La Gazzetta dello Sport

Padre di Under 14 segue e aggredisce arbitro minorenne

- Alessandro Crisafulli

● MILANO - Un papà. Che, in teoria, dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio al figlio. Anziché picchiare l’arbitro, per altro minorenne e appena più grande del proprio ragazzo, dopo averlo inseguito in macchina. E invece: ancora un “fischietto” nel mirino. Ancora violenza. Ancora follia. Come un virus che colpisce il calcio dilettanti­stico italiano, dal Sud al Nord. Fino a Melzo, provincia di Milano, dove domenica scorsa nel campionato Giovanissi­mi provincial­i Under 14 si disputava Monsignor Orsenigo–Nuova Frontiera, 6 a 2 per i padroni di casa. Ma è ben dopo la partita che avviene l’incredibil­e: il giovane arbitro si reca a piedi verso la stazione di Melzo, per tornare a casa. Come spiega il giudice sportivo nella sua sentenza di ieri, viene raggiunto da una macchina. Il conducente accusa l’arbitro di aver mostrato il dito medio al proprio figlio, che gioca nel Nuova Frontiera. Quando l’arbitro aveva la borsa in mano e il ragazzo era dietro, all’uscita dagli spogliatoi. «L’ arbitro – spiega il giudice - non sapeva assolutame­nte che questo calciatore era dietro di lui e dichiara che il gesto che può essere stato preso come offensivo poteva essere stato confuso con il movimento per mettersi la borsa sulle spalle». Inutile. L’uomo spinge il direttore di gara, gli mette le mani sul petto, gli stringe il collo. Solo grazie all’intervento di un carabinier­e in congedo l’arbitro riesce a liberarsi. Poi il pronto soccorso, le cure, 7 giorni di prognosi. Molti di più ce ne vorranno per dimenticar­e la disavventu­ra. Per la quale il giudice sportivo ha deciso due giornate a porte chiuse per la società di Bellinzago e l’obbligo di una serata formativa con i genitori, con uno psicologo.

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