La Gazzetta dello Sport

Allarme violenza Il Governo accelera «Sanzioni durissime Chi sbaglia è fuori»

vertice al Viminale tra Salvini e la Federcalci­o Il ministro: «Chi mena un arbitro andrebbe radiato»

- Andrea Pugliese ROMA

PENE PIÙ SEVERE CON IL PROSSIMO CONSIGLIO FEDERALE

L’attesa ora è tutta spostata a fine mese, quando ci sarà il prossimo Consiglio Federale, il secondo dell’eraGravina. Lì, in quella sede, si dovrà dare seguito al percorso aperto ieri mattina al Viminale. «Forte inasprimen­to delle pene per chiunque si renda protagonis­ta di violenze nel mondo del calcio». È il succo del vertice che ha visto come protagonis­ti il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il sottosegre­tario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, il presidente della Figc Gabriele Gravina e quello dell’Aia Marcello Nicchi. Vertice convocato subito dopo l’ennesima aggression­e ad un arbitro, questa volte il giovane Riccardo Bernardini della sezione di Ciampino, malmenato alla fine di Virtus Olympia-Atletico Torrenova, partita di Promozione laziale.

BASTONARE «Qui c’è un’emergenza educativa, ogni anno ci sono centinaia di aggression­i per una passione. Farò di tutto per riportare disciplina, rispetto, educazione e sanzioni sui campi di calcio. Come ministro e come papà penso sia arrivato il momento di sanzionare pesantemen­te i delinquent­i. Perché di questo si tratta. Mi rifiuto di militarizz­are i campi, ma per me chi colpisce un arbitro andrebbe radiato. Di certo c’è che ora si cambia: chi sbaglia paga, anche se le pene non spetta al Governo stabilirle». Già, toccherà proprio al prossimo Consiglio Federale, anche perché Salvini ieri ci ha tenuto a sottolinea­re come «il 90% degli episodi di violenza verso gli arbitri arrivi dal mondo del calcio e cioè da tesserati e dirigenti. Inaccettab­ile, ecco perché le sanzioni vanno aumentate: se uno sa di dover stare a casa qualche mese è un conto, se sa che rischia di starci 5 anni è diverso. Bisogna bastonare. Ma sono certo che presto nel calcio ci sarà un’aria nuova, più profumata». Anche se poi gli episodi di violenza generale sono diminuiti, come sottolinea­to da Salvini: in questo inizio di stagione (rispetto allo stesso periodo della scorsa) gli incontri con feriti sono scesi da 32 a 14, i feriti tra civili da 26 a 13, i feriti tra le forze dell’ordine da 33 a 16, i feriti tra steward da 4 a 0,

PRESIDENTE FIGC

gli arrestati da 35 a 7, con 6738 daspo e 54mila uomini delle forze dell’ordine impegnati.

LE PENE E allora la palla passa a Gabriele Gravina, il nuovo presidente della Figc. Le misure attuali, quelle del 104/A (il comunicato con cui si obbligano le società a pagare le spese arbitrali in proporzion­e al costo di tutte le gare casalinghe del proprio campionato, ndr) hanno una funzione da deterrente e hanno aiutato. Ma non bastano più. «Con il Governo stiamo lanciando un percorso di rinnovamen­to con segnali immediati. Organizzia­mo circa 600mila gare all’anno ed abbiamo ridotto di circa il 50% gli atti di violenza. Ma sono sempre tanti, la risultante deve essere zero. Eleveremo le pene, tutti devono sapere che se sfiorano un arbitro o attivano principi di violenza pagheranno per uno-due anni, fino all’allontanam­ento. Comprese le società che saranno riconosciu­te responsabi­li». E la proposta di Ancelotti di fermarsi per i cori negli stadi? «Il rischio è che non si giochi più, il tema è delicato. Non facciamo passare come razzismo un processo di maleducazi­one».

LO SDEGNO Detto dello sdegno della Lega di A («Un episodio increscios­o, che nulla ha a che fare con il calcio. Proprio come lo striscione contro Preziosi»), ieri è stato anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ad esprimersi: «Serve una crescita culturale di tutto il mondo del calcio: dirigenti, allenatori, giocatori, tifosi e familiari. Sono rimasto impression­ato dalla violenza dell’episodio, Nicchi ha tutto il mio supporto». Nicchi che ieri ha avuto una giornata lunghissim­a, perché dopo il Vertice ha incontrato anche i sottosegre­tari di Stato Simone Valente e Vincenzo Santangelo. «Questo è un punto zero, non accetterem­o più di mandare al massacro i nostri arbitri – dice Nicchi –. Lo dobbiamo ai nostri 35mila associati. Lo stop alle gare del Lazio è un segnale, ma siamo pronti ad estenderlo ad altre regioni laddove si verifichin­o episodi simili. Chiusura con Giancarlo Giorgetti, sottosegre­tario con delega allo sport: «Dobbiamo dare una dimensione educativa ai nostri bambini. Deve essere il mondo del calcio, oltre a scuole e famiglie, ad educarli».

GABRIELE GRAVINA È UN PUNTO ZERO, NON FAREMO PIÙ MASSACRARE I NOSTRI ARBITRI

MARCELLO NICCHI PRESIDENTE AIA

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Il giovane arbitro Riccardo Bernardini dopo l’aggression­e subìta a Roma in una gara di Promozione
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