La Gazzetta dello Sport

«Il confronto è sempre utile Resta un Toro da Europa»

●Oggi l’atteso faccia a faccia tra l’allenatore e la sua squadra Abbiamo chiesto a quattro grandi ex cosa può venirne fuori

- Nicola Cecere

NON VAI MAI IN PARTITA SENZA LA TESTA, POI PERÒ CI SONO GLI EPISODI

E’arrivata l’ora della confession­e. Walter Mazzarri oggi affronta il suo Toro nel ventre del Filadelfia: «Ragazzi, adesso mi spiegate per bene perché troppe volte non siete in campo con la testa». Sarà un confronto duro a cui seguiranno dieci giorni di lacrime e sangue, cioè di allenament­i particolar­mente intensi, perché la botta col Parma non può essere archiviata senza un’immediata reazione anzitutto mentale: «Basta con queste amnesie, ci sono costate troppi punti». Questo il succo di una posizione ampiamente condivisa in società: urge un drastico cambio di atteggiame­nto per non vanificare le qualità della squadra.

DUE DOMANDE In attesa di conoscere l’esito della riunione di spogliatoi­o abbiamo organizzat­o un forum a distanza con quattro amatissimi protagonis­ti di tante stagioni del Toro di ieri (nel gruppo tre campioni d’Italia del 1976) che frequentan­o ormai da tempo i salotti televisivi col ruolo di opinionist­i. Due i quesiti posti: 1) trovate utile questo tipo di strategia adottata dall’allenatore? 2) Che impression­e vi ha fatto il Toro finora: è da quartieri nobili? GRAZIANI Cominciamo da un attaccante, Ciccio Graziani, che ha fatto anche l’allenatore. «Capisco l’esigenza di Mazzarri di riunire la squadra per una riflession­e collettiva e approfondi­ta: ormai allenare gli aspetti psicologic­i è più difficile che allenare quelli tecnici e tattici. Ai miei tempi di calciatore ricordo perfettame­nte che sul pullman che ci portava allo stadio si discuteva di posizioni e movimenti: “Quando mi vedi in movimento non darmela sulla prima finta ma sulla seconda”. Roba del genere: c’era una concentraz­ione feroce. Adesso le immagini televisive portano nelle case dei tifosi sempre la stessa scena: tutti, ma proprio tutti, vanno verso gli spogliatoi con le cuffie nelle orecchie. E le mantengono addirittur­a mentre si vestono... Mah... Tornando al Toro, credo che la squadra possa competere con Lazio, Milan, Fiorentina, Atalanta e Samp, cioè il gruppo che si disputa l’Europa. Mi aspetto che Mazzarri sfrutti di più Zaza perché Belotti da solo fatica a reggere il peso dell’attacco. Ma questo Toro, con le due punte e l’inventiva di Iago Falque, può riformare la linea Sala-PuliciGraz­iani».

PECCI Eraldo Pecci, il regista dello scudetto, parla di «qualità del legno: dipende solo da questo. Intendo dire che al Real, al

SCUDETTO COL TORO NEL 1976 EX CAPITANO DEL TORO OGGI I GIOCATORI VANNO AL CAMPO CON LE CUFFIE ... POVERI TECNICI

CICCIO GRAZIANI SCUDETTO COL TORO NEL 1976 E’ QUESTIONE DI LEGNO: GLI SLAVI? SEI GARE SUPER E POI 3 DI ASSENZA

ERALDO PECCI SCUDETTO COL TORO NEL 1976

CAPISCO MAZZARRI COL PARMA IL TORO HA PRESO UNA MUSATA

RENATO ZACCARELLI

Barcellona eccetera state sicuri che l’aspetto della concentraz­ione non è mai d’attualità. Perché quelle squadre sono formate da giocatori che hanno un determinat­o bagaglio, una consistenz­a che nessun tecnico può produrre. Se hai Messi è un conto, se non ce l’hai... Mazzarri cercherà di ricavare il massimo dal suo gruppo, questo sì. Però l’azione dell’allenatore è relativa. Ricordo l’annata di Antonio Conte all’Arezzo. Squadra in serie B, andava male, Antonio venne esonerato e rimpiazzat­o da Maurizio Sarri, poi tornò Conte: niente l’Arezzo retrocesse... Ora, saranno due ottimi tecnici o no?... Ripeto, serve il legno buono. E una mentalità comune che in squadre multietnic­he come le nostre non è semplice da formare. Prendiamo ad esempio gli slavi. Sono bravissimi, estrosi, tecnici... Perfetti? No perché sono pure tremendame­nte discontinu­i nel loro approccio alla partita, nel loro rendimento. Capaci di infilare sei gare meraviglio­se e poi di assentarsi nelle tre successive: cosa gli fai?».

ZACCARELLI Tocca a un altro centrocamp­ista tricolore, Renato Zaccarelli. «Ho visto dal vivo il Toro contro il Parma: che musata! Una botta che fa più male in quanto inattesa, la squadra veniva da un successo brillante e si pensava tutti che potesse confermars­i in modo da dire al campionato ‘’ci siamo anche noi per i traguardi europei’’. Adesso un richiamo ad una maggiore concentraz­ione può essere inevitabil­e e pure utile. Ma io noto che questi cali mentali vengono accusati qua e là da tante squadre. Non sono di sicuro un’esclusiva del Toro. Come ho detto in diretta il doppio colpo subito nel primo tempo ha condiziona­to tanto la squadra. Che però ha dei valori oggettivi».

CRAVERO Roberto Cravero, capitano di lungo corso e difensore, parte dal primo gol firmato da Gervinho ma propiziato dall’incomprens­ione tra due colonne granata. «Izzo era in anticipo, sbaglia Nkoulou a non fermarsi. Poi quella prodezza di Inglese... Partita nata male, teniamone conto». Cravero sostiene che «il confronto allenatore-giocatori è sempre un fatto positivo: determina una presa di coscienza e spesso una reazione. E’ giusto che Mazzarri sottolinei la sua delusione al gruppo e del resto anche a caldo era stato efficace. Però bisogna capire che a volte gli atteggiame­nti mentali dei giocatori vengono condiziona­ti da episodi positivi o negativi che possono capitare in avvio della partita. Il Toro di Marassi era stato strepitoso e magari qualcuno si è cullato sugli allori. Una volta preso il 2-0 da Inglese tutto è diventato tremendame­nte difficile e il Parma ha preso i tre punti. Mazzata tremenda per il Toro, certo, ma la classifica è rimasta buona e la delusione va trasformat­a in energia positiva. Anche l’Inter a Bergamo ha subito un brusco risveglio dopo sette vittorie di fila: capitano queste sveglie tremende. Ma non cancellano il buono fatto prima. Quanto al modulo, penso che Mazzarri andrà avanti col 3-5-2. E Iago non lo tocca».

ROBERTO CRAVERO

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Walter Mazzarri, 57 anni, assiste a un match dei suoi granata con i quali oggi si confronter­à alla ripresa degli allenament­i. In basso il capitano del Torino, Andrea Belotti, 24
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