Cavalcata Atlantica Joyon vince allo sprint E segna il nuovo record
● Col trimarano Idec Sport arriva a Guadalupa in 7 giorni, 14 ore, 21’47” Migliorato il primato di 46’ e beffato Gabart, leader superato nel finale
Il vecchio che batte il giovane. La barca di 12 anni supera quella varata tre anni fa. Un arrivo già scritto e che invece si trasforma in un incerto duello sul traguardo. Poco più di 600 metri di distacco sulla linea dopo aver attraversato l’Atlantico in una corsa di oltre 8.000 km. Ma soprattutto, il detto che le regate finiscono sul traguardo che detta legge. Questo il ritratto della 11a edizione della Route du Rhum-Destination Guadeloupe, la transatlantica in solitario dalla Francia ai Caraibi, che si è conclusa nella notte domenicale di Pointe-à-Pitre, in Guadalupa (in Italia era l’alba di ieri), con la vittoria a sorpresa del francese Francis Joyon, 62 anni, fisico scolpito da mille regate oceaniche e giri del mondo (detiene il record di quello in equipaggio) che con il suo maxi-trimarano Sport Idec (lungo 31,5 metri) ha superato sul filo di lana il connazionale François Gabart (35 anni), col maxi-tri di 32 metri Macif.
RITIRI Una vittoria a sorpresa arrivata al termine di una regata che, partita domenica 4 novembre da Saint-Malo, in Bretagna, due giorni dopo il via aveva la flotta di 123 concorrenti ridotta di quasi di un terzo. Chi aveva cercato riparo in un porto per sfuggire alla prima di una serie di tempeste atlantiche, chi con la barca danneggiata, chi per evitare che la barca andasse a fondo. A farne le spese anche i due italiani in gara, Andrea Mura con Vento di Sardegna, che abbandonava dopo aver perso con la parabola del satellitare la possibilità di essere competitivo, e Andrea Fantini con Enel Green Power, che ha preferito risparmiare la barca e ripartire dopo la bufera. Mentre molti si chiedevano perché gli organizzatori non avessero rinviato la partenza, Gabart con Macif scappava via.
SOLITARIO Con la flotta dei maxi- trimarani presto ridotta da sei a tre per le avarie e in un caso perché rovesciato al largo delle Canarie, la cavalcata di Macif è stata davvero solitaria. Unico a reggere il confronto e a inseguire, da lontano, Francis Joyon. Sulla rotta attraverso l’Atlantico e sotto la spinta, temporali a parte, calda e costante degli Alisei, difficile recuperare se hai davanti un navigatore come Gabart, detentore del record sul giro del mondo in solitario. Impossibile, a meno che le condizioni non favoriscano più il battistrada. Quello che è accaduto ormai a Guadalupa. Quando, complice la terra, il vento è calato e Gabart ha dovuto fare i conti con i danni riportati, pure lui, nei primi giorni. Un timone e una deriva rotte, la vela principale danneggiata. Insomma, una barca azzoppata che finché c’era da andar dritti ha retto. Poi, quando si è dovuto bordeggiare lungo le coste di Guadalupa per arrivare al traguardo, i danni si sono fatti sentire. A complicare le cose pure una rete da pesca che ha stoppato Macif nel suo trascinarsi sull’acqua. Joyon, prima ha raggiunto Gabart, poi il duello sul filo dei 3 nodi (5,5 km/h), infine ha preso il refolo giusto. Francis Joyon ha vinto stabilendo il nuovo record con il tempo di 7 giorni, 14 ore, 21 minuti e 47”, migliorando di 46’ e 45” il primato stabilito nel 2014. Ma soprattutto ha percorso le 4.367 miglia (8.887 km) effettivamente navigate da Saint-Malo alla Guadalupa alla media di 23,95 nodi: circa 44 km/h. Gabart è arrivato 7 minuti e 600 metri dopo. Davvero poca cosa, ma sufficiente per una sconfitta che fa male e una vittoria che fa storia.