Sia nerazzurro che azzurrino Salcedo pronto al grande salto
●L’attaccante ha ottenuto la cittadinanza e la chiamata della U19: «Sogno San Siro»
La prima volta non si scorda mai. E ha un sapore ancora più dolce se l’attesa è stata lunga e non per tua volontà. Eddie Salcedo è finalmente entrato a Casa Italia, dopo anni in cui le nazionali giovanili aspettavano l’evolversi delle pratiche burocratiche per poterlo vestire d’azzurro. Nato a Genova da papà colombiano e mamma italiana, Eddie ha dovuto aspettare che papà Antonio ottenesse la cittadinanza italiana per effettuare il giuramento e diventare a sua volta cittadino italiano e di conseguenza una giovane promessa della nostra Nazionale. «La aspettavo da un po’ e finalmente è arrivata – racconta l’attaccante della Primavera dell’Inter dal ritiro della Nazionale Under 19, che domani sarà impegnata nell’amichevoli di Recanati contro l’Ungheria e lunedì 19, sempre a Recanati, sfiderà la Slovacchia –. Sono molto felice ed emozionato per questo mio nuovo inizio». E in effetti da qualche mese è tutto nuovo per Salcedo. In estate il passaggio all’Inter, il ritiro con la prima squadra sotto lo sguardo vigile e severo di Luciano Spalletti, le prime amichevoli internazionali e le prime sfide internazionali con la Primavera in Youth League. Fino alla chiamata in Nazionale, arrivata non troppo a sorpresa e alla prima occasione utile dopo la cittadinanza ottenuta. «È tutto bellissimo: l’atmosfera, il modo di lavorare. C’è un’intensità pazzesca e un gruppo di ragazzi di valore, con prospettive importanti. Penso a Portanova, Russo e Candela che conoscevo già ai tempi di Genova, ma anche a tanti altri ragazzi fortissimi affrontati da avversari, come ad esempio Riccardi. È un onore essere qui e non vedo l’ora di esordire».
E invece è tutto vero, come il suo arrivo all’Inter dopo un lungo corteggiamento.
«L’Inter è un top club e mi sta dando la grande occasione di continuare questo mio sogno».
Come sono andati i primi mesi?
«All’inizio è stata dura staccarsi dalla famiglia e affrontare una nuova sfida da solo. Ho capito cosa provavano i ragazzi che ho avuto in squadra in passato quando mi spiegavano la difficoltà nel lasciare la propria città. Ma è un percorso obbligatorio per fare questo mestiere».
Cosa l’ha impressionata di più dell’Inter?
«Entri ad Appiano e pensi: “qui si sono allenati Ronaldo, Vieri, Milito e i grandi del Triplete” e ti emozioni, ti rendi conto di quanto sia grande l’opportunità di indossare questa maglia. Ed è un onore potersi allenare con Icardi, Perisic o Brozovic».
E Spalletti?
«Il mister mi è stato parecchio dietro durante la preparazione, mi riprendeva e spronava a dare sempre il massimo per farmi crescere. Durante le esercitazioni stavo spesso con Keita, che fa il mio ruolo: mi ha dato tante indicazioni importanti».
Ma il suo idolo è?
«Beh, sono cresciuto nel mito di Ronaldinho e adoro Neymar. Il Sud America ce l’ho nel Dna».
Ha debuttato in A a 15 anni: cosa ricorda di quel giorno?
«Quando stavo per entrare pensavo a il mio percorso nelle giovanili, ma una volta in campo è stato tutto naturale. Lì per lì non ho dato troppo peso nemmeno all’occasione da gol avuta. Solo il giorno dopo ho realizzato cosa stava accadendo».
L’obiettivo stagionale?
«Lo scudetto con la Primavera. Il sogno è riuscire a debuttare in prima squadra, magari a San Siro». E allora non svegliatelo.
QUI RESPIRI IL MITO DEL TRIPLETE, MA MI ISPIRO A DINHO E NEYMAR
EDDIE SALCEDO SULLA NUOVA AVVENTURA