Ganz: «Nessun insulto, bastava una giornata» Teocoli: «Comprensibile»
●Il dibattito sollevato dal ministro Salvini ha coinvolto anche altri appassionati rossoneri, più morbidi verso il Pipita
SCENA CRUENTA, MA L’ARBITRO NON È MAI STATO OFFESO
La vendetta si è fermata al palo: Gonzalo Higuain era stato bravo a spiazzare Kessie, altro rigorista interessato alla battuta, ma non Szczesny, il portiere della Juventus che ha intercettato il penalty del possibile pareggio. A una serata già carica di tensione, il Pipita ha aggiunto il dispiacere per il rigore fallito. Alla fine è diventato rosso di rabbia: dopo un fallo da ammonizione su Benatia si è scagliato sull’arbitro Mazzoleni, «costretto» all’espulsione. Higuain ha protestato in maniera plateale, si è diretto verso l’arbitro, si è sbracciato per liberarsi di compagni e avversari arrivati per riportare la calma. Il labiale però non ha catturato insulti al direttore di gara ma la solita lamentela del «perché fischi solo a me?». Ieri a pronunciarsi è stato prima il giudice sportivo – con le due giornate di squalifica inflitte – poi il caso è arrivato fino al ministero dell’interno. Per Matteo Salvini l’atteggiamento del centravanti è stato «indegno» e dunque meritevole di uno stop ancora più severo. Altri fedeli milanisti hanno un’opinione meno drastica e più comprensiva. Maurizio Ganz, un ex attaccante che conosce la pressione di San Siro, ha ben chiara la dinamica della storia: «La scena è stata senza dubbio cruenta e il modo di protestare evidente. Però, se le frasi sono davvero solo quelle riprese dai labiali televisivi, mi sembra che non abbia offeso nessuno. Per questo concordo con la volontà del Milan di provare a ridurre la pena: una giornata di squalifica mi pare più che sufficiente».
COMPRENSIONE Un altro sportivo milanista è Filippo Pozzato, ciclista che conosce le dinamiche dello stress da gara. Higuain si trovava di fronte la vecchia squadra e poteva segnare sotto il settore degli ex tifosi: servire fredda la vendetta per quanto successo in estate era l’obiettivo primario. «La sanzione di due giornate di squalifica è giusta. Perché è vero che nel momento dello sforzo agonistico massimale si può perdere lucidità – spiega Pozzato
EX ATTACCANTE MILAN CICLISTA DJ
-, ma essere professionisti comporta anche delle responsabilità. Soprattutto quando si gioca davanti a milioni di spettatori». Come già avevano fatto i sostenitori della Sud, rinnovando la vicinanza al loro centravanti, anche gli altri tifosi più noti si schierano al fianco del Pipita. La speranza – motivata dai protagonisti – è di riaverlo a disposizione il prima possibile. Ovviamente non contro la Lazio, magari contro il Parma se il ricorso rossonero venisse accolto. Teo Teocoli, milanista di provata fede, prova a immedesimarsi nella situazione: «Gonzalo aveva voglia di rivincita, forse troppa, dopo essere stato scaricato in quel modo dalla Juventus. E ha sbagliato, indubbiamente. Dal punto di vista umano però lo si può comprendere, anche perché non ha urlato veri e propri insulti all’arbitro, si lamentava del fatto di essere stato ammonito. La sanzione è giusta: due giornate non sono né poche né troppe». Per Dj Ringo «il gesto di Higuain non è giustificabile, ma non concordo con chi dice che le due giornate siano troppo poche, come Salvini. Anzi, forse sono troppe. Perché gli arbitri dovrebbero capire che i giocatori sono umani, possono innervosirsi. I direttori di gara di oggi sono diventati troppo protagonisti, vogliono stare loro al centro dell’attenzione. E io invece sto col Pipita, sempre e comunque».
MAURIZIO GANZ
LO STRESS FA PERDERE LUCIDITÀ, MA LUI È UN PROFESSIONISTA
FILIPPO POZZATO
RINGO
PENA SEVERA, GLI ARBITRI SI SENTONO PROTAGONISTI