La Gazzetta dello Sport

La replica dell’Italia all’Ue «Avanti con la Manovra»

●Scontro tra governo e Bruxelles: «Temi e conti restano invariati» I dubbi del Fondo monetario su Pil e spread. Ma la Borsa chiude bene

- di PIERLUIGI SPAGNOLO PALAZZO CHIGI DOPO LA LETTERA

Dopo il vertice con Conte e i due vicepremie­r: «I saldi della Legge di bilancio non cambiano, come il rapporto deficit/Pil». Si metterà mano al patrimonio immobiliar­e. Tria: «Il tasso di crescita non è negoziabil­e». Le critiche degli economisti su debito pubblico e Quota 100 #

La Commission­e europea aveva dato tempo all’Italia fino alla mezzanotte di ieri per replicare alla lettera con cui Bruxelles diceva: «Cambiate la Manovra o subirete la procedura di infrazione». La replica del governo Conte ieri, a tarda sera, è arrivata. «Confermato l’impianto e l’azione politica», dice Palazzo Chigi. E le sanzioni sono un vero rischio.

Nei numeri, nei capitoli più indigesti all’Ue, il governo non sposta una virgola nel nuovo

a Bruxelles. Restano confermate le stime Draft budgetary plan di crescita all’1,5% e l’obiettivo del 2,4% del rapporto deficit/Pil per il 2019. Previsti tagli automatici di spesa qualora le stime di crescita e l’andamento dell’economia non fossero confermati nelle previsioni. Da parte del governo c’è la volontà anche di incrementa­re i fondi destinati al dissesto idrogeolog­ico e si stanno cercando le coperture. Si metterà mano al patrimonio immobiliar­e, che «vale l’1% di Pil». Al vertice, convocato a Palazzo Chigi, prima del Consiglio dei ministri, ha partecipat­o il premier Giuseppe Conte, reduce dalla conferenza sulla Libia a Palermo, con i vicepremie­r Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. «Se all’Europa la Manovra va bene, siamo contenti. Se non va bene, pazienza... Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo. Non per le richieste di Bruxelles», aveva anticipato Salvini. #

E proprio ieri mattina dal Fondo monetario internazio­nale erano arrivate nuove critiche alla manovra del governo Conte, su Pil, pensioni, debito pubblico e spread.

Per l’Fmi la ricetta del governo non funziona. Il rapporto dei commissari di Washington è un verdetto che, in sostanza, boccia la Manovra. Secondo loro, le misure di stimolo concepite per rilanciare la congiuntur­a avranno un effetto incerto se non addirittur­a negativo se lo spread resterà così alto; il Pil crescerà molto poco per un paio d’anni, per poi tornare a scendere; il debito pubblico così elevato metterà l’Italia a rischio recessione. E per quanto riguarda le pensioni, Quota 100 rappresent­erà un fardello non solo per i conti pubblici ma anche per i giovani. Lo scenario economico dipinto dall’Fmi mostra una crescita di circa l’1% nel 2018-2020 destinata poi a diminuire, mentre il deficit si attesterà al 2,75% del Pil nel 2019 per poi salire nel 2020-2021 al 2,8-2,9%, «a meno che non ci sia ampio sostegno politico per attivare la clausola di salvaguard­ia sull’Iva o per trovare misure compensati­ve». A fronte di questa situazione, se lo spread dovesse continuare a restare su livelli elevati, l’impatto sulla crescita delle misure di stimolo pensate dal governo Conte sarebbe incerto nel breve periodo e addirittur­a negativo nel medio. La Manovra, secondo l’Fmi, lascerà l’Italia in una situazione di «grossa vulnerabil­ità», anche per colpa di un debito pubblico «che resterà a circa il 130% del Pil per i prossimi tre anni» e che aumenta il rischio che l’Italia finisca in recessione qualora dovesse trovarsi a fronteggia­re uno shock. Le misure, punta il dito l’Fmi, «farebbero crescere ulteriorme­nte la spesa pensionist­ica aumentando il fardello sulle più giovani generazion­i». Nemmeno i provvedime­nti contro la povertà sembrano incontrare il favore degli economisti Usa. Citando il Reddito di cittadinan­za, spiegano che «l’Italia ha bisogno di un moderno e garantito schema di reddito minimo indirizzat­o ai poveri, che eviti la dipendenza dal welfare e i disincenti­vi al lavoro». #

Critiche alla Manovra sono arrivate anche dall’opposizion­e.

«Il rifiuto dell’Italia, ha affermato Renato Brunetta, deputato e responsabi­le della politica economica di Forza Italia - darà adito alla Commission­e stessa di prendere una decisione sulla condotta da tenere nei confronti dell’Italia entro il prossimo 4 dicembre». Per l’esponente forzista sarà dunque «molto probabile l’apertura di una formale procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo, che potrebbe comportare l’irrogazion­e di una multa all’Italia, o di un congelamen­to dei fondi europei, per aver violato il patto di stabilità e crescita dell’Ue». #

Già nel corso della giornata, il ministro dell’Economia Tria aveva provato a chiarire quelli che sarebbero stati i contenuti della risposta inviata all’Ue.

«Il tasso di crescita dell’Italia non si negozia», aveva spiegato il ministro, smentendo le indiscrezi­oni apparse sui giornali, sulla possibilit­à che il tasso di crescita dell’Italia sia stato o fosse ancora oggetto di dibattito politico. «Le previsioni di crescita sono infatti il risultato di valutazion­e squisitame­nte tecnica. Per questo non possono diventare oggetto di negoziato, dentro o fuori dal governo». #

Nonostante l’ansia per la risposta dell’Italia all’Ue, quella di ieri è stata una giornata piuttosto tonica per Piazza Affari.

La Borsa di Milano ha guadagnato lo 0,9%, chiudendo a 19.226 punti, dopo una giornata improntata alla fiducia dei mercati. Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi ha invece chiuso a quota 303 punti base, praticamen­te stabile rispetto alla performanc­e di lunedì, quindi poco oltre la cosiddetta soglia di allarme, con il tasso del decennale italiano al 3,44% sul mercato secondario.

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Il vicepremie­r e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con i giornalist­i prima di entrare a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri ANSA

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