«Il confronto è sempre utile Resta un Toro da Europa»
●Oggi l’atteso faccia a faccia tra l’allenatore e la sua squadra Abbiamo chiesto a quattro grandi ex cosa può venirne fuori
NON VAI MAI IN PARTITA SENZA LA TESTA, POI PERÒ CI SONO GLI EPISODI
E’arrivata l’ora della confessione. Walter Mazzarri oggi affronta il suo Toro nel ventre del Filadelfia: «Ragazzi, adesso mi spiegate per bene perché troppe volte non siete in campo con la testa». Sarà un confronto duro a cui seguiranno dieci giorni di lacrime e sangue, cioè di allenamenti particolarmente intensi, perché la botta col Parma non può essere archiviata senza un’immediata reazione anzitutto mentale: «Basta con queste amnesie, ci sono costate troppi punti». Questo il succo di una posizione ampiamente condivisa in società: urge un drastico cambio di atteggiamento per non vanificare le qualità della squadra.
DUE DOMANDE In attesa di conoscere l’esito della riunione di spogliatoio abbiamo organizzato un forum a distanza con quattro amatissimi protagonisti di tante stagioni del Toro di ieri (nel gruppo tre campioni d’Italia del 1976) che frequentano ormai da tempo i salotti televisivi col ruolo di opinionisti. Due i quesiti posti: 1) trovate utile questo tipo di strategia adottata dall’allenatore? 2) Che impressione vi ha fatto il Toro finora: è da quartieri nobili? GRAZIANI Cominciamo da un attaccante, Ciccio Graziani, che ha fatto anche l’allenatore. «Capisco l’esigenza di Mazzarri di riunire la squadra per una riflessione collettiva e approfondita: ormai allenare gli aspetti psicologici è più difficile che allenare quelli tecnici e tattici. Ai miei tempi di calciatore ricordo perfettamente che sul pullman che ci portava allo stadio si discuteva di posizioni e movimenti: “Quando mi vedi in movimento non darmela sulla prima finta ma sulla seconda”. Roba del genere: c’era una concentrazione feroce. Adesso le immagini televisive portano nelle case dei tifosi sempre la stessa scena: tutti, ma proprio tutti, vanno verso gli spogliatoi con le cuffie nelle orecchie. E le mantengono addirittura mentre si vestono... Mah... Tornando al Toro, credo che la squadra possa competere con Lazio, Milan, Fiorentina, Atalanta e Samp, cioè il gruppo che si disputa l’Europa. Mi aspetto che Mazzarri sfrutti di più Zaza perché Belotti da solo fatica a reggere il peso dell’attacco. Ma questo Toro, con le due punte e l’inventiva di Iago Falque, può riformare la linea Sala-PuliciGraziani».
PECCI Eraldo Pecci, il regista dello scudetto, parla di «qualità del legno: dipende solo da questo. Intendo dire che al Real, al
SCUDETTO COL TORO NEL 1976 EX CAPITANO DEL TORO OGGI I GIOCATORI VANNO AL CAMPO CON LE CUFFIE ... POVERI TECNICI
CICCIO GRAZIANI SCUDETTO COL TORO NEL 1976 E’ QUESTIONE DI LEGNO: GLI SLAVI? SEI GARE SUPER E POI 3 DI ASSENZA
ERALDO PECCI SCUDETTO COL TORO NEL 1976
CAPISCO MAZZARRI COL PARMA IL TORO HA PRESO UNA MUSATA
RENATO ZACCARELLI
Barcellona eccetera state sicuri che l’aspetto della concentrazione non è mai d’attualità. Perché quelle squadre sono formate da giocatori che hanno un determinato bagaglio, una consistenza che nessun tecnico può produrre. Se hai Messi è un conto, se non ce l’hai... Mazzarri cercherà di ricavare il massimo dal suo gruppo, questo sì. Però l’azione dell’allenatore è relativa. Ricordo l’annata di Antonio Conte all’Arezzo. Squadra in serie B, andava male, Antonio venne esonerato e rimpiazzato da Maurizio Sarri, poi tornò Conte: niente l’Arezzo retrocesse... Ora, saranno due ottimi tecnici o no?... Ripeto, serve il legno buono. E una mentalità comune che in squadre multietniche come le nostre non è semplice da formare. Prendiamo ad esempio gli slavi. Sono bravissimi, estrosi, tecnici... Perfetti? No perché sono pure tremendamente discontinui nel loro approccio alla partita, nel loro rendimento. Capaci di infilare sei gare meravigliose e poi di assentarsi nelle tre successive: cosa gli fai?».
ZACCARELLI Tocca a un altro centrocampista tricolore, Renato Zaccarelli. «Ho visto dal vivo il Toro contro il Parma: che musata! Una botta che fa più male in quanto inattesa, la squadra veniva da un successo brillante e si pensava tutti che potesse confermarsi in modo da dire al campionato ‘’ci siamo anche noi per i traguardi europei’’. Adesso un richiamo ad una maggiore concentrazione può essere inevitabile e pure utile. Ma io noto che questi cali mentali vengono accusati qua e là da tante squadre. Non sono di sicuro un’esclusiva del Toro. Come ho detto in diretta il doppio colpo subito nel primo tempo ha condizionato tanto la squadra. Che però ha dei valori oggettivi».
CRAVERO Roberto Cravero, capitano di lungo corso e difensore, parte dal primo gol firmato da Gervinho ma propiziato dall’incomprensione tra due colonne granata. «Izzo era in anticipo, sbaglia Nkoulou a non fermarsi. Poi quella prodezza di Inglese... Partita nata male, teniamone conto». Cravero sostiene che «il confronto allenatore-giocatori è sempre un fatto positivo: determina una presa di coscienza e spesso una reazione. E’ giusto che Mazzarri sottolinei la sua delusione al gruppo e del resto anche a caldo era stato efficace. Però bisogna capire che a volte gli atteggiamenti mentali dei giocatori vengono condizionati da episodi positivi o negativi che possono capitare in avvio della partita. Il Toro di Marassi era stato strepitoso e magari qualcuno si è cullato sugli allori. Una volta preso il 2-0 da Inglese tutto è diventato tremendamente difficile e il Parma ha preso i tre punti. Mazzata tremenda per il Toro, certo, ma la classifica è rimasta buona e la delusione va trasformata in energia positiva. Anche l’Inter a Bergamo ha subito un brusco risveglio dopo sette vittorie di fila: capitano queste sveglie tremende. Ma non cancellano il buono fatto prima. Quanto al modulo, penso che Mazzarri andrà avanti col 3-5-2. E Iago non lo tocca».
ROBERTO CRAVERO