Solanke esalta l’Inghilterra Ma gli azzurrini sono da applausi
●Sconfitti a testa alta dalla squadra giovanile più forte. L’Under 21 cresce: la strada è giusta
Perdere non aiuta mai. Però manca poco. Sì, all’Under 21 di Di Biagio manca poco per raggiungere il livello necessario a giocarsi davvero l’Europeo di casa, a giugno. La dimostrazione è arrivata contro l’Inghilterra. Che oggi è probabilmente la miglior nazionale giovanile in circolazione: per velocità, per impostazione tattica, per la qualità pazzesca di molti giocatori. Solanke ha segnato una doppietta sbarazzandosi due volte della marcatura di Bastoni con smaliziata facilità. Sessegnon ha sfrecciato a sinistra, Foden, cresciuto con Guardiola, ha proposto classe cristallina e un paio di controlli orientati da svenimento, e su tutti Cook, in mezzo al campo, ha dato ampio sfoggio di magistero calcistico, tra lanci, tempi di gioco, conclusioni (ha preso una traversa). Eppure il migliore in campo tra gli inglesi è stato il portiere Henderson, autore di almeno tre interventi prodigiosi, su Zaniolo all’ inizio, su Mandragora a fine primo tempo e su Cutrone nel finale.
BRAVO, PORTIERE Sottolineare la qualità degli inglesi, campioni del mondo Under 20 e squadra totale, serve per enfatizzare la partitona dell’Italia. Che esce sconfitta, vero, ma con la consapevolezza di potersela giocare. All’Europeo incontreremo l’Inghilterra soltanto a partire dalle semifinali – è testa di serie come l’Italia e come la Germania, prossima avversaria degli azzurri lunedì a Reggio Emilia -, ci sarà tempo per colmare anche gli ultimi dettagli. La nostra Under è stata trascinata dal poderoso entusiasmo di Moise Kean, il più giovane della compagnia. Il Duemila della Juventus ha segnato il secondo gol di fila dopo il rigore alla Tunisia di un mese fa: stavolta di prepotenza, per il momentaneo 1-1, su cross di Parigini, il veterano del gruppo, uno che ha nel dna granata qualcosa di Meroni e Lentini. La rete di Kean è arrivata in chiusura di un primo tempo in cui l’Italia, nonostante lo svantaggio immediato, ha tenuto il controllo del pallone e del ritmo, concludendo più dell’Inghilterra e ribattendo sempre colpo su colpo (nel finale di tempo, traversa di Cook e paratona di Henderson su Mandragora).
MOISE E CR7 Meno precisa la ripresa, in cui di nuovo l’Italia è andata subito sotto. Non è però calata l’esuberanza di Kean: strappi palla al piede quando la squadra ha iniziato a faticare nella risalita del campo, e poi un controllo volante da applausi («Imparo da Cristiano Ronaldo, guardo e imparo: in campo bisogna sempre divertirsi», ha confessato alla fine), pure un po’ di altruismo. I cambi hanno tolto un po’ di riferimenti agli azzurri e l’Inghilterra ne ha approfittato per aumentare la pressione. Ma l’Italia ha retto e nel finale ci ha provato ancora. Col 4-4-2 e forze forse insperate per l’assalto finale, che non si è concretizzato ancora per colpa del portiere Henderson. Con un po’ più di attenzione dietro e un po’ di cattiveria davanti, le migliori non sono poi così lontane.