La Gazzetta dello Sport

Ma Frau Merkel non ha dubbi: «L’Europa è la risposta giusta»

●La Cancellier­a all’attacco dei sovranisti «Insieme possiamo risolvere i problemi» E c’è chi la vede a capo della Commission­e

- Massimo Arcidiacon­o INVIATO A STRASBURGO

Angela Merkel sceglie la Plenaria del Parlamento Europeo di Strasburgo per rilanciare la sua idea di futuro, mandare messaggi - molti all’Italia -, fare qualche pubblica ammenda, ricompatta­re il fronte degli europeisti. Al governo di M5S e Lega lancia l’ultimo salvagente: «È importante giungere a una soluzione ed è importante che lo si faccia nel dialogo con la Commission­e europea», pur ricordando che «l’Italia è un Paese fondatore e ha deciso insieme a tutti gli altri le regole… a qualcuno questo non interessa più». Alla Ue tutta, invece, indica tre priorità, soprattutt­o la necessità di una forza armata comune. «Dobbiamo elaborare una visione che ci permetta di arrivare un giorno a un vero esercito europeo — dice la Cancellier­a — L’Europa deve prendere il suo destino nelle proprie mani». E questo non vorrebbe dire mettere in dubbio la Nato, anzi. «Non vedo nessuna contraddiz­ione in questo: noi europei abbiamo più di 160 sistemi di difesa, gli Stati Uniti solo 50/60, sarebbe logico armonizzar­li». Ma è evidente che il messaggio è diretto a Donald Trump e il segnale è quello di un asse sempre più forte con il francese Macron.

STATI Un’Europa degli Stati più che della Commission­e Europea, sembrerebb­e emergere dal “progetto Merkel”, ma con una stella polare, quella della solidariet­à, che significa anche responsabi­lità. «La gente ci chiede risposte credibili, questo non vuole dire che ogni problema che ci sia in Europa sia un problema dell’Europa». Definire obiettivi ambiziosi per la Ue, immagina la Merkel, «ma anche garantire il rispetto di tutti coloro che non li condividon­o», limitando così il diffonders­i dei nazionalis­mi. Obiettivi ambiziosi come le altre “due gambe” del trittico di priorità immaginate. L’obiettivo dell’unione bancaria e di un bilancio europeo comune (una vera e propria apertura, non lo aveva mai detto prima); e ancora quello di una procedura comune per l’immigrazio­ne e gli ingressi nell’Unione, sviluppand­o Frontex e un rapporto con l’Africa che non sia solo aiuto e beneficenz­a. Tutto nella direzione di superare gli egoismi nazionali («anche noi tedeschi ci abbiamo messo troppo a capire che

CANCELLIER­A TEDESCA

la questione immigrazio­ne era di tutti, non solo di alcuni») e con un’altra fondamenta­le apertura: quella delle decisioni a maggioranz­a qualificat­a, anziché all’unanimità. Al suo fianco la Merkel trova il presidente della Commission­e Ue, Juncker («Lei ha avuto ragione a dire che le frontiere non andavano chiuse») e il presidente del Parlamento, l’italiano e forzista Antonio Tajani («Nelle parole della Merkel vedo un messaggio positivo sulla politica estera»), che poi da Strasburgo coglie l’occasione per chiedere al governo Conte di invertire la rotta sulla Manovra: «C’è ancora tempo, il buon senso deve prevalere sui capricci. Questa Manovra così com’è non va, rischia di essere un suicidio». Contro, invece, vede schierati i sovranisti. Li guidano i nazionalis­ti polacchi, i nostri di Lega e M5S e si fa sentire Nigel Farage: «Dovremmo ringraziar­la, senza di lei non ci sarebbe la Brexit».

ALLEANZA Angela sorride sorniona ai buuu dei populisti che si fanno strada tra gli applausi. Questo potrebbe essere il suo ultimo discorso europeo da leader della Cdu tedesca e qualcuno dice anche da Cancellier­a. Mentre altri cominciano a prefigurar­e un futuro e un’ambizione diversa: quella di presidente di una Commission­e Ue (la prossima) destinata a cambiare il volto dell’Europa o a certificar­ne il declino. Difficile che i sovranisti abbiano la meglio alle urne di maggio, impossibil­e che l’abbia l’attuale maggioranz­a (Popolari e Socialisti), più facile che nasca una “santa alleanza” che avrà bisogno di un padre - o di una madre - nobile. Fantascien­za. Si vedrà. Intanto, da qui dentro, viene da chiedersi: dov’è l’Europa? È nelle parole e negli atti, del governo giallo-verde che si avvia baldanzoso a dire “no” su tutta la linea alla Commission­e Ue? È ancora nelle diffidenze degli italiani che li collocano all’ultimo posto nell’Eurobarome­tro più recente, col solo 46% di cittadini che ritengono l’Unione vantaggios­a per il proprio Paese contro il 68% della media dei 28? O è in questo maestoso palazzo tutto vetri e metallo che quattro giorni al mese vede trasferirs­i l’intero apparato del Parlamento Europeo, brulicando di deputati, assistenti, funzionari, giornalist­i? Una babele di lingue, incontri frenetici, votazioni a raffica (oggi sull’energia rinnovabil­e e la sostanzial­e messa al bando dell’olio di palma dal 2030; domani la fase due del roaming telefonico, con un tetto al costo delle chiamate tra Stati Ue), mentre comitive di pensionati e scolaresch­e in gita ne percorrono i corridoi, si siedono in tribuna, scattano foto ricordo? È lo snodo fondamenta­le, la domanda ineludibil­e. A cui risponde ancora lei, la Merkel: «Alcun credono che insieme possiamo risolvere molti problemi e ci sono altri che siedono qui, ma pensano che ogni Paese possa fare da solo. Chi crede che l’Europa sia la risposta giusta alle sfide del futuro deve unirsi». E sembra un manifesto elettorale.

L’IMMIGRAZIO­NE RIGUARDA TUTTI: CI ABBIAMO MESSO A CAPIRLO

DOBBIAMO ARRIVARE UN GIORNO A UN ESERCITO UE

ANGELA MERKEL

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Angela Merkel, 64 anni: lascerà la politica in Germania nel 2021 EPA

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