fortunata posizione in cui c’è gente che mi vuole parlare e parliamo, nessuna opzione è esclusa. All’inizio del prossimo anno, a mente fredda, prenderò una decisione».
SE SERVISSE A TORNARE, VERREI IN VACANZA IN ITALIA A GENNAIO ROB SMEDLEY INGEGNERE WILLIAMS