Ronaldo Vieira il «bambino» Samp col calcio nel dna e un posto nel derby
● Da mezzala a regista basso: adesso Giampaolo lo vuole trasformare nel nuovo Torreira
Il primo allenatore che in Italia definì bambino un suo calciatore fu nientemeno che Josè Mourinho nel febbraio 2009, quando coniò il termine al momento di lanciare il baby prodigio Santon per marcare Cristiano Ronaldo: ottavi di finale di Champions, l’Inter contro lo United di Ferguson. Nove anni dpo, la storia si è ripetuta con Marco Giampaolo e Ronaldo Vieira, pure lui definito dal tecnico e dai tifosi, a Bogliasco e dintorni, semplicemente il bambino. Pure in questo caso, come nella storia di Mou e Santon, il termine nasconde una profonda ammirazione per un talento così cristallino. Alla vigilia della gara con il Torino fu lo stesso allenatore della Samp ad ammetterlo: «Vedo che il bambino è pronto, spero che presto possa essere lui titolare». È successo una settimana dopo a Roma contro i giallorossi, ed anche se i blucerchiati sono finiti k.o. per la terza volta consecutiva, proprio lui, Ronaldo Vieira, è stato il migliore della Samp. tanto che persino fra 10 giorni nel derby una maglia potrebbe toccare di nuovo al centrocampista anglo-portoghese, con Praet ed Ekdal sulle fasce, vista la squalifica di Linetty e la possibile indisponibilità di Barreto.
PREDESTINATO Viene da dire: normale che finisse così, in una famiglia dove il calcio era stato da sempre un affare di famiglia, innamorata del Brasile. Perché se una ex calciatrice, la signora Regina, dà alla luce in Guinea-Bissau (ex colonia portoghese indipendente dal 1973) due gemelli esattamente una settimana dopo la finale del Mondiale 1998 francese proprio fra il Brasile ed i padroni di casa della Francia, è quasi normale che i due neonati vengano chiamati Ronaldo e Romario, così come lo è che entrambi abbiano scelto di fare il calciatore. Oggi il primo è sampdoriano; il secondo, ex Leeds, che gioca con la Guinea-Bissau, è in attesa di un contratto e spesso ora viene a Genova per trovare il fratello.
UNDER 20 Il bambino di Giampaolo, cittadinanza portoghese, dove si era trasferito poco dopo la nascita, ma naturalizzato inglese, ha debuttato in A il 2 settembre scorso contro il Napoli al Ferraris: 6’ al posto di Ekdal, quindi il bis nel finale a Frosinone, fino al gran giorno da titolare all’Olimpico. «In allenamento lo vedo sempre pronto, quindi...»: Giampaolo aveva liquidato così la sua scelta di puntare forte su questo Under 20 inglese (dove gioca da mezzala) che lunedì prossimo sarà in campo a Colchester contro la Germania, prima di tuffarsi davvero nel clima della stracittadina. Una scommessa vinta in partenza, quella del tecnico sampdoriano, su un giocatore che da quando è arrivato a Genova ha sempre dimostrato una professionalità fuori dal comune. Era solo una questione di tempo, per dargli modo di comprendere meglio il calcio italiano, e di capire il gioco di Giampaolo, che l’ha reinventato — mai scelta fu così azzeccata — da regista basso. Un investimento importante per le casse del club di Corte Lambruschini (un’operazione da circa 7 milioni di euro complessivi), ma la Samp l’ha fatto seguire a lungo e quando alla fine pure il d.s. Osti ha dato il suo benestare, l’operazione è andata in porto. Vieira nuovo Torreira per la Samp? Il bambino di Giampaolo ha un solo obiettivo in testa: «Vincere la mia scommessa nella Samp».
SCUOLA In questo senso, è a buon punto. Uno dei punti di forza dell’allenatore sampdoriano è proprio quello di sapere plasmare i giovani: «Se li alleno, non li sbaglio». La Sampdoria ha visto giusto ad acquistarlo, lui lo sta facendo diventare giocatore vero. Capace, a vent’anni e tre mesi, di prendersi pure una maglia nel derby della Lanterna.
LA FAMIGLIA
Ai suoi genitori (la mamma è un’ex calciatrice) piaceva molto il Brasile
Di qui la scelta di chiamare i due gemelli (classe ‘98) Ronaldo e Romario