La Gazzetta dello Sport

Luiz Felipe e gli altri Mancini va a caccia dell’oriundo perfetto

●Nel mirino degli scout anche Pussetto, Marchi e Driussi, pallino del c.t.

- INVIATO A FIRENZE m.gra.

OSSERVATI

NLuiz Felipe (21 anni, Lazio) ati all’estero, ma con sangue (o passaporto) italiano. Le antenne della nostra federazion­e restano saggiament­e ben dritte sul fronte dei «nuovi italiani», degli oriundi convocabil­i in Nazionale. Una pista antica, battuta un po’ da tutti nel mondo, anche da noi che negli Anni 30 vincemmo un paio di Mondiali con ottimi oriundi (fra questi Raimundo Orsi, Luis Monti, Enrique Guaita e Miguel Andriolo per esempio) e che nel 2006 schieravam­o fra i titolari Camoranesi. Nel tempo hanno vestito l’azzurro fenomeni di nascita sudamerica­na come Puricelli, Ghiggia, Schiaffino, Angelillo, Altafini e Sivori. Più recentemen­te, oltre a Osvaldo, Ignacio Pussetto (22, Udinese) ecco Thiago Motta che rifiutò la convocazio­ne nel Brasile di Dunga pur di dire sì al Paese di suo nonno. E a Euro 2016, con Thiago, era titolare l’italo brasiliano Eder. Oggi, Mancini ha messo al centro del progetto Jorginho, sempre titolare nel nuovo corso, nato a Imbituba (Brasile). Restando al Chelsea, lo stesso ex Roma Emerson Palmieri (campione del mondo Under 17 nel 2011 col Brasile) è spesso fra in convocati del Mancio. La new entry è Vincenzo Grifo, nato e cresciuto in Germania «ma con l’Italia nel mio cuore, da sempre».

OCCHIO A LUIZ FELIPE Negli ultimi tempi, forse complice una certa crisi di talenti in casa nostra, sembra essersi fatta più fitta la rete degli osservator­i all’estero in cerca di ragazzi reclutabil­i dal club Italia. Pensate che di questi tempi avremmo potuto schierare là davanti la coppia Dybala-Icardi, entrambi contattati dalle gestioni Prandelli e Conte: i due fenomeni ringraziar­ono, ma troppo forte era il loro amore per l’Argentina, scelta non certo di comodo vista la terribile concorrenz­a nell’attacco albicelest­e. Oggi l’attenzione sembra essersi alzata su tre nomi in particolar­e: Sebastian Driussi (22, Zenit) Sebastian Driussi, Ignacio Pussetto e soprattutt­o Luiz Felipe; tutti hanno passaporto italiano e le carte in regola per avviare le pratiche verso la convocazio­ne in azzurro. Driussi, poi, è un vero pallino di Roberto Mancini che un anno e mezzo fa lo portò allo Zenit San Pietroburg­o. Trattasi di una punta centrale molto rapida e tecnica, capace di agire anche come esterno. Driussi non ha mai giocato nell’Argentina dei grandi, nemmeno in amichevole. Esterno offensivo puro è invece Ignacio Pussetto, pure lui argentino di nascita, 22enne dell’Udinese, mai utilizzato in patria a livello di giovanili. Si sta mettendo in mostra in A per personalit­à, tecnica e duttilità. Occhio, infine, a Luiz Felipe Ramos Marchi, 2 presenze nell’Under 20 brasiliana, difensore centrale della Lazio, classe ‘97, ennesima intuizione geniale della gestione Lotito-Tare. Il ragazzo avrebbe già detto sì all’Italia. Resta infine teoricamen­te praticabil­e la pista Allan, convocato dal Brasile che in questa fase giocherà solo gare amichevoli. Lui sembra però orientato a scegliere la Seleçao a prescinder­e.

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