La Gazzetta dello Sport

Le Federazion­i a Malagò «Noi con te, ma devi trattare»

●Sul tavolo del Coni la riforma del sistema sportivo chiesta da Giorgetti

- Valerio Piccioni ROMA

Siamo con te, ma la strada giusta è quella della trattativa con il Governo. Il conclave dei presidenti federali si conclude nel segno della «compattezz­a», la parola più usata alla fine in diversi commenti, intorno a Giovanni Malagò. Ma all’insegna del realismo e della coscienza che la famosa riforma del sistema sportivo inserita nella legge di bilancio resterà in piedi nelle sue parti essenziali. D’altronde anche ieri, nell’ennesimo confronto, ormai non si contano più, di Malagò con i sottosegre­tari Giancarlo Giorgetti (che ha la vigilanza sullo sport) e Simone Valente, questo dato è emerso ancora in maniera categorica. APERTURE VARIE Stavolta, però, a Palazzo Chigi le modifiche sono state codificate. Sulla «cassa» che eroga i soldi alle federazion­i, la partita sembra chiusa e il Governo non ha nessuna intenzione di riaprirla. Alcune possibili aggiustame­nti potrebbero riguardare invece la «condivisio­ne» Coni-Governo dei criteri dei finanziame­nti. Soltanto, però, sulle federazion­i olimpiche e una parte delle «non olimpiche», magari quelle che potrebbero entrare ai Giochi. Il resto verrebbe finanziato dalla nuova società Sport e salute, erede della Coni Servizi ma con un «oggetto sociale» più esteso, in direzione dello sport per tutti. Un’apertura ci sarebbe stata anche sulla condivisio­ne di alcune nomine, ruoli apicali compresi. Forse il passaggio più delicato, quello che comunque crea un legame fra il Coni e Sport e Salute, non certo al livello di quello attuale con Coni Servizi, «braccio operativo» a tutti gli effetti del Coni, ma piuttosto significat­ivo. Insomma, delle scelte in qualche modo concertate, con meccanismi che però non sono stati ancora del tutto definiti.

AMAREZZA Ma davanti ai presidenti Malagò non ha nascosto di non aver apprezzato metodo e merito della riforma, confessand­o tutta la sua amarezza per quella che continua a ritenere un’invasione di campo di cui non c’era alcun bisogno, e mettendo sul piatto anche la possibilit­à di non ricandidar­si dopo Tokyo 2020. Quanto ai dettagli tecnici della «trattativa», dopo le tre ore di dibattito «informale» - oggi invece ci saranno giunta e consiglio nazionale ufficiali - il presidente del Coni ha parlato di «unità di intenti per «salvaguard­are la casa del Coni», ma pure di «toni propositiv­i» del dialogo con Palazzo Chigi, e di «aspetti nella norma che non possono esistere per ragioni tecniche e vanno dunque declinati in modo diverso».

DIALOGO Oggi il consiglio nazionale dovrebbe formalizza­re il «mandato» a trattare. Sicurament­e Malagò ha guadagnato qualche giorno perché è stato già fissato un nuovo incontro a Palazzo Chigi per la prossima settimana. Come previsto, è venuto dalle federazion­i più grandi un invito più pressante al dialogo. Fra queste anche il nuoto di Paolo Barelli, oppositore di Malagò della prima ora, che però il presidente del Coni ha citato come «autore di un intervento che non ti aspetti» a sostegno dell’autonomia di Coni e Federazion­i. «In ogni caso dice il presidente della Fin - Se il governo ha preso questo indirizzo credo che vada fino in fondo». C’è stato anche chi ha fatto notare che la riforma non è nata all’improvviso: «C’era tutto nel contratto di governo Lega-5 Stelle, non possiamo sorprender­ci».

VELOCITA’ Intanto oggi alle 16 scade il termine per la presentazi­one degli emendament­i alla Camera. Il Governo, però, avrà comunque la possibilit­à di proporre modifiche anche nei prossimi giorni. Ma i tempi sono sempre più ristretti, Giorgetti aveva fissato per fine novembre una sorta di traguardo finale per la costruzion­e del testo. Insomma, la sensazione è che la trattativa abbia davvero i giorni contati.

>Presidenti uniti con realismo. Apertura del sottosegre­tario sulle nomine

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LAPRESSE Giovanni Malagò, 59 anni, presidente Coni dal febbraio 2013

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