SE LA MUSICA E LA POESIA CI INSEGNANO A VOLARE
Mi piace «Ti insegnerò a volare» che Roberto Vecchioni canta con Francesco Guccini, soprattutto quel «e se non potrò correre e nemmeno camminare, imparerò a volare». La canzone, contenuta nel suo nuovo album «Infinito», rimanda alla vicenda dell’ex pilota Alex Zanardi (oggi atleta paralimpico) e a Itaca, una poesia del 1911 di Costantino Kavafis, tra i miei poeti preferiti. Zanardi, che è Testimone Speciale del blog, ha spesso affermato che dopo l’incidente si è concentrato soprattutto sulla parte superiore del suo corpo e non su quella “scomparsa”, le gambe. Che non è la solita storia del bicchiere mezzo pieno ma quella di chi affronta la vita apprezzandola in toto come fosse una compagna da amare sia nella buona che nella cattiva sorte.
Per quanto mi riguarda, non mi stanco di ripetere quale grande ausilio di volo sia stato per me, per esempio, Eduardo De Filippo in tutte le sue meravigliose salse (teatro, cinema, poesia) in un momento particolarmente pesante della mia vita, e quanto lo sia ora l’immersione nella vicenda umana di Vincent Van Gogh, il pittore olandese che attraversando il buio della solitudine, del rifiuto e della malattia ha illuminato il mondo. Ora, datemi retta, andate nel blog a leggere Itaca. Vi farà volare.