La Gazzetta dello Sport

Verona, segnali di unità Setti: «Ma ora la svolta»

●Il presidente conferma la panchina di Grosso fino al Palermo Condizione: «Dimostrare qualcosa di diverso al popolo dell’Hellas»

- Matteo Fontana VERONA Fabio Grosso, 40 anni, allenatore Hellas

L’Hellas non cambia. La decisione di confermare Fabio Grosso aveva preso forma lunedì. Ieri è arrivato il marchio dell’ufficialit­à. A imprimerlo è stato Maurizio Setti, intervenut­o con una nota pubblicata dal club.

RIFLESSION­E Spiega, il presidente del Verona: «Il rendimento dell’ultimo periodo non può lasciare contento nessuno, me per primo. Dopo l’ultima partita ho deciso di prendermi un momento di riflession­e, durante il quale mi sono confrontat­o con la parte sportiva. Ho potuto constatare grande determinaz­ione a dimostrare qualcosa di diverso al popolo dell’Hellas già a partire dalla gara contro il Palermo. La mia decisione è quindi di continuare il rapporto con uno staff tecnico sul quale abbiamo investito per un progetto a medio termine e nel quale ho riposto grande fiducia a inizio stagione, con l’obiettivo di riportare il Verona in Serie A». Fiducia limitata, in sintesi, per Grosso. Il Palermo, nella sfida del 23 novembre al Bentegodi, sarà l’appello finale per il tecnico. Un concetto che Setti chiarisce con un’ulteriore precisazio­ne, sempre intrecciat­a attorno a quella fiducia che «dovrà essere confermata e meritata attraverso risultati e atteggiame­nti in campo completame­nte diversi rispetto a quelli dimostrati ultimament­e. L’anno scorso ho commesso degli errori che non ho intenzione di ripetere, ma che al tempo stesso non devono condiziona­re la valutazion­e della situazione attuale. Tenendo sempre a mente il nostro obiettivo finale».

MOTIVI La via percorsa da Setti non è la più popolare. La tifoseria è delusa e auspicava che la società optasse per il cambio. Non ha suscitato, tuttavia, grande sorpresa il fatto che non sia avvenuto. In passato, Setti

PRESIDENTE VERONA

ANSA ha preferito proseguire con la stessa guida tecnica nonostante i risultati avversi. Soltanto nel 2015 non è andata così: Andrea Mandorlini fu rimpiazzat­o da Gigi Delneri (ugualmente arrivò la retrocessi­one in Serie B). Uno dei motivi del sì, seppure a tempo, a Grosso, è questo. L’altro viene dalla disamina effettuata dai vertici sulle alternativ­e. Nessuno dei nomi in ballo ha convinto appieno, sia pure per ragioni differenti. Irraggiung­ibile Cesare Prandelli, complicato Marco Baroni, suggestivo ma rischioso Zdenek Zeman, il resto, da Serse Cosmi ad Alberto Malesani, è rimasto sempre distante dalle valutazion­i della dirigenza dell’Hellas, convinta che cambiare per cambiare non sia l’idea migliore per gestire una situazione ingarbugli­ata.

LA FIDUCIA ANDRÀ MERITATA CON RISULTATI DIVERSI RISPETTO AI RECENTI

MAURIZIO SETTI

AVANTI Gli indicatori dello stato di forma dell’Hellas sono tutti di segno negativo. Una vittoria nelle ultime sette partite, almeno un gol preso in ognuna delle gare ufficiali disputate in stagione, le statistich­e che riguardano i tiri in porta che tracciano numeri sempre più in calando. Eppure il Verona va avanti con Grosso. Dalla sede societaria emerge la persuasion­e che il momento di difficoltà sia superabile e che l’allenatore in carica abbia le risorse per uscire dal vicolo in cui si è incastrato l’Hellas. Il processo di maturazion­e di un gruppo ampiamente rinnovato in estate si è spezzato. Qualcosa si è rotto con le sconfitte di Salerno e, ancor di più, con il Lecce. I vertici però hanno fatto quadrato, con la consapevol­ezza che dovranno fronteggia­re i malumori della tifoseria. Setti, però, crede sempre in Grosso: la fiducia nei suoi confronti è immutata. Sebbene a termine.

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Maurizio Setti, 55 anni, presidente Verona
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LAPRESSE

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