Nicola all’Udinese «Lasagna per me è una prima punta»
●«Mi dedicherò a ciascun giocatore, voglio conoscerli bene. Velazquez persona educata»
Davide Nicola parte citando un suo illustre predecessore. «Ho letto una recente intervista di Guidolin, collega che stimo molto, e che ha significato tanto nella storia di questo club: diceva che l’Udinese rappresenta un’eccellenza. É vero, è così che vi vediamo da fuori», le prime parole del nuovo tecnico bianconero. Un’eccellenza che negli ultimi 4 anni e mezzo ha avuto 8 allenatori. L’ultimo a cominciare e finire la stagione è stato Andrea Stramaccioni.
PASSATO Nicola, come il dg Collavino e il dt Pradè, spende una parola per il suo predecessore: «Sono credibile quando mando un pensiero a Velazquez. Da fuori si è avuta la percezione di una persona piacevole, educata e di un professionista che ha provato di tutto per uscire da questa situazione. Il nostro destino è legato ai risultati». Batte su tre concetti: lavoro, equilibrio ed emozioni. «Ai miei calciatori chiederò massima disponibilità a passare più tempo sul campo. Mi dedicherò a ciascuno di loro, dovrò rapire la loro parte emozionale. Se sono qui è perché ho grandissime motivazioni».
GRUPPO Ritroverà nello staff dei suoi ex compagni: Marcon e Ripa, con lui alla Fidelis Andria, e Brunner con cui giocò a Terni. Riavrà Mandragora, allenato a Crotone: «Può fare la mezzala, o stare più centrale. L’importante è che continui a migliorare». Su Lasagna: «É una prima punta che ama attaccare la profondità, non ama giocare spalle alla porta». Respinge l’alibi della squadra giovane e prima di sbilanciarsi sulla rosa vuole pesarla di persona: «Dall’esterno puoi farti un’idea, ma poi per capire le reali qualità e potenzialità di un giocatore lo devi allenare. In A difficilmente hai risultati senza produrre gioco e l’obiettivo più difficile sta nella continuità delle prestazioni».