La Gazzetta dello Sport

Brava Mercedes Però è arrivata con il fiatone...

●Si è presa i due titoli ma i motori sono al limite: Hamilton ad Abu Dhabi rischia di partire dal fondo

- Andrea Cremonesi

Il motore che Lewis Hamilton ha utilizzato in Brasile è in queste ore sotto esame a Brixworth, dove si realizzano le power unit Mercedes: i tecnici devono capire quali conseguenz­e la «scaldata» subìta domenica a Interlagos, a causa della rottura di uno scarico, ha avuto sul motore termico. E se sia o meno utilizzabi­le per l’ultimo GP del 2018. Sostituirl­o con un’altra unità, la quarta, equivarreb­be a spedire il 5 volte iridato in fondo allo schieramen­to, impedendog­li di lottare per l’ultimo successo stagionale su una pista, quella di Abu Dhabi, dove superare non è facile (anche se Vettel, con la Red Bull, squalifica­to perché rimasto senza benzina, da ultimo arrivò 3° nel 2012). Avendo vinto entrambi i titoli iridati, non sarebbe una scelta troppo dolorosa. Se non per Lewis, che preferireb­be aggiungere un’altra perla alla collana di successi, avvicinand­osi ulteriorme­nte a Schumacher: dopo la conquista del GP del Brasile si trova a quota 72, a 19 vittorie da Michael (curiosamen­te due numeri che caratteriz­zano la storia del tedesco:72 sono i successi conquistat­i alla Ferrari e 19 quelli ottenuti in precedenza con la Benetton).

OPZIONE Usare le altre due unità impiegate quest’anno? La Mercedes considera il chilometra­ggio delle singole power unit un dato sensibile, dunque non (ancora) divulgabil­e. Non venendo mai pubblicizz­ata la rotazione è difficile stabilire se quelle unità, impiegate comunque nelle libere, possono essere rischiate in gara. Un dato significat­ivo: domenica la power unit di Bottas, la quarta, dopo che l’esemplare che ha accusato problemi al GP d’Austria è stato confinato alle libere, era già al settimo GP. In ogni fine settimana una power unit percorre 750 km e i conti Mercedes dicono che è stata tagliata da Melbourne a Interlagos la quota dei 30 mila. La certezza è che i motoristi della Stella eviteranno di far chiudere l’annata al proprio campione del mondo con un ritiro. Tanto più che la sfida su chi è rimasto più fedele al regolament­o sul materiale da usare durante la stagione senza incorrere in penalità, vede in vantaggio la Ferrari. Unico team, tra le big, malgrado i guai di Raikkonen in Spagna, a non aver usato più dei 3 motori termici, 3 turbo, 3 MHU-H, 2 batterie, 2 centraline elettronic­he e 2 MGU-K concessi nel 2018. A dimostrazi­one della super affidabili­tà delle rosse.

CIFRE Lewis domenica ha rischiato di non finire la corsa, cosa che gli avrebbe fatto perdere la vittoria (peraltro giunta grazie allo scontro tra Ocon e Verstappen) rimandando anche la festa del mondiale costruttor­i. Invece i tecnici hanno fatto il miracolo e così, passata la paura, restano numeri da record: 10 vittorie in 20 GP, 12 pole, 10 giri veloci in gara, 24 podi, 504 giri al comando pari a 2595 km, 21 partenze in prima fila. Fare meglio il prossimo anno sarà possibile? E il team dopo 5 stagioni di successo sarà ancora affamato? Toto Wolff non vede problemi al riguardo, anche perché (anche se questo non lo dice apertament­e) c’è la grande opportunit­à di allungare sulla Ferrari dell’era Schumi, diventando l’unica scuderia ad aver vinto 6 titoli di fila. Se vi sembra poco stimolante...

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LAPRESSE Lewis Hamilton “in preghiera” sul motore della Mercedes dopo il sofferto successo in Brasile

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