MILANO COL CUORE IN MANO
Col Portogallo, a San Siro, 70mila spettatori
«Milano col cuore in mano», recita un antico proverbio, e scusate la banalità, ma altro non ci viene in mente davanti alla notizia di giornata: 68.500 biglietti già staccati per Italia-Portogallo di domani, partita della neonata Nations League, non esattamente la Champions, e senza il richiamo stellare di Cristiano Ronaldo, perché CR7 ha deciso di prendersi un periodo di distacco sabbatico dalla sua nazionale. Facile prevedere che sarà sfondato il muro dei settantamila paganti e che il Meazza sarà pieno. Gli azzurri avranno così l’occasione di «risarcire» Milano per l’amarezza dello 0-0 con la Svezia, giusto un anno fa, il pareggio insipido che ci è costato l’esclusione dal Mondiale. Un trauma, specie per le migliaia di bambini che la sera del 13 novembre 2017 affollavano gli anelli di San Siro, convinti che l’Italia di Ventura ce l’avrebbe fatta, in qualche modo. E invece niente, 0-0, ciao Russia e fiumi di lacrime nella notte milanese: «Papà, ma davvero non andremo al Mondiale?».
Milano città azzurra, dice la storia. Qui la Nazionale ha giocato la sua prima partita, nel pomeriggio del 15 maggio 1910, all’Arena del Parco Sempione, Italia-Francia 6-2, un’amichevole. Qui la Nazionale si è esibita per 57 volte: con domani saranno 58, tante quante Roma, in un’equa distribuzione tra Capitale politica e Capitale economica, e non diciamo morale perché la moralità di questi tempi è diventata valore incerto, di facile manipolazione. Qui la Nazionale non perde dal 18 gennaio 1925, Italia-Ungheria 1-2, sul vecchio campo di viale Lombardia: si prega di toccare ferro e quant’altro perché 93 anni di imbattibilità milanese, quasi 94, sono un invito alla scaramanzia, senza calcolare che l’Italia ha vinto tutte e quattro le partite giocate a Milano contro il Portogallo (altra toccatina, prego). Qui la Nazionale non vince però dall’ottobre 2012, 3-1 sulla Danimarca: da allora quattro pareggi tristanzuoli, incluso il famigerato 0-0 contro i boscaioli svedesi, ragion per cui è l’ora di rimediare.
Ci vuole una vittoria, per ripagare Milano dell’amore per la maglia azzurra e per dare continuità alla bella prestazione in Polonia. La Nazionale vive un periodo complicato e in certi giorni sembra che dell’Italia non importi più niente a nessuno, presi come siamo dal calcio globalizzato dei grandi club e dei lustrini della Champions. San Siro pieno per un match di cartello, ma non di «cartellissimo», è una risposta da non sprecare. Milano ha il cuore in mano, però come dice l’altro proverbio, chi volta le spalle a Milano gira le spalle al pane.