Dal giro in Vespa con papà a 9 Mondiali da fenomeno Tutte le emozioni di Cairoli
●Esce la biografia del pilota siciliano, che si racconta senza filtri. «La moto è la mia vita»
“Velocità, fango, gloria” (267 pagine, 18 ), da oggi in libreria
Nel 2011 Open del campione di tennis Andre Agassi, scritto insieme al premio Pulitzer J.R. Moehringer, ha cambiato per sempre il modo di scrivere un’autobiografia. Un po’ romanzo di formazione, un po’ seduta dall’analista, ha costretto chiunque volesse pubblicare un libro sulla propria vita di politico, sportivo, artista… a battere altre strade. Antonio Cairoli, nove volte campione del mondo di motocross, ha deciso così di raccontare la storia della sua carriera con un taglio inconsueto, attraverso tre costanti diventate prima un motto, poi un tatuaggio e adesso anche un libro: “Velocità, Fango e Gloria” (in uscita oggi con Rizzoli, 267 pagine, 18 euro). Sulle pagine scritte dal messinese, non troveremo l’equivalente del drago sputapalline, né un padre orco, né la vita rock&roll e i tormenti interiori del tennista statunitense. Leggeremo invece di una famiglia che partendo da Patti, in provincia di Messina, con
picca e nenti (poco e nulla) ma tanta passione, ha portato il piccolo di casa a diventare uno dei più grandi piloti di tutti i tempi.
GLI INIZI Velocità è la sensazione al primo giro in Vespa con papà Benedetto «in piedi e le manine attaccate al manubrio», l’accensione della prima Italjet 50, le gare siciliane con delegazione al seguito (genitori, sorelle, cognati, amici e parenti) e le vittorie nonostante una moto spesso rattoppata alla bell’e meglio col fil di ferro. Il Fango raccontato da Tony non è solo quello di certe gare impossibili («Siamo completamente marroni, irriconoscibili, a metà strada tra un gioco di bambini e lo sbarco a Omaha Beach…», scrive), ma soprattutto quello dei momenti privati più dolorosi. La perdita della mamma Paola per una malattia, quella drammatica di papà Benedetto, la solitudine dopo l’addio alla Sicilia consapevole del proprio talento ma ignaro delle chance di successo, gli infortuni compresi nel prezzo di una disciplina così rischiosa.
EMOZIONI Stati d’animo che Cairoli, notoriamente riservato, mette per la prima volta a disposizione dei fan. E la Gloria? C’è quella dei nove titoli mondiali e quella dell’amore per la moglie olandese Jill, dell’affiatamento col proprio team, dell’affetto per la famiglia De Carli che lo accolse e un po’ lo adottò al suo arrivo a Roma. Ma soprattutto quella per aver realizzato il sogno di un bimbo che costruì dietro casa quella che nella sua testa doveva essere una pista. Due mucchi di terra per saltare con la bici e imitare il nac-nac di Jeremy McGrath, visto e rivisto sul videoregistratore. In fondo, a leggere bene, non è cambiato molto.