Allarme violenza Il Governo accelera «Sanzioni durissime Chi sbaglia è fuori»
vertice al Viminale tra Salvini e la Federcalcio Il ministro: «Chi mena un arbitro andrebbe radiato»
PENE PIÙ SEVERE CON IL PROSSIMO CONSIGLIO FEDERALE
L’attesa ora è tutta spostata a fine mese, quando ci sarà il prossimo Consiglio Federale, il secondo dell’eraGravina. Lì, in quella sede, si dovrà dare seguito al percorso aperto ieri mattina al Viminale. «Forte inasprimento delle pene per chiunque si renda protagonista di violenze nel mondo del calcio». È il succo del vertice che ha visto come protagonisti il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, il presidente della Figc Gabriele Gravina e quello dell’Aia Marcello Nicchi. Vertice convocato subito dopo l’ennesima aggressione ad un arbitro, questa volte il giovane Riccardo Bernardini della sezione di Ciampino, malmenato alla fine di Virtus Olympia-Atletico Torrenova, partita di Promozione laziale.
BASTONARE «Qui c’è un’emergenza educativa, ogni anno ci sono centinaia di aggressioni per una passione. Farò di tutto per riportare disciplina, rispetto, educazione e sanzioni sui campi di calcio. Come ministro e come papà penso sia arrivato il momento di sanzionare pesantemente i delinquenti. Perché di questo si tratta. Mi rifiuto di militarizzare i campi, ma per me chi colpisce un arbitro andrebbe radiato. Di certo c’è che ora si cambia: chi sbaglia paga, anche se le pene non spetta al Governo stabilirle». Già, toccherà proprio al prossimo Consiglio Federale, anche perché Salvini ieri ci ha tenuto a sottolineare come «il 90% degli episodi di violenza verso gli arbitri arrivi dal mondo del calcio e cioè da tesserati e dirigenti. Inaccettabile, ecco perché le sanzioni vanno aumentate: se uno sa di dover stare a casa qualche mese è un conto, se sa che rischia di starci 5 anni è diverso. Bisogna bastonare. Ma sono certo che presto nel calcio ci sarà un’aria nuova, più profumata». Anche se poi gli episodi di violenza generale sono diminuiti, come sottolineato da Salvini: in questo inizio di stagione (rispetto allo stesso periodo della scorsa) gli incontri con feriti sono scesi da 32 a 14, i feriti tra civili da 26 a 13, i feriti tra le forze dell’ordine da 33 a 16, i feriti tra steward da 4 a 0,
PRESIDENTE FIGC
gli arrestati da 35 a 7, con 6738 daspo e 54mila uomini delle forze dell’ordine impegnati.
LE PENE E allora la palla passa a Gabriele Gravina, il nuovo presidente della Figc. Le misure attuali, quelle del 104/A (il comunicato con cui si obbligano le società a pagare le spese arbitrali in proporzione al costo di tutte le gare casalinghe del proprio campionato, ndr) hanno una funzione da deterrente e hanno aiutato. Ma non bastano più. «Con il Governo stiamo lanciando un percorso di rinnovamento con segnali immediati. Organizziamo circa 600mila gare all’anno ed abbiamo ridotto di circa il 50% gli atti di violenza. Ma sono sempre tanti, la risultante deve essere zero. Eleveremo le pene, tutti devono sapere che se sfiorano un arbitro o attivano principi di violenza pagheranno per uno-due anni, fino all’allontanamento. Comprese le società che saranno riconosciute responsabili». E la proposta di Ancelotti di fermarsi per i cori negli stadi? «Il rischio è che non si giochi più, il tema è delicato. Non facciamo passare come razzismo un processo di maleducazione».
LO SDEGNO Detto dello sdegno della Lega di A («Un episodio increscioso, che nulla ha a che fare con il calcio. Proprio come lo striscione contro Preziosi»), ieri è stato anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ad esprimersi: «Serve una crescita culturale di tutto il mondo del calcio: dirigenti, allenatori, giocatori, tifosi e familiari. Sono rimasto impressionato dalla violenza dell’episodio, Nicchi ha tutto il mio supporto». Nicchi che ieri ha avuto una giornata lunghissima, perché dopo il Vertice ha incontrato anche i sottosegretari di Stato Simone Valente e Vincenzo Santangelo. «Questo è un punto zero, non accetteremo più di mandare al massacro i nostri arbitri – dice Nicchi –. Lo dobbiamo ai nostri 35mila associati. Lo stop alle gare del Lazio è un segnale, ma siamo pronti ad estenderlo ad altre regioni laddove si verifichino episodi simili. Chiusura con Giancarlo Giorgetti, sottosegretario con delega allo sport: «Dobbiamo dare una dimensione educativa ai nostri bambini. Deve essere il mondo del calcio, oltre a scuole e famiglie, ad educarli».
GABRIELE GRAVINA È UN PUNTO ZERO, NON FAREMO PIÙ MASSACRARE I NOSTRI ARBITRI
MARCELLO NICCHI PRESIDENTE AIA