PIPITA, DUE TURNI SALVINI DURISSIMO «MERITAVA DI PIÙ»
●L’attaccante punito per «condotta gravemente irriguardosa». Il club punta a dimezzare la pena
Il ministro: «Comportamento indegno» Gattuso perde i pezzi: Bonaventura verso l’operazione, rischia 5 mesi di stop
Ricevuto il dispositivo con la doppia squalifica di Higuain, il Milan ha riflettuto qualche ora sul da farsi. Il club, assistito dai legali, ha letto e riletto le poche righe con cui il giudice sportivo motivava la propria decisione: appellarsi alla sentenza senza possibilità alcuna di alleggerire il verdetto sarebbe stato controproducente. Così, se il club ha infine deciso di procedere è perché ritiene di avere in mano delle attenuanti da presentare alla corte federale. Contro la Juve Gonzalo era prima stato ammonito per proteste, poi espulso per aver proseguito in un comportamento irriguardoso verso l’arbitro Mazzoleni. Questo il testo con cui il giudice sportivo ha annunciato, intorno alle due del pomeriggio di ieri, la squalifica per due giornate effettive oltre all’ammonizione «per proteste
nei confronti degli Ufficiali di gara (Terza sanzione)». Il rosso diretto era la conseguenza di una «condotta gravemente irriguardosa nei confronti del Direttore di gara, essendosi avvicinato al medesimo, all’atto dell’ammonizione per proteste al 38’ del secondo tempo, in modo scomposto e minaccioso, e avendo reiterato platealmente le proteste al momento dell’allontanamento dal terreno di giuoco». Tre ore dopo, valutato attentamente il caso, la società, con l’avvocato Cantamessa, optava per il ricorso. I termini usati nel comunicato appaiono al club ancora più crudi delle immagini di domenica sera: Higuain ha certamente sbraitato contro l’arbitro ma la piazzata può benissimo – sempre secondo la società – essere derubricata da «grave» a «ineducata». L’articolo 19 comma 4 del codice di giustizia sportiva punisce atteggiamenti simili con un minimo di due giornate «salva l’applicazione di circostanze attenuanti», nel caso le scuse pubbliche e private all’arbitro. Dunque la squalifica non sparirà, l’obiettivo rossonero è semmai quello di dimezzarla: all’inizio della prossima settimana, quando il caso verrà esaminato, Higuain sarà presente a Roma. Oggi salterebbe sia la trasferta in casa della Lazio, alla ripresa del campionato, che la partita interna con il Parma.
PRECEDENTE Una strategia simile ebbe «parziale» accoglimento nell’aprile 2016, quando la furia del Pipita trovò libero sfogo sull’arbitro Irrati in Udinese-Napoli. Allora furono quattro i turni di stop, punizione appesantita dalle «ingiurie» e «da entrambe le mani poste sul petto dell’arbitro». Anche allora i termini furono decisivi: la difesa puntò sull’«atteggiamento irrispettoso» più che sulla «condotta ingiuriosa» e ottenne una giornata di sconto. Anche allora Higuain si espose nel tentativo di discolparsi:
MINISTRO DELL’INTERNO
MATTEO SALVINI
È ANDATO CONTRO LA STORIA DEL CLUB, COSÌ NON C’È CIVILTÀ
«Ho sempre rispettato le regole nella mia vita. Prima di quella partita ho giocato 430 partite da professionista e sono stato espulso per somma di ammonizioni una sola volta, quando giocavo nel Real Madrid». Vero, come il fatto che episodi del genere non si erano più verificati. Fino a domenica sera, quando sperava di servire una fredda vendetta alla ex ed è invece stato lui a scaldarsi più del dovuto. Oltre la gestualità eclatante, il Pipita sostiene però di essersi controllato nelle espressioni: «L’arbitro sa cosa gli ho detto, non ho offeso nessuno».
CASO NAZIONALE Mentre Gonzalo cercava conforto nella famiglia e quiete nella villa vista lago di Como, fuori imperversava la polemica. Matteo Salvini, ministro dell’interno di fede rossonera, ha assistito alla scena ed emesso un verdetto che stavolta non ammette riduzioni, anzi. «Domenica ero a San Siro con mio figlio e mi sono
vergognato per il comportamento del nostro centravanti che è stato indegno. Sei pagato milioni di euro per controllarti e spero, lo dico contro il mio interesse di tifoso, che gli diano una squalifica lunga. Due giornate sono poche. Certo, da tifoso del Milan potrei anche essere contento, ma da sportivo, mentre ci sono 300 arbitri che vengono aggrediti in un anno sui campi dei dilettanti di tutta Italia, un professionista come lui non può andare faccia a faccia contro l’arbitro come è successo domenica». Roberto Maroni, stesso partito e stessa passione rossonera, concorda: «Ha ragione Salvini, Higuain è stato indegno e ora secondo me il Milan lo dovrebbe anche multare: l’argentino è andato controcorrente con la storia del club per cui io e Matteo tifiamo. Se tutti ci comportassimo come lui ogni volta che qualcosa ci va storto non ci sarebbe la civiltà ma la barbarie».