La Gazzetta dello Sport

Federer, vittoria pigra Semifinali alla portata

●>oger non entusiasma ma basta poco per piegare Thiem in due set «Sono andato in campo per divertirmi». Decisiva la sfida con Anderson

- Luca Mariananto­ni

Male la prima, benino la seconda per Roger Federer che rimane in vita al Masters con un comodo successo in due set sull’austriaco Dominic Thiem, dopo il clamoroso scivolone iniziale con Kei Nishikori. Lo svizzero è concentrat­o, attento, ma a tratti anche irriconosc­ibile, pigro negli spostament­i, falloso da fondo e troppo morbido alla risposta. E’ sufficient­e però per fare breccia in un Thiem a disagio su una superficie che non ama e scomposto quando tenta, per sopravvive­re, di uscire dagli schemi classici e giocare aggressivo per togliere il tempo allo svizzero. Ma un Federer al 60% basta e avanza per domare il rivale.

BREAK Lo svizzero arriva subito alla palla break e nel 3° game aumenta il passo, nonostante il match sia complessiv­amente piatto. Con l’ace Federer sale 3-1, Thiem arranca fino al 3-2, poi 5 game di fila per l’ex numero 1 del mondo che prima chiude il set con un dritto in contropied­e e poi allunga 2-0 a inizio di 2°. Sul 3-1 Thiem tiene ai vantaggi, Federer non perde colpi e si assicura, avanti 5-3, di servire almeno per il match. Non gli serve, basta l’errore di Thiem a rete a regalargli una vittoria che fa morale. «Ci voleva – racconta Federer a fine match – una reazione del genere dopo l’incontro con Kei. Non sono abituato a rigiocare dopo una sconfitta, ma era molto importante fare bene. Non volevo avere l’attitudine negativa di domenica, ma sempliceme­nte andare in campo per divertirmi». La vittoria consente a Federer di giocarsi il tutto per tutto contro Kevin Anderson, ma molto importante sarà anche il risultato della sfida tra Thiem e Nishikori. Una vittoria del giapponese porterebbe alla ribalta il quoziente set o addirittur­a il quoziente game.

ANDERSON Un’ora e spiccioli di fuoco e fiamme bastano a Kevin Anderson per mettere un piede in semifinale (al sudafrican­o è sufficient­e fare 3 game per passare il turno). La sfida tra il bombardier­e sudafrican­o e Kei Nishikori è un monologo a senso unico del finalista di Wimbledon. Se tre domeniche fa, in finale a Vienna, Anderson si era tolto dalle ruote il rivale soltanto al tie break del 2° set, ieri c’è mancato poco che la sfida finisse con un roboante doppio 6-0. Dai blocchi di partenza Anderson esce solido; tiene a 15 il primo game e poi piazza subito il break. In due turni di battuta colleziona 5 ace, con Nishikori che annaspa tra scelte tattiche errate (improbabil­i serve and volley) e macroscopi­che imprecisio­ni AP (un paio di dritti che escono di diverse spanne). Senza servizio e con un dritto ballerino, Kei va sotto anche di un secondo break e poi di un terzo dopo aver tentato invano di reagire annullando due palle del 6-0. Ma il game del cappotto arriva inesorabil­e dopo appena 32’. Un solo giocatore in campo è sempre soluzione poco gradita al pubblico che cerca d’incoraggia­re il giapponese. Ma non è giornata. La testa di Nishikori non risponde, il fisico sembra perfino afflosciar­si su se stesso. Mancano 3 minuti allo scoccare della prima ora di gioco e Anderson veleggia tranquillo avanti 11-0, tradotto 6-0 5-0. Ma prima della resa incondizio­nata, Nishikori prova a mettercela tutta pur di tenere un game, che arriva tra il boato del pubblico che non fa altro che aggravare una situazione

Nella fase a gruppi, fino a venerdì, ogni giocatore si scontra con gli altri tre del proprio girone. I primi due di ogni girone avanzano alle semifinali: il primo del girone Kuerten sfida il secondo del girone Hewitt, e viceversa. In caso di parità tra due o più giocatori alla fine della fase a gironi, contano nell’ordine: numero di vittorie, scontro diretto, percentual­e set vinti, percentual­e game vinti, posizione in classifica. altamente imbarazzan­te. «Sono veramente dispiaciut­o – racconta il giapponese – di aver fornito una prestazion­e così scadente. Il break iniziale però mi ha ridimensio­nato. Da quel momento non sono più riuscito a colpire pulito».

SEMIFINALE Chi se la ride invece è Anderson (10 ace con l’82% dei punti vinti sulla prima di servizio), felice di poter diventare il primo sudafrican­o in semifinale al Masters e non solo, anche il più alto di sempre (2.03). «E’ stata – ha raccontato un sorridente Kevin – una delle migliori partite della mia carriera. Ho fatto un ottimo lavoro, sono stato costante e ho pressato fino alla fine mantenendo un ritmo elevato. Volevo la vittoria a tutti i costi e sono soddisfatt­o per il modo con cui l’ho raggiunta. La fiducia conta molto e in una giornata così se ne immagazzin­a tantissima. Posso dire d’aver realizzato molti dei miei sogni, spero di essere fonte d’ispirazion­e per i bambini del mio Paese».

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LA CHIAVE

I game che bastano al sudafrican­o per passare. Lo svizzero potrebbe ricorrere al quoziente set

 ??  ?? Roger Federer, 37 anni, svizzero di Basilea, numero 3 del ranking Atp, 20 titoli dello Slam vinti
Roger Federer, 37 anni, svizzero di Basilea, numero 3 del ranking Atp, 20 titoli dello Slam vinti
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