La replica dell’Italia all’Ue «Avanti con la Manovra»
●Scontro tra governo e Bruxelles: «Temi e conti restano invariati» I dubbi del Fondo monetario su Pil e spread. Ma la Borsa chiude bene
Dopo il vertice con Conte e i due vicepremier: «I saldi della Legge di bilancio non cambiano, come il rapporto deficit/Pil». Si metterà mano al patrimonio immobiliare. Tria: «Il tasso di crescita non è negoziabile». Le critiche degli economisti su debito pubblico e Quota 100 #
La Commissione europea aveva dato tempo all’Italia fino alla mezzanotte di ieri per replicare alla lettera con cui Bruxelles diceva: «Cambiate la Manovra o subirete la procedura di infrazione». La replica del governo Conte ieri, a tarda sera, è arrivata. «Confermato l’impianto e l’azione politica», dice Palazzo Chigi. E le sanzioni sono un vero rischio.
Nei numeri, nei capitoli più indigesti all’Ue, il governo non sposta una virgola nel nuovo
a Bruxelles. Restano confermate le stime Draft budgetary plan di crescita all’1,5% e l’obiettivo del 2,4% del rapporto deficit/Pil per il 2019. Previsti tagli automatici di spesa qualora le stime di crescita e l’andamento dell’economia non fossero confermati nelle previsioni. Da parte del governo c’è la volontà anche di incrementare i fondi destinati al dissesto idrogeologico e si stanno cercando le coperture. Si metterà mano al patrimonio immobiliare, che «vale l’1% di Pil». Al vertice, convocato a Palazzo Chigi, prima del Consiglio dei ministri, ha partecipato il premier Giuseppe Conte, reduce dalla conferenza sulla Libia a Palermo, con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. «Se all’Europa la Manovra va bene, siamo contenti. Se non va bene, pazienza... Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo. Non per le richieste di Bruxelles», aveva anticipato Salvini. #
E proprio ieri mattina dal Fondo monetario internazionale erano arrivate nuove critiche alla manovra del governo Conte, su Pil, pensioni, debito pubblico e spread.
Per l’Fmi la ricetta del governo non funziona. Il rapporto dei commissari di Washington è un verdetto che, in sostanza, boccia la Manovra. Secondo loro, le misure di stimolo concepite per rilanciare la congiuntura avranno un effetto incerto se non addirittura negativo se lo spread resterà così alto; il Pil crescerà molto poco per un paio d’anni, per poi tornare a scendere; il debito pubblico così elevato metterà l’Italia a rischio recessione. E per quanto riguarda le pensioni, Quota 100 rappresenterà un fardello non solo per i conti pubblici ma anche per i giovani. Lo scenario economico dipinto dall’Fmi mostra una crescita di circa l’1% nel 2018-2020 destinata poi a diminuire, mentre il deficit si attesterà al 2,75% del Pil nel 2019 per poi salire nel 2020-2021 al 2,8-2,9%, «a meno che non ci sia ampio sostegno politico per attivare la clausola di salvaguardia sull’Iva o per trovare misure compensative». A fronte di questa situazione, se lo spread dovesse continuare a restare su livelli elevati, l’impatto sulla crescita delle misure di stimolo pensate dal governo Conte sarebbe incerto nel breve periodo e addirittura negativo nel medio. La Manovra, secondo l’Fmi, lascerà l’Italia in una situazione di «grossa vulnerabilità», anche per colpa di un debito pubblico «che resterà a circa il 130% del Pil per i prossimi tre anni» e che aumenta il rischio che l’Italia finisca in recessione qualora dovesse trovarsi a fronteggiare uno shock. Le misure, punta il dito l’Fmi, «farebbero crescere ulteriormente la spesa pensionistica aumentando il fardello sulle più giovani generazioni». Nemmeno i provvedimenti contro la povertà sembrano incontrare il favore degli economisti Usa. Citando il Reddito di cittadinanza, spiegano che «l’Italia ha bisogno di un moderno e garantito schema di reddito minimo indirizzato ai poveri, che eviti la dipendenza dal welfare e i disincentivi al lavoro». #
Critiche alla Manovra sono arrivate anche dall’opposizione.
«Il rifiuto dell’Italia, ha affermato Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia - darà adito alla Commissione stessa di prendere una decisione sulla condotta da tenere nei confronti dell’Italia entro il prossimo 4 dicembre». Per l’esponente forzista sarà dunque «molto probabile l’apertura di una formale procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo, che potrebbe comportare l’irrogazione di una multa all’Italia, o di un congelamento dei fondi europei, per aver violato il patto di stabilità e crescita dell’Ue». #
Già nel corso della giornata, il ministro dell’Economia Tria aveva provato a chiarire quelli che sarebbero stati i contenuti della risposta inviata all’Ue.
«Il tasso di crescita dell’Italia non si negozia», aveva spiegato il ministro, smentendo le indiscrezioni apparse sui giornali, sulla possibilità che il tasso di crescita dell’Italia sia stato o fosse ancora oggetto di dibattito politico. «Le previsioni di crescita sono infatti il risultato di valutazione squisitamente tecnica. Per questo non possono diventare oggetto di negoziato, dentro o fuori dal governo». #
Nonostante l’ansia per la risposta dell’Italia all’Ue, quella di ieri è stata una giornata piuttosto tonica per Piazza Affari.
La Borsa di Milano ha guadagnato lo 0,9%, chiudendo a 19.226 punti, dopo una giornata improntata alla fiducia dei mercati. Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi ha invece chiuso a quota 303 punti base, praticamente stabile rispetto alla performance di lunedì, quindi poco oltre la cosiddetta soglia di allarme, con il tasso del decennale italiano al 3,44% sul mercato secondario.