IL NO DI CALGARY MILANO-CORTINA GIOCHI A UN PASSO
VERSO L’OLIMPIADE INVERNALE 2026
Il referendum boccia la candidatura canadese. Resta in corsa solo Stoccolma (ma il Comune è contrario)
IL REFERENDUM TOGLIE UNA RIVALE. STOCCOLMA RESISTE MA HA IL COMUNE CONTRO. SALVINI APRE: «UNO SFORZO SE I FONDI PRIVATI NON BASTANO»
Dal 63,88 per cento di sì al 56,35 di no. Stesso Paese, stesso tipo di Olimpiade, stesso referendum. Diverso solo il verdetto: opposto. Il Canada di Vancouver aveva detto sì ai Giochi, quello di Calgary ha scelto quindici anni dopo per il no: basta, abbiamo già dato, non ci convincete. Un voto «consultivo» che però pesa come una montagna sul futuro della candidatura. Lunedì il consiglio comunale farà calare il sipario sulla storia. La short
list, già molto short, delle candidature si accorcia ancora. Milano e Cortina hanno di fatto un solo avversario: Stoccolma. La Svezia è una storica casa degli sport invernali, ma la candidatura imbarca acqua da tutte le parti e rischia di affondare per la contrarietà del nuovo governo della città. Una specie di riedizione a Nord di quanto già visto con la sindaca Raggi e Roma 2024.
SOLDI E SEGNALI Il voto di Calgary non è una sorpresa. Dalla furibonda polemica fra il comitato promotore e gli esponenti di «No Calgary Olympics» con l’accusa di aver «nascosto» i veri conti del budget, al sofferto compromesso sulla divisione delle spese fra il governo centrale, lo stato di Alberta e il comune di Calgary, tirava una brutta aria. E pensare che i canadesi avevano fatto le cose sul serio. Pure troppo: per la candidatura avevano stanziato 20 milioni di euro, quasi dieci volte più dei soldi italiani.
ABBANDONI La maledizione del 2026 continua. Le città candidate o potenziali candidate sono saltate come birilli al bowling: prima Sion (il Cantone Vallese ha detto no al 54 per cento), poi il Tirolo e Innsbruck (stesso livello di contrarietà, né miglior fortuna ha avuto poi la soluzione Graz-Schladming), ora Calgary. Nel frattempo Sapporo si era spostata al 2030 e stessa sorte è stata consigliata dal Cio alla turca Erzurum, esclusa già 40 giorni fa a Buenos Aires. C’è qualcosa di profondo nella rottura del rapporto città/Olimpiadi che la rivoluzione lanciata dal Cio negli ultimi anni per ridurre le spese e aumentare il contributo a chi organizza i Giochi non riesce a superare.
SALVINI APRE E così eccoci a Milano e a Cortina. Sala, Zaia e Fontana, subito dopo le notizie provenienti da Calgary, hanno raccomandato prudenza. Ma è chiaro che l’Italia è la grande favorita della sfida. Anche l’iniziale «non un euro dallo Stato» del Governo, ispirato soprattutto dai 5 Stelle e dall’autoesclusione di Torino, si è attenuato. Il sottosegretario Giorgetti ha assicurato a Bach che lo slogan non riguarderà le spese per la sicurezza, mentre ieri Salvini ha promesso un «ultimo sforzo» qualora i «fondi privati non bastassero». Una boccata d’ossigeno per le regioni, Lombardia e Veneto, che al momento attuale sono i soggetti che dovranno presentare le garanzie economiche entro l’11 gennaio.
SITI E DILEMMI Peraltro il Trentino, per bocca del suo nuovo presidente Maurizio Fugatti, si dichiara «molto interessato e fiero di poter contribuire alla riuscita del progetto, naturalmente tenendo i piedi per terra». D’altronde il masterplan della candidatura, perso
I GRANDI EVENTI? UN’OPPORTUNITÀ, MA SERVE SAPERLI GESTIRE BENE
GIUSEPPE SALA SINDACO DI MILANO
A MAGGIOR RAGIONE ORA SI DEVE LAVORARE E FARE SQUADRA
LUCA ZAIA PRESIDENTE DEL VENETO
FIERI DI POTER CONTRIBUIRE AL PROGETTO, MA PIEDI PER TERRA
MAURIZIO FUGATTI PRESIDENTE DEL TRENTINO
un tridente ne ha di fatto incontrato un altro perché nella geografia dei siti fondo, combinata nordica e salto sono collocati in Val di Fiemme. E la pista di pattinaggio di Baselga di Pinè, che deve però essere coperta per entrare fra gli impianti olimpici, è candidata alle prove di velocità. Anche se sono in aumento i tifosi della «pista lunga» a Milano. L’altro dilemma riguarda il biathlon, in bilico fra la scelta altoatesina con lo stadio di Anterselva, e la Valtellina.
DEBUTTO E «RISCHIO» La candidatura debutterà a Tokyo per l’assemblea dei comitati olimpici nazionali del 28 novembre. Per quel momento a che punto saremo con Stoccolma? Il «rischio» di una corsa in solitudine per Milano e Cortina è sempre più concreto...